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Buoni pasto al personale scolastico: il Senato respinge l’emendamento, ma ANIEF insiste sul principio giuridico

Niente buoni pasto per il personale scolastico e ATA, almeno per ora. La VII Commissione del Senato ha infatti respinto l’emendamento 2.0.4, inserito nella procedura di conversione del decreto legge 4...

A cura di Redazione
15 maggio 2025 08:22
Buoni pasto al personale scolastico: il Senato respinge l’emendamento, ma ANIEF insiste sul principio giuridico -
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Niente buoni pasto per il personale scolastico e ATA, almeno per ora. La VII Commissione del Senato ha infatti respinto l’emendamento 2.0.4, inserito nella procedura di conversione del decreto legge 45/2025, relativo alle misure urgenti per l’attuazione del PNRR e l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026. La proposta avrebbe introdotto un riconoscimento economico – sotto forma di buoni pasto – per docenti, ATA ed educatori della scuola pubblica, ma ha trovato un ostacolo insormontabile: l’assenza di copertura finanziaria.

Pacifico (ANIEF): “Il principio va affermato comunque”

Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato ANIEF, il rigetto dell’emendamento non deve scoraggiare la battaglia sindacale: “Il mancato stanziamento di risorse non preclude la possibilità di inserire il principio dei buoni pasto nella contrattazione nazionale, esattamente come è avvenuto per la formazione retribuita nel contratto 2019-2021”.

L’idea è quella di introdurre l’istituto nei prossimi contratti collettivi, demandando poi al secondo livello di contrattazione – cioè quello integrativo – la sua attuazione pratica, qualora vi siano le condizioni economiche. Pacifico ribadisce che la valenza giuridica del riconoscimento è già di per sé un passo essenziale: “Una volta affermato il principio, si potrà procedere alla sua applicazione in base alle risorse disponibili”.

Un precedente contrattuale: la formazione retribuita

Il presidente dell’ANIEF ha infatti ricordato che nel CCNL 2019-2021, l’istituto della formazione fu introdotto pur in assenza di fondi dedicati, grazie a una scelta strategica: legarlo al fondo di istituto, che può coprire varie tipologie di spesa. Questo modello, secondo Pacifico, potrebbe essere ripreso anche per il buono pasto, superando così gli attuali vincoli imposti dalla legge di bilancio.

Riconoscimento universale, non legato a orari

Nel caso in cui i buoni pasto vengano introdotti in sede contrattuale, non saranno legati a orari minimi o alla presenza fisica sul luogo di lavoro. Pacifico chiarisce che l’obiettivo è estendere l’istituto a tutti i lavoratori del comparto scuola, senza distinzioni tra docenti, ATA, educatori, personale in presenza o in smart working. Si tratterebbe dunque di una misura generalizzata di welfare organizzativo, in linea con quanto già previsto in altri comparti della Pubblica Amministrazione.

Il contesto europeo e la disparità con altri comparti

L’ANIEF richiama anche una direttiva europea che rimette alla contrattazione collettiva la definizione degli istituti di welfare, tra cui i buoni pasto. Il comparto scuola, a oggi, non ha mai beneficiato di questo tipo di trattamento, a differenza di altri settori pubblici. Il mancato riconoscimento rappresenta quindi una disparità giuridica e contrattuale che il sindacato intende colmare.

Un pacchetto più ampio di proposte

La battaglia per i buoni pasto non è isolata. ANIEF ha avanzato la proposta all’interno di un pacchetto negoziale più ampio, che comprende:

  • Assunzione degli idonei del concorso 2020 e validità dell’anno di prova per i neo-assunti;

  • Reclutamento di docenti, ATA, IRC ed educatori fino al 100% dei posti disponibili;

  • Inserimento di organici aggiuntivi;

  • Parità di trattamento tra personale precario e di ruolo;

  • Estensione della mobilità intercompartimentale;

  • Riconoscimento della dirigenza per funzionari ed Elevate Qualificazioni;

  • Misure per i docenti delle scuole italiane all’estero;

  • Aumento degli stipendi ATA da supplenze;

  • Pagamento regolare delle supplenze brevi.

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