Basta col “divide et impera”. Puntare sulle conoscenze disciplinari
Si è riunito ieri, in modalità online, il Gruppo di lavoro scuola del PSI. Molti gli argomenti affrontati dai rappresentanti delle diverse Regioni italiane

Si è riunito ieri, in modalità online, il Gruppo di lavoro scuola del PSI. Molti gli argomenti affrontati dai rappresentanti delle diverse Regioni italiane. Unanime la soddisfazione per la sentenza della Consulta che di fatto ha bloccato la regionalizzazione dell’Istruzione pubblica. Il PSI dai tempi dei referendum consultivi di Lombardia e Veneto, si è battuto contro una riforma che, se realizzata, avrebbe distrutto l’unità culturale del Paese e aumentato, all’interno delle stesse Regioni, il divario sociale ed economico tra classe abbienti e meno abbienti.
Sentito dai componenti del gruppo di lavoro il problema dell’inclusione degli alunni di origine non
italiana. Lo Ius Scholae, per il PSI, rappresenta lo strumento cardine per una sana e costruttiva inclusione dei nuovi cittadini italiani. Gli intervenuti hanno quindi individuato nel reclutamento, la formazione e la carriera, uno dei punti deboli dell’attuale sistema scuola. Dalla discussione è emersa la necessità di definire un sistema di reclutamento centrato sulla formazione disciplinare e pedagogica e che riduca ad una sola le modalità di reclutamento. Tutto ciò nella convinzione che il buon insegnante apprenda dalla propria esperienza e da quella dei propri colleghi.
L’attuale sistema di reclutamento è invece vario e variegato, crea differenze di reclutamento inaccettabili e dal sapore vagamente anticostituzionale.Il “divide et impera” non può essere accettato come un valido sistema di gestione del personale scolastico. Il troppo spesso usato sistema di preselezione a risposte multiple umilia la professionalità degli aspiranti docenti.
Il PSI scuola quindi propone, terminata la stagione degli infausti concorsi PNRR e affrontato il problema
della precarietà dilagante attraverso la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto, di
ripartire con un unico sistema di concorsi, su base nazionale, che prevedano prove legate esclusivamente
alla disciplina della classe di concorso e agli strumenti pedagogici necessari all’insegnamento. Inoltre,
è auspicabile che i corsi di laurea magistrale prevedano dei percorsi abilitanti all’insegnamento.
Nell’incontro si è affrontato altresì il disagio tra chi aspira all’insegnamento come sostegno alla didattica di alunni e classi, disagio determinato dagli attuali sistemi di specializzazione al sostegno. Il problema degli specializzati all’estero, inseriti a pettine nelle graduatorie, nonché la necessità di bloccare, almeno per due anni, i corsi di specializzazione al sostegno pesa e crea differenze in una realtà, quella del sostegno, tra le più delicate ed importanti del mondo della scuola. Sabato e domenica prossimi, il PSI scuola porterà a Napoli le sue proposte, alla Conferenza nazionale del Partito. Così, in una nota stampa Enzo Maraio, Segretario nazionale PSI e Luca Fantò, Responsabile scuola PSI.