30 cfu: bilancio e possibili miglioramenti, in attesa di indicazioni su come sciogliere la riserva
Si chiude oggi, 30 giugno, la prima tornata di percorsi abilitanti da 30 cfu/cfa, istituita all’art.13 del dpcm 14 agosto 2023. Tutti i corsisti che non sono riusciti ad abilitarsi entro il 24 giugno,...

Si chiude oggi, 30 giugno, la prima tornata di percorsi abilitanti da 30 cfu/cfa, istituita all’art.13 del dpcm 14 agosto 2023. Tutti i corsisti che non sono riusciti ad abilitarsi entro il 24 giugno, scadenza della proroga GPS, ma lo hanno fatto entro oggi, sono in attesa delle indicazioni ministeriali su come sciogliere la riserva ed immettersi in prima fascia, indicazioni che al momento mancano. Alcuni sindacati ipotizzano che la prossima settimana, o al più l’8 luglio, uscirà una finestra su IOL simile a quella per sciogliere la riserva per chi ha conseguito il titolo per il sostegno, unica opzione presente proprio su IOL, al momento. La cosa certa è che, a meno di novità dell’ultim’ora, i docenti che si saranno abilitati dopo il 24 giugno e comunque entro il 30, risulteranno discriminati in quanto impossibilitati a caricare il nuovo punteggio anche su altre cdc in cui risultino iscritti, problema risolto, viceversa, da tutti gli altri docenti che sono riusciti ad abilitarsi entro il 24 o, addirittura, entro il 10. A dire il vero il problema è stato risolto, com’è noto, dagli Enti formatori, fatta eccezione per alcuni Conservatori di Musica, che non sono riusciti a riprogrammare corsi e commissioni d’esame per concludere le operazioni di abilitazione entro la scadenza dell’aggiornamento delle GPS. Tanti musicisti hanno solo potuto sperare, fino all’ultimo, di poter utilizzare al meglio l’abilitazione, avendo seguito le stesse ore e pagato la stessa retta dei colleghi delle altre cdc. Sarebbe auspicabile, pertanto, una deroga del MIM al decreto sull’aggiornamento delle GPS, per equiparare a quelli di tutti gli altri, i diritti di chi ha potuto suo malgrado conseguire l’abilitazione solo a fine giugno.
Intanto, a bocce ferme e in vista dei prossimi percorsi abilitanti, abbiamo raccolto le impressioni di diversi docenti su come hanno vissuto questa prima esperienza per conseguire i 30 cfu/cfa e cosa, a loro avviso, si potrebbe migliorare nell’organizzazione e nell’articolazione dei contenuti offerti. Un bilancio a posteriori, in cui si parte da chi tiene i corsi: docenti universitari, sia di Atenei statali che telematici, e docenti di Conservatorio. L’utenza invece è costituita, nei percorsi da 30 cfu/cfa, da docenti già in possesso di prima abilitazione, vincitori o idonei in seguito a concorsi o quanto meno in possesso del titolo per il sostegno. Molti fra questi docenti sono già in ruolo da anni. Su questo tema il coro è unanime: durante i corsi è mancato il confronto con i docenti di ruolo sulla materia prescelta per conseguire l’abilitazione.Le motivazioni sono semplici e si basano sull’analisi dei bisogni di un corsista tipo, in pratica: io sono un docente abilitato nella materia x e desidero abilitarmi nella materia y, per acquisire le competenze di un docente abilitato nella materia y, cosa mi serve? La conoscenza della materia? La risposta è no, perché ho già acquisito dei titoli che la certificano, talvolta più di uno, in termini di laurea, master e/o corsi di specializzazione. Per quanto riguarda, invece, le competenze didattiche e metodologiche, c’è differenza fra i docenti delle varie materie? Anche qui la risposta è no, in quanto didattica, metodologia ed anche la pedagogia sono trasversali a tutti gli insegnamenti e dalla prima abilitazione ogni docente ha già assimilato il necessario per insegnare, oltre al fatto che lo fa giá e senza considerare l’obbligo di aggiornamento annuale. Pertanto, ciò che manca realmente al corsista è l’applicazione delle materie trasversali alla materia in cui desidera abilitarsi, non soltanto da un docente universitario ma anche, anzi soprattutto, da chi insegna ogni giorno a scuola da anni. In quest’ottica, non v’e’ dubbio che ciò che di meglio potrebbe capitare ad un docente che vuole conseguire l’abilitazione nella materia y, già possendone una nella materia x, è ascoltare l’esperienza diretta del collega di ruolo nella materia in cui si sta abilitando.
Altro punto: resta importante per tutti, anche per chi è già di ruolo, acquisire maggiori competenze informatiche,che variano in base alla materia da insegnare e non sono mai abbastanza, dal momento che la tecnologia viaggia a velocità della luce. In questa prima tornata di corsi da 30 cfu/cfa, ad esempio, sarebbe stato interessante un’approfondimento sull’I.A., che non risulta ci sia stato per tutti.
Infine, è da migliorare senz’altro la comunicazione inizialefra Enti Formatori e corsisti, per consentire a questi ultimi di scegliere al meglio l’Università a cui iscriversi. A tale proposito, in tanti hanno segnalato indicazioni poco chiare sullo svolgimento delle prove d’esame, relativamente al modo in cui articolare lo scritto, se fosse stato possibile consultare o meno, durante le prove, la normativa in vigore ed anche sulle sedi in cui si sarebbero svolte, in particolare per le Università telematiche: qualcuno aveva assicurato all’inizio, ad esempio, che per gli esami avrebbero dislocato tutti i corsisti su sedi regionali in base alla residenza, per poi costringere i docenti a fare anche centinaia di km, con relativi pernottamenti e spese di trasferta da sostenere, in occasione degli esami.
Resta valida, per concludere, la considerazione già espressa in altre sedi sui costi del percorso abilitante, anche quelli da migliorare, riducendo la quota di partecipazione o anche dilazionandone maggiormente il pagamento, per assicurare, anche in questo caso, gli stessi diritti a tutti, senza discriminazioni in base alle possibilità economiche di ciascuno.