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Assemblea della Rete Per La Scuola Pubblica

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A cura di Redazione
27 maggio 2025 18:44
Assemblea della Rete Per La Scuola Pubblica -
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NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI 2025

PER LA SCUOLA PUBBLICARESPINTE!

RETE PER LA SCUOLA PUBBLICA
COSA SONO LE INDICAZIONI NAZIONALI 2025?

Nella scuola pubblica dal 2004 i programmi ministeriali sono stati sostituiti dalle Indicazioni nazionali, che stabiliscono le linee guida per la progettazione del curricolo. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha pubblicato, l’11 marzo scorso, la bozza delle Nuove Indicazioni 2025 per Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione che sostituiscono totalmente quelle del 2012 con chiari obiettivi ideologici: annullare la funzione pedagogica della scuola pubblica, trasformare l’insegnante in una figura di controllo, rendere l’alunna un recipiente di nozioni. Le Indicazioni 2025 sradicano completamente il progetto educativo e il ruolo pedagogico della scuola conquistato negli ultimi decenni, riducendola a una mera palestra di addestramento per somministrare contenuti, minando la possibilità di sviluppare un senso critico per comprendere il mondo e per essere cittadinə consapevoli.

QUALI ALTRE MISURE SONO LEGATE ALLE INDICAZIONI 2025?
Le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica del 2024, la riforma del voto in condotta e l’introduzione dei giudizi sintetici nella scuola primaria (L. 150/2024), il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici (D.P.R. 13 giugno 2023, n. 81), la risoluzione Sasso (700203) – la mozione “antigender” –, la repressione del dissenso nelle scuole superiori, il disegno di legge sul consenso informato preventivo (approvato dal CdM il 30 aprile 2025) distruggono il ruolo pedagogico della scuola e istituiscono un impianto formativo autoritario. Oltre al feroce attacco alla scuola pubblica, il governo sta definanziando l’Università, criminalizzando il dissenso con il DL Sicurezza (11 aprile 2025, n. 48), distruggendo il welfare pubblico e il sostegno alla salute, attuando i decreti securitari contro le comunità territoriali, militarizzando la scuola pubblica e finanziando il riarmo europeo.

COME SONO STATE PROPOSTE?
Il MIM ha inviato le Indicazioni senza alcun confronto con il mondo della scuola, senza alcun lavoro di progettazione, limitandosi a far compilare a posteriori un questionario dove era solo possibile rispondere in modo positivo. Un metodo tecnocratico e autoritario che viola ogni principio democratico e la stessa idea di scuola pubblica basata su corresponsabilità, collegialità e confronto. Ilgoverno non ha predisposto una riforma organica della scuola, ma un testo frammentario, incoerente, scarsamente competente, ignorando ogni pratica educativa e didattica conquistata in decenni di la
voro da parte della scuola tutta.

QUALE MODELLO CULTURALE IMPONGONO?
La comunità scompare del tutto e resta solo il singolo individuo che passivamente assimila nozioni dal Maestro, il quale è chiamato ad insegnare il primato dell’Occidente e della Storia italiana. Le Indicazioni, contravvenendo alla loro funzione e alla libertà di insegnamento, impongono alla scuola la trasmissione di una storia identitaria nazionalista, promuovendo un modello neo-autoritario e una drammatica reazione culturale, propria dei movimenti ultra conservatori schierati contro ogni diversità culturale, etnica, di genere. Viene rimossa ogni idea di cittadinanza planetaria e di convivenza delle differenze e il mondo è ridotto alla piccola patria. In questo quadro, la violenza di genere è concepita come una “triste patologia” e non come manifestazione sistemica di una cultura asimmetrica e patriarcale.

QUALE FUNZIONE PER LA SCUOLA?
La scuola cede la sua funzione di comunità educante in cui sviluppare il senso critico, di luogo sicuro e funzionale in cui tutte le parti agiscono in modo collegiale per accogliere i percorsi di apprendimento, lo sviluppo e la realizzazione della persona. I laboratori scientifici e STEM sono concepiti come mere aule e non come luoghi di invenzione e sperimentazione. Sparisce ogni visione della scuola quale spazio comunitario in cui si combinano le differenze; si sopprimono l’interculturalità, l’educazione sessuo-affettiva e alla cittadinanza democratica, il contrasto alla violenza di genere.

QUALE FIGURA DI INSEGNANTE?
Nuova centralità assoluta è data alla figura del Maestro – il Magister rigorosamente al maschile – una guida autoritaria e paternalista. Il Maestro conduce lə allievə al sapere attraverso un mero ruolo trasmissivo di contenuti. Tramite la Bibbia, la musica classica italiana, i racconti risorgimentali e le canzoni patriottiche, si vorrebbe imporre una educazione volta alla divisione tra bene e male attraverso
un senso morale impartito dall’alto e all’introiezione del principio di autorità.

FEMMINILIZZAZIONE DELL’INSEGNAMENTO E QUESTIONE SALARIALE
A fronte di questa visione ideologica e anacronistica della figura dell’insegnante, vogliamo richiamare l’attenzione sui problemi sistemici su cui si innestano queste riforme, primo tra tutti la femminilizzazione del corpo docente. Per femminilizzazione intendiamo non tanto la composizione in sé del corpo docente, quanto la considerazione del suo ruolo quale vocazione, missione, prolungamento di quello materno, per il quale si è chiamatə a svolgere mansioni non retribuite o mal pagate. Di fronte a un’insegnante morta mentre accompagnava la sua classe in gita (incarico generalmente non retribuito o mal pagato) – quello che è accaduto a Domenica Russo lunedì 19 maggio – sentiamo invece solo parole di cordoglio. Oltre a ciò, ci uniamo all’appello per i salari: è necessario rilanciare non solo il problema degli stipendi più bassi in Europa, ma anche quello della drastica riduzione dei salari reali di tutti e di tutte, dovuta a questioni legate all’inflazione e ai modelli produttivi occidentali.

COSA VOGLIAMO?RESPINGERE QUESTE INDICAZIONI!

  1. Difendere la funzione educativa e pedagogica della scuola in base ai principi costituzionali.
  2. Tutelare la scuola come istituzione delicata che non può essere smantellata dalle scelte ideologiche di chi governa in un determinato momento.
  3. Mantenere il ruolo della scuola come architrave del sistema democratico in cui si impara a essere cittadinə, un luogo di libera espressione contro ogni forma di sopraffazione e violenza razziale, classista, di genere o abilista.

COSA POSSIAMO FARE?

PARLARE CON DOCENTI, GENITORI, PERSONALE DELLA COMUNITÀ EDUCANTE PER INFORMARE

COSTITUIRE COMITATI ALL’INTERNO DELLE ASSEMBLEE DEGLI ORGANI COLLEGIALI E DELLE ASSOCIAZIONI DI GENITORI

SEGUIRE LE MOBILITAZIONI DELLA RETE PER LA SCUOLA PUBBLICA.

La Rete per la Scuola Pubblica è un movimento dal basso che si è costituito attorno alle Nuove Indicazioni Nazionali e agli altri provvedimenti che minacciano la democrazia, a partire dalla scuola pubblica.

 

entra in contatto: [email protected]
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