Burnout a Scuola: Un Problema Ignorato dalle Istituzioni, Anief Chiede Interventi Urgenti
Lo stress lavorativo nelle scuole italiane sta raggiungendo livelli preoccupanti, con il burnout che colpisce sempre più insegnanti, dirigenti scolastici e personale amministrativo.

Lo stress lavorativo nelle scuole italiane sta raggiungendo livelli preoccupanti, con il burnout che colpisce sempre più insegnanti, dirigenti scolastici e personale amministrativo. A evidenziarlo è un recente studio citato da Tuttoscuola, che ha analizzato i fattori principali che contribuiscono al deterioramento della salute mentale dei lavoratori del settore educativo. Nonostante le evidenze e l’attenzione crescente dell’Unione Europea verso questo tema, le istituzioni italiane sembrano ignorare il problema, sollevando critiche da parte del sindacato Anief.

Secondo l’analisi riportata, il burnout nelle scuole è alimentato da una serie di fattori stressanti, tra cui richieste eccessive, un ambiente di lavoro poco favorevole, mancanza di supporto, conflitti di ruolo e gestione inadeguata dei cambiamenti. Inoltre, le difficoltà nel mantenere un equilibrio tra vita lavorativa e personale aggravano ulteriormente la situazione, portando a conseguenze psicologiche e fisiche preoccupanti.
Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, ha commentato duramente il silenzio delle istituzioni su questi dati allarmanti: “Nel silenzio assoluto delle istituzioni sull’argomento, benché avessimo chiesto più volte dati ufficiali su lavoratori colpiti e patologie conseguenti, confermano quello che il nostro sindacato, vicino alle esigenze dei lavoratori della scuola, sostiene da tempo: lavorare a scuola è molto stressante”.
Pacifico sottolinea la necessità di riconoscere il lavoro scolastico come una professione usurante, che consentirebbe al personale di andare in pensione anticipatamente a 63 anni senza penalizzazioni economiche. Questa richiesta nasce dalla consapevolezza che la scuola non è solo un luogo di formazione, ma anche un ambiente ad alto rischio psicosociale, dove le condizioni lavorative possono avere un impatto devastante sulla salute.
Anief propone anche altre misure urgenti, tra cui il riconoscimento degli anni di studio universitario e di specializzazione come validi ai fini previdenziali, senza costi aggiuntivi per i lavoratori. Inoltre, il sindacato chiede l’introduzione di un supporto psicologico in ogni istituzione scolastica, gestito da professionisti qualificati, per offrire sostegno al personale scolastico sempre più spesso vittima di violenze e pressioni insostenibili.
“Troviamo positiva la proposta della Lega, presentata dall’on. Giorgia Latini, per arrivare allo psicologo scolastico in grado di intervenire su più fronti”, aggiunge Pacifico, riconoscendo la necessità di un intervento sistematico per affrontare una crisi che non riguarda solo la qualità dell’insegnamento, ma la salute stessa di chi lavora nelle scuole.
Infine, Pacifico richiama l’attenzione sulla necessità di rafforzare gli organici, soprattutto nelle scuole situate in aree difficili, dove le condizioni di lavoro sono ancora più gravose e il supporto al personale diventa essenziale.
L’allarme lanciato da Anief evidenzia una questione di cui le istituzioni non possono più permettersi di ignorare. Senza interventi concreti e tempestivi, il rischio è quello di un progressivo deterioramento delle condizioni di lavoro nelle scuole italiane, con conseguenze devastanti non solo per gli insegnanti e il personale scolastico, ma anche per l’intero sistema educativo.