Calano gli Alunni nelle Scuole Primarie: Anief chiede interventi di welfare e classi meno numerose
Negli ultimi otto anni, le scuole primarie italiane hanno registrato una significativa diminuzione di iscritti: oltre 300mila alunni in meno, con una media annuale di quasi 75mila.

Negli ultimi otto anni, le scuole primarie italiane hanno registrato una significativa diminuzione di iscritti: oltre 300mila alunni in meno, con una media annuale di quasi 75mila. Questo trend negativo è stato evidenziato da un’analisi del Centro studi OrizzonteScuola, basata su dati ufficiali del Ministero dell’Istruzione. La diminuzione di iscrizioni è stata meno marcata per la scuola secondaria di primo grado (le medie), mentre le scuole superiori hanno registrato una lieve crescita nel numero di studenti.

Nel dettaglio, tra l’anno scolastico 2015/16 e il 2022/23, le scuole primarie hanno perso 302.353 alunni, mentre le scuole medie hanno visto una riduzione di 74.621 studenti. Al contrario, le scuole superiori hanno avuto un incremento di 5.892 studenti.
Davanti a questi dati, l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori (Anief) chiede urgenti interventi di welfare per supportare le coppie e incentivare la natalità. “Questi dati dimostrano che servono più che mai interventi di welfare a sostegno delle coppie e di chi fa figli,” ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Pacifico sottolinea la necessità di aiutare in particolare le aree abitate da cittadini indigenti o con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro.
Oltre agli interventi di welfare, Anief sollecita da anni una riforma nella formazione delle classi scolastiche. L’associazione propone di abbattere i tetti minimi di costituzione delle classi, criticando la formazione dei cosiddetti “gruppi pollaio”. “Introducendo finalmente classi da non oltre 15 alunni e ancora meno in caso di presenza di giovani con disabilità e sostegno, non è più una scelta, ma una necessità,” afferma Pacifico. Secondo Anief, questo permetterebbe non solo di evitare ulteriori dimensionamenti, accorpamenti e chiusure di istituti scolastici, ma anche di migliorare la qualità del diritto allo studio, offrendo percorsi didattici più personalizzati e proficui.
La situazione attuale della scuola italiana, quindi, non solo riflette un calo demografico, ma pone in evidenza l’urgenza di riforme strutturali per garantire un’educazione di qualità e un sostegno adeguato alle famiglie.