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Bullismo e cyberbullismo, da “Figli delle stelle” a “Figli delle app”, i dati allarmanti del sociologo Franceso Pira

Bullismo e cyberbullismo, da “Figli delle stelle” a “Figli delle app”, i dati allarmanti del sociologo Franceso Pira di una realtà al declino nel suo libro “Figli delle app, le nuove generazioni digit...

A cura di Doriana D'Elia
26 giugno 2021 14:47
Bullismo e cyberbullismo, da “Figli delle stelle” a “Figli delle app”, i dati allarmanti del sociologo Franceso Pira -
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Bullismo e cyberbullismo, da “Figli delle stelle” a “Figli delle app”, i dati allarmanti del sociologo Franceso Pira di una realtà al declino nel suo libro “Figli delle app, le nuove generazioni digital-popolari e social dipendenti”. Il libro è dedicato non solo alle vittime di cyberbullismo, del sexting, del revenge porn, del cutting e a chi ha perso la vita in una challenge ma anche ai formatori della nascente generazione digitale che tramite le nuove tecnologie devono districarsi in un nuovo modello di trasmissione positiva e di condivisione di conoscenza.

Il professore Francesco Pira fornisce agli odierni educatori dati oggettivi desunti da ricerche strutturate su un campione della comunità studentesca italiana, e dichiara: “Nel terzo capitolo c’è una ricerca su 1858 ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Ho cercato di sondare qual è stata la situazione dei nostri ragazzi durante la pandemia. I risultati ci devono far riflettere, se da un lato si apprende che la grande rivoluzione digitale è compiuta dall’altro ora tocca vedere le ricadute di questa intelligenza artificiale sulla generazione Z che si identifica in una generazione totalmente tecnologica e che io ho voluto chiamare “Figli delle app” contrapponendo la denominazione al celebre brano di Alan Sorrenti, “Figli delle stelle”, mettendo in evidenza come sia cambiato lo schema di aspettative tra le generazioni passate e le attuali: mentre prima i ragazzi sognavano il futuro sotto un cielo stellato ora, i “figli delle app”, sognano chiusi in casa, isolati nella loro stanza, collegati al proprio smartphon identificando la realtà con ciò che avviene al suo interno”.


L’appello del professore dell’Università di Palermo, Francesco Tulone, ad una maggior partecipazione dei genitori nella vita dei propri figli, “Occorre una maggiore informazione di come utilizzare i media” – afferma – il delegato Regionale Scuola Sicilia presso il Dipartimento Nazionale Scuola Lega Tulone. “La scuola è una comunità e deve tornare a formare i ragazzi alla vita con la compartecipazione di tutti, insegnanti, genitori ed esperti. Per evitare il cyberbullismo occorre entrare in simbiosi coi nostri figli e con i nostri studenti. Ormai dipendiamo dalla tecnologia, questa incide sovrana nelle nostre vite. Quest’anno, con la seconda ondata dell’emergenza sanitaria da Covid-19, l’uso dei mezzi informatici è stato fondamentale per la continuità lavorativa e di istruzione della popolazione italiana ma i dati però riportano che gli stessi mezzi per contrastare la povertà relazionale, sia essa formale che informale, sono stati utilizzati in maniera non propriamente corretta, perdendo una grande occasione, quella di restituire alla nostra nazione un appropriato senso civico in un momento di grande crisi”.

Tra gli interventi della 40esima puntata de La Voce della Scuola Live, il sociologo Francesco Pira puntualizza, come il periodo pandemico abbia fatto emergere dati allarmanti di una adolescenza in forte crisi esistenziale e poco consapevole del giusto uso dei mezzi informatici. Il professore Pira dichiara: “Un allarme lanciato anche dal Bambin Gesù con l’aumento dei casi, tra febbraio a dicembre del 2020 dei casi di cutting, di autolesionismo o di tentativo di suicidio; dall’ultimo rapporto dell’UNICEF che evidenzia un incremento dei casi di depressione tra bambini e adolescenti e ancora dalle testimonianze, riportate dallo scrittore D’Avenia, di giovani ragazze che affermano la violenza percepita col primo rapporto sessuale, questo perché ormai l’educazione sessuale dei nostri ragazzi è data ormai esclusivamente in mano ai siti internet di pornografia. Sono tutti situazioni di allarme di una condizione generale che attesta che è in atto una questione sociale con tendenza in negativo ma che ci deve far reagire e l’unica reazione forte è la formazione”.

Il riferimento è a “Ultimo Banco” dello scrittore Alessandro D’Avenia, nel quale si rende noto come negli Usa ogni secondo 28mila persone consumano porno (il 61% da smartphone) e ogni secondo vengono spesi 3mila dollari per videochat private. Il 90% dei ragazzi tra 8 e 16 anni consuma giornalmente pornografia in rete e, quasi sempre, la prima volta è accaduto casualmente (l’età media si è abbassata a 9 anni) e il 74% dei consumatori abituali sono uomini. Dati che spiegano l’impatto negativo sulla sessualità delle nuove generazioni. L’attività di ricerca nell’ambito della sociologia dei processi culturali e comunicativi, svolta dal professore Francesco Pira, dichiara una battaglia personale al bullismo, al cyberbullismo, al sexting, alle fake news e alla violenza sulle donne. “Un’altra tendenza preoccupante è l’aumento di profili falsi. Su 544 adolescenti che hanno risposto al quesito: “hai un profilo social falso?” Molti hanno ritenuto di non rispondere e dalle risposte pervenute il 69% dichiara di averlo – conclude – il sociologo Pira. È questo un dato impressionante che rende evidente due cose: l’attitudine ad un presunto esercizio di libertà che si muove nell’opacità dell’anonimato e anche la visione distorta del principio di tutela della propria privacy e di quella degli altri. La ricerca non indaga i bambini della scuola primaria che pur non esprimendo di essere iscritti su social network, lo sono, e alle più moderne app sono imputabili challenge che in alcuni casi hanno messo a serio rischio la vita umana di bambini che usufruiscono di mezzi informatici impropriamente e la cronaca conferma il triste epilogo per alcuni di essi, anche in Italia, con la conclusione che questi “figli delle app” rischiano di non poter continuare a sognare”.

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