La Voce della Scuola

Alla Camera presentata la Fondazione Giulia Cecchettin. Polemiche sul messaggio di Valditara

Oggi, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, è stata presentata ufficialmente la Fondazione Giulia Cecchettin, un’iniziativa voluta dalla famiglia della giovane studentessa uccisa un ann...

18 novembre 2024 19:25
Alla Camera presentata la Fondazione Giulia Cecchettin. Polemiche sul messaggio di Valditara - Giuseppe Valditara
Giuseppe Valditara
Condividi

Oggi, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, è stata presentata ufficialmente la Fondazione Giulia Cecchettin, un’iniziativa voluta dalla famiglia della giovane studentessa uccisa un anno fa dall’ex fidanzato, con l’obiettivo di combattere la violenza di genere attraverso percorsi educativi e culturali. L’evento, segnato da un’atmosfera di profonda commozione, ha visto l’intervento di Gino Cecchettin, padre di Giulia, e ha scatenato un acceso dibattito politico a seguito delle dichiarazioni del ministro Giuseppe Valditara.

Il messaggio di Gino Cecchettin

Gino Cecchettin, visibilmente emozionato, ha aperto l’incontro ricordando la figlia e il dolore che la sua perdita ha lasciato. «Ho attraversato la morte nella sua essenza più profonda prima con la perdita di mia moglie Monica e poi con quella di Giulia che mi ha spaccato il cuore», ha detto. Nonostante il peso del lutto, ha voluto trasmettere un messaggio di speranza: «Non provo odio per il carnefice di mia figlia. Grazie al suo amore porteremo un messaggio di educazione nelle scuole».

L’iniziativa della Fondazione mira a sensibilizzare i giovani sull’importanza del rispetto reciproco e sulla distinzione tra possesso e amore, promuovendo percorsi educativi incentrati sul contrasto alla violenza di genere.

Le parole di Valditara: tra educazione e polemica

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è intervenuto con un videomessaggio che ha suscitato diverse reazioni, sia tra i presenti che nel dibattito pubblico successivo. «Abbiamo di fronte due strade: una concreta, ispirata ai valori costituzionali, e un’altra ideologica», ha affermato. Secondo il ministro, il patriarcato come fenomeno giuridico è scomparso con la riforma del diritto di famiglia del 1975, sostituito da un modello familiare basato sull’uguaglianza. Ha poi aggiunto: «L’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza in qualche modo discendenti dall’immigrazione illegale».

Queste dichiarazioni hanno sorpreso e, in alcuni casi, irritato i partecipanti. Lo stesso Gino Cecchettin, circondato dai microfoni al termine dell’incontro, ha commentato con diplomazia: «Le parole del ministro? Su alcune posizioni c’è convergenza. Ma su altre no e su quelle si dovrà lavorare».

Frassinetti: “Educare al rispetto nelle scuole è fondamentale”

Tra gli interventi istituzionali, Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito, ha ribadito l’importanza dell’educazione come strumento di prevenzione. «Bisogna insegnare ai ragazzi e alle ragazze la cultura del rispetto, spiegando che il possesso è cosa diversa dal sentimento dell’amore», ha dichiarato, esprimendo vicinanza a Gino Cecchettin per il suo impegno nonostante il dolore personale. Frassinetti ha inoltre sottolineato che, dopo l’uccisione di Giulia, altre 100 donne sono state vittime di femminicidi, evidenziando l’urgenza di un’azione comune per contrastare questa “vergogna sociale”.

La critica della FLC CGIL

Dura e immediata è stata la replica della FLC CGIL alle dichiarazioni del ministro Valditara. La Federazione dei Lavoratori della Conoscenza ha accusato il ministro di negare la realtà e la matrice patriarcale della violenza di genere. «Il nostro Paese ha un numero elevatissimo di femminicidi, esattamente frutto della cultura patriarcale da lui negata», si legge nella nota. La FLC CGIL ha inoltre sottolineato come i dati mostrino che la maggioranza delle violenze avviene tra le mura domestiche, smentendo qualsiasi correlazione diretta con l’immigrazione.

«Nei luoghi della formazione continueremo a rivendicare un’educazione sessuale ed affettiva. Nelle piazze e nei luoghi di lavoro faremo rumore per non dimenticare chi è stata barbaramente uccisa, oppressa e stuprata», conclude il comunicato.

Un messaggio forte, oltre le polemiche

Nonostante le divergenze emerse durante l’evento, la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin ha messo in luce l’importanza di affrontare il fenomeno della violenza di genere con un approccio culturale ed educativo. L’iniziativa rappresenta un simbolo di resilienza e speranza, un invito a costruire una società fondata sul rispetto e sull’empatia, partendo dalle nuove generazioni.

Al di là delle polemiche politiche, il messaggio di Gino Cecchettin e il lavoro della Fondazione segnano un passo importante verso un futuro in cui tragedie come quella di Giulia possano essere prevenute e sconfitte.

La Voce della Scuola sui social