Anief apprezza l’accordo Ministero-Fondazione Cecchettin: sposa la nostra linea che ha portato all’accordo con l’Aran di estensione del congedo fino a 4 mesi per le donne vittime di violenza
Anief apprezza l’accordo Ministero-Fondazione Cecchettin: sposa la nostra linea che ha portato all’accordo con l’Aran di estensione del congedo fino a 4 mesi per le donne vittime di violenza

La lotta alla violenza di genere, l’approdo alla cultura del rispetto verso le donne, la valorizzazione delle relazioni paritarie: sono i punti chiave che hanno caratterizzato l’accordo siglato tra il ministero dell’Istruzione e del Merito e la Fondazione Giulia Cecchettin che, come obiettivo, ha proprio quello di avviare nelle scuole di ogni ordine e grado un percorso di sensibilizzazione “verso una cultura del rispetto”. L’organizzazione Anief ritiene importante questo genere di accordo, poiché in linea con l’azione che lo stesso sindacato sta portando avanti da anni in difesa dei diritti e a tutela delle donne che nelle nostre scuole rappresentano circa l’80% del personale.

Il sindacato ricorda che riguardo gli abusi di ogni genere sulle donne, le ultime stime globali risultano a dire poco allarmanti: solo nel 2023 a livello mondiale “ogni giorno 140 donne e ragazze perdono la vita a causa della violenza domestica, con una vittima ogni 10 minuti”. Pacifico ricorda che “è passato oltre un anno dalla Legge 24 novembre 2023, n. 168 recante disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, eppure in Italia abbiamo dovuto registrare 100 vittime accertate di femminicidio, una ogni tre giorni, con aumenti tra gli uomini assassini tra gli under 25 e gli over 67. La verità è che probabilmente si è fatto tanto, ma non abbastanza: il patriarcato nella nostra società ha radici storiche, culturali che creano il terreno fertile perché certi atteggiamenti aggressivi si trasformino in violenza pura, annullamento dell’individuo, femminicidio. L’obiettivo di una società sana deve essere quello di costruire un contesto sociale dove la donna – conclude il leader dell’Anief – possa essere rispettata in toto”.