La Voce della Scuola

Buoni pasto personale scolastico: anomalia da sanare quanto prima

Buoni pasto personale scolastico: anomalia da sanare quanto prima

A cura di Gerardo Fania
12 gennaio 2025 12:38
Buoni pasto personale scolastico: anomalia da sanare quanto prima -
Condividi

a cura di Fania Gerardo

 

I Buoni pasto restano una grande anomalia tutta italiana, negli ultimi mesi, il tema dei ticket per docenti e ATA, è tornato in maniera evidente al centro del dibattito politico/sindacale, evidenziando una disparità di trattamento rispetto ad altre categorie( tutte ) del pubblico impiego.

Quello che è ignorato e che i dipendenti della scuola pubblica italiana sono gli unici a non riceverli da sempre e mai si è ragionato su questo tema in modo serio e concreto.

Come si diceva poc’anzi, questa è un’anomalia a più riprese segnalata un po’ da tutti i sindacati, che chiedono ancora oggi anche al Governo Meloni di intervenire per “sanare” la situazione.

Il contratto collettivo nazionale risalente al novembre 2022, prevede una pausa pranzo di 30’ per il personale che lavori oltre 6 ore, e la sostituzione del buono pasto con l’erogazione del servizio mensa, previo però accordo preventivo con i sindacati. Anche in virtù di questo contratto, i sindacati della Scuola chiedono un adeguamento che ad oggi non c’e ancora stato.

Diventa fondamentale a questo punto introdurre dei buoni pasto di circa 13 euro al giorno, anche per sanare in qualche modo il deficit stipendiale per questi lavoratori che hanno stipendi decisamente troppo bassi nonostante appunto, l’ultimo rinnovo contrattuale.

La ragione principale del mancato riconoscimento dei buoni pasto fin qui per docenti e personale ATA risiede tutta nell’articolazione dell’orario di lavoro, nettamente differente ad altri lavoratori del settore pubblico, dove i dipendenti possono avere anche turni continuativi o spezzati che prevedono pause pranzo lunghe, ma questa non può e non deve essere più una giustificazione, il mondo scolastico non è composto da lavoratori di serie B, i docenti, sono spesso tenuti a presenziare a riunioni, consigli di classe e colloqui con i genitori che si svolgono anche e soprattutto nel pomeriggio e i lavoratori ATA “vivono” la scuola ormai nell’arco dell’intera giornata perché sollecitati da mille impegni lavorativi a loro richiesti.

Impegni aggiuntivi che comunque non hanno ancora portato al riconoscimento del beneficio dovuto e fin qui richiesto senza esito positivo.

Il governo deve evidentemente trovare le giuste risorse economiche necessarie, e da questo punto di vista la lotta sindacale è ancora decisamente tutta aperta.

La Voce della Scuola sui social