32° Anniversario della Strage di Via D'Amelio: Il ricordo di Paolo Borsellino e l'educazione alla legalità nelle scuole
Oggi ricorre il 32° anniversario della strage di Via D'Amelio, un tragico evento che segnò profondamente la storia della nostra Repubblica.

Oggi ricorre il 32° anniversario della strage di Via D’Amelio, un tragico evento che segnò profondamente la storia della nostra Repubblica. Era il 19 luglio 1992 quando una Fiat 126, carica di tritolo, esplose a Palermo, uccidendo il giudice Paolo Borsellino e i membri della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traia. Questa tragica giornata rappresenta un punto di svolta nella lotta contro la mafia, ricordando a tutti noi il sacrificio di chi ha combattuto per la legalità e la giustizia.

In occasione di questo anniversario, il ritratto di Paolo Borsellino viene affidato alle parole di Simone Calì, uno studente della classe III sez. G del Liceo Scientifico Filolao di Crotone. Le parole di Simone esprimono con immediatezza l’ammirazione e il rispetto di un giovane del 2024 per gli eroi della legalità: “Paolo Borsellino deve essere ricordato come un uomo che ha messo l’amore per la sua terra prima della sua vita. Con Giovanni Falcone, sognava di dare alla Sicilia un futuro migliore, ripulendola dalle ingiustizie e dagli abusi della mafia.”
Borsellino, insieme a Falcone e altri magistrati, formò il primo Pool antimafia nel 1980, unendo le forze per combattere la criminalità organizzata non solo a Palermo, ma in tutta la Sicilia. Dopo la strage di Capaci, in cui perse la vita Falcone, Borsellino non si lasciò intimidire e continuò a perseguire il progetto di una Sicilia libera dalla mafia. La strage di Via D’Amelio, avvenuta a meno di due mesi da quella di Capaci, fu un colpo durissimo per il paese, ma il sacrificio di Borsellino e della sua scorta non è stato vano.
Paolo Borsellino fu tra i primi a intuire l’importanza dell’educazione alla legalità nelle scuole, convinto che il potere dei clan mafiosi potesse essere minato attraverso la consapevolezza civica e il rifiuto della cultura mafiosa. Oggi, molti attivisti della legalità promuovono nelle aule ideali di vita basati sul rispetto di sé stessi, degli altri e delle istituzioni, un’eredità preziosa che continua a vivere.
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti dei Diritti Umani (CNDDU) sottolinea la necessità di un potenziamento dell’educazione alla legalità nelle scuole italiane. La proposta del CNDDU è di affidare l’insegnamento del diritto e dell’educazione civica esclusivamente ai docenti delle discipline giuridiche ed economiche, al fine di garantire un approccio approfondito e competente alla tematica.
Nonostante l’importanza di queste iniziative, persiste una certa indifferenza verso strategie didattiche che potrebbero risultare decisive nella formazione dei giovani e nella trasformazione positiva della società. Il CNDDU rinnova l’appello al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché venga riformulato l’insegnamento dell’educazione civica, in modo da raggiungere gli obiettivi prefissati.
Il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” del CNDDU continua a diffondere tra le giovani generazioni storie di straordinario valore educativo, ricordando il coraggio e la determinazione di coloro che hanno sacrificato la propria vita per combattere la mafia e difendere la legalità.