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Berlusconi, la guerra dei trent’anni

Berlusconi non apparteneva a quei mondi esclusivi e inaccessibili, tipici delle storiche famiglie influenti italiane come gli Agnelli ma poteva mettere in campo la sua grande intelligenza e la capacit...

A cura di Nicola Giocondo
14 giugno 2023 16:47
Berlusconi, la guerra dei trent’anni -
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Berlusconi non apparteneva a quei mondi esclusivi e inaccessibili, tipici delle storiche famiglie influenti italiane come gli Agnelli ma poteva mettere in campo la sua grande intelligenza e la capacità di intuire il potere della comunicazione.

Il potere delle parole è infinito e stravolgente e possono essere lo strumento attraverso cui si stimolano pensieri, emozioni e giudizi, possono guidare le azioni e i comportamenti. Inizialmente le televisioni commerciali furono considerate uno strumento di business nel quale si erano cimentati grandi gruppi editoriali rappresentanti della borghesia culturale nazionale come Rusconi con Italia 1 e Mondadori con la Rete 4. Non ci avevano creduto al punto che Rusconi, al momento della vendita dichiarò: È vero, la tivù è l’editoria del futuro. Ma al futuro bisogna arrivarci vivi. Stesso ragionamento per Mondadori che nel 1984 cedette Rete 4 alla Fininvest.

Ma alle grandi famiglie non poteva sfuggire la lezione di Edilio Rusconi per cui: “Il giornalismo, come la letteratura, è lo sfruttamento dei sentimenti”. Edilio Rusconi ne era convinto: “Altro che notizie, la gente vuole sognare”. Solo che questo potere doveva fare i conti con la pigrizia finanziaria che aveva già portato Rusconi e Mondadori a vendere a Berlusconi. C’era un metodo di gran lunga meno dispendioso e già collaudato con Angelo Rizzoli che negli anni 80 fu depredato della sua casa editrice. I vecchi gruppi di potere, padroni della politica e della finanza si impossessarono del gioiello di famiglia, il Corriere della Sera, con l’atroce infamia di far passare la vittima per un malvivente, una mistificazione che, a dispetto di tutte le sentenze, dopo lunghi anni di inganni mediatici ha attecchito nell’opinione pubblica.

Agli inizi degli anni 90, in concomitanza con il grande movimento mediatico giudiziario che prese il nome di Tangentopoli questo vecchio e consolidato potere aveva mirato Berlusconi il cui punto debole era la sua grande amicizia con Bettino Craxi, designato quale agnello sacrificale per il cambiamento radicale del paradigma politico. Il perno fu l’inchiesta giudiziaria che prese forma nel 1992, attorno a cui ruotò e si scatenò l’indignazione della società civile, che riguardava il sistema di finanziamento illecito dei partiti. Furono coinvolti dall’offensiva giudiziaria i sostenitori politici dei governi del pentapartito il cui il sistema mediatico faceva capo al gruppo di Silvio Berlusconi.

Iniziò così la guerra dei trent’anni.

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