La Voce della Scuola

A testa alta bullismo: Chi lo ha vissuto e chi lo combatte

Giorno 7 febbraio 2023 è la ricorrenza della giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo. Nell’Istituto Cor Jesu a Roma si è tenuto l’incontro tra studenti e professionisti per parlare ai ra...

A cura di Redazione
07 febbraio 2023 09:57
A testa alta bullismo: Chi lo ha vissuto e chi lo combatte -
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Giorno 7 febbraio 2023 è la ricorrenza della giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo. Nell’Istituto Cor Jesu a Roma si è tenuto l’incontro tra studenti e professionisti per parlare ai ragazzi della prevenzione e sensibilizzazione fatta a scuola.

Sono intervenuti:Diana Gini – vicepresidente fondazione “Villa point onlus”; Dott.ssa Gioconda Martucci – docente e pedagogista clinico, vicepresidente associazione TèP; Dott. Michele Zannini – docente e presidente associazione TèP; Riccardo Zianna – Direttore responsabile di “FacceCaso”; Salvatore Andrea Martini – alunno IV liceo; Melanio Alessandro Martini – alunno del V liceo e rappresentante d’Istituto.

La scuola è il luogo migliore per prevenire e contrastare fenomeni di bullismo e cyberbullismo attraverso la sensibilizzazione del gruppo classe, teso ad un dialogo basato sulla fiducia, sull’empatia tra docenti e alunni e soprattutto attraverso un’accurata organizzazione di spazi e tempi.

Occorre promuovere la cultura del gruppo attraverso la collaborazione e la solidarietà. I docenti devono comprendere le motivazioni che sono alla base dei comportamenti del soggetto bullo ed aprire un dialogo attivo sia con il bullo che con la vittima. Quest’ultima si viene a trovare in profonda sofferenza, svalutazione della propria identità, assoluta emarginazione. Le vittime possono avere delle conseguenze molto negative: abbandono scolastico, disistima, insicurezza, tristezza, depressione.

A scuola vanno attuati interventi di tipo preventivo, vengono messe in atto strategie che vedono al centro pratiche attive, una tra tante potrebbe essere quella di spingere gli alunni ad esprimere verbalmente la disapprovazione per i comportamenti prevaricatori, sollecitare i compagni a non appoggiare i bulli ed aprire il gruppo classe alla vittima.

I docenti devono saper cogliere i segnali di cui tener conto: improvviso disinteresse in classe oppure graduale; se l’alunno si mostra indifeso e reagisce con pianto, se appare depresso oppure ha bisogno del sostegno del docente durante la ricreazione.

Le azioni che qualificano l’atto sono: l’intenzionalità, ossia l’intenzione di arrecare un danno; la persistenza, cioè il carattere continuativo nel tempo e il disequilibrio, quando la vittima si trova ad essere in una situazione di impotenza.

L’asimmetria di potere nelle relazioni indicano l’impotenza della vittima. Il bullismo può essere di tipo fisico o sociale e può manifestarsi con aggressività verbale e/o fisica. Nel cyberbullismo, inoltre, il potere viene imposto dalle abilità e dalle competenze acquisite nelle nuove tecnologie e, proprio a causa di quest’ultime, può essere molto più pericoloso del bullismo stesso.

Gli studenti, inoltre, tramite domande ed esperienze proprie, hanno raccontato diverse tematiche, più o meno gravi. Le obiezioni mosse dai ragazzi hanno messo in evidenza la drammaticità di quel labile passaggio che porta addirittura alla morte.

Benedetto Croce, che è stato un grande filosofo, storico, critico letterario e scrittore italiano, diceva: “La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna ma soltanto distruggitrice”. Ed è proprio l’indifferenza, di fatto, più colpevole della violenza stessa. Non siate indifferenti, neanche al più piccolo dei gesti.

Cari ragazzi, la cosa più importante che può rendervi realmente differenti è il rispetto (parola che deriva dal latino respectus, ossia: guardare indietro; stima. Sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima verso una persona).

Il rispetto reciproco è alla base di ogni tipo di relazione, da quelle sentimentali, a quelle scolastiche, passando per quelle lavorative.

Non lasciatevi, inoltre, mai intimidire, neanche da apparenti stupidi frasi, perché sono proprio quest’ultime che possono trasformarsi in qualcosa di più grande e grave.

Non abbiate paura e, se ne sentite il bisogno, fatevi aiutare dai vostri amici, dai vostri professori, dai vostri genitori…ma soprattutto, siate coraggiosi, perché buttare all’aria la propria vita per degli “sfigati”, perché si, i bulli sono degli sfigati, non ha proprio senso.

Combattete per mantenere la vostra bellissima luce sempre accesa e viva dentro di voi, cercando di emanarla in ogni direzione, regalando felicità e gioia a chi quella luce l’ha ormai persa da tempo.

L’augurio più bello che si possa fare è quello di portare sempre un sogno nel cuore perché, solo in questo modo, la nostra vita avrà un senso.

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