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Card Docente: precario abilitato lo scorso anno non accede alla piattaforma. Per il Ministero ha perso il diritto a spendere il credito residuo

La Card docente, un beneficio economico destinato agli insegnanti per l’aggiornamento professionale, è nuovamente al centro di polemiche. Il tema è emerso in seguito alla pubblicazione di una FAQ sul...

A cura di Redazione
21 ottobre 2024 12:56
Card Docente: precario abilitato lo scorso anno non accede alla piattaforma. Per il Ministero ha perso il diritto a spendere il credito residuo -
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La Card docente, un beneficio economico destinato agli insegnanti per l’aggiornamento professionale, è nuovamente al centro di polemiche. Il tema è emerso in seguito alla pubblicazione di una FAQ sul portale del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) che, nella sezione dedicata alla Card, afferma che i docenti che non riescono ad accedere alla piattaforma per motivi tecnici non possono utilizzare l’importo residuo della Card. Questo messaggio ha sollevato numerosi dubbi, in quanto si riferisce a insegnanti che nel 2023/2024 avevano ottenuto il beneficio per via di un contratto fino al 31 agosto, ma che non hanno speso l’intero importo disponibile.

L’interpretazione della FAQ: “paradosso logico e giuridico”

Secondo la FAQ, il mancato accesso alla piattaforma equivarrebbe alla perdita del diritto di utilizzare i fondi non spesi della Card. Questa interpretazione è considerata da molti come un paradosso logico, poiché un impedimento di tipo tecnico non dovrebbe far venire meno un diritto acquisito. In altre parole, è difficile comprendere come una questione legata all’accesso a una piattaforma possa precludere l’utilizzo di fondi spettanti ai docenti.

La FAQ fa inoltre riferimento a una presunta analogia con il personale di ruolo, che perde il diritto alla Card con la cessazione del servizio. Tuttavia, questa analogia risulta forzata, in quanto per i docenti a tempo determinato vi è spesso la possibilità che il rapporto di lavoro si rinnovi, a differenza del personale di ruolo che cessa definitivamente il servizio. Il caso dei supplenti annuali, infatti, è peculiare e merita un’attenzione specifica, in quanto le cessazioni di contratto non sono definitive.

La normativa sulla Card: diritti dei supplenti e tempistiche

La normativa di riferimento per la fruizione della Card docente, come stabilito dal DPCM, prevede che i docenti con contratto a tempo indeterminato possano utilizzare i 500 euro destinati all’aggiornamento entro due anni dall’assegnazione. Non vi sono, tuttavia, ragioni giuridiche per cui questa norma non possa essere applicata anche ai supplenti annuali, considerando che spesso si trovano nelle stesse condizioni dei colleghi di ruolo per quanto riguarda le necessità di aggiornamento e formazione.

La recente pronuncia della Cassazione ha inoltre chiarito che i docenti con contratto fino al 30 giugno, come quelli con contratto fino al 31 agosto, devono poter recuperare gli importi residui nell’anno scolastico successivo. Questo conferma che il diritto alla fruizione del beneficio economico della Card non possa essere vanificato da problematiche di natura tecnica legate all’accesso alla piattaforma del MIM.

La posizione della CISL Scuola: una richiesta di rettifica

La CISL Scuola si è espressa in modo chiaro e fermo riguardo alla FAQ del MIM, definendola non corretta e chiedendone l’annullamento. La posizione del sindacato è basata sulla considerazione che la FAQ sia in contraddizione con le dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione, che aveva promesso un rifinanziamento della Card anche per i docenti supplenti. Secondo la CISL Scuola, non è accettabile che un problema tecnico come l’accesso alla piattaforma possa negare a un insegnante il diritto di utilizzare i fondi residui della Card.

La CISL sottolinea l’importanza di rispettare i diritti dei docenti, soprattutto di quelli a tempo determinato, che rappresentano una parte consistente del personale scolastico. L’accesso agli strumenti di aggiornamento è essenziale per garantire una formazione continua e di qualità, e ostacolarlo per ragioni di carattere tecnico va contro i principi di equità e giustizia.

Una questione aperta

La disputa sulla fruizione della Card docente rimane una questione aperta, che richiede chiarimenti e interventi da parte del Ministero per evitare che i diritti degli insegnanti vengano compromessi. La posizione della CISL Scuola rispecchia le preoccupazioni di molti docenti, che si aspettano un trattamento equo e coerente con le normative vigenti. Un adeguato rifinanziamento e un’interpretazione più flessibile delle regole sull’utilizzo della Card potrebbero rappresentare la soluzione per garantire a tutti i docenti, inclusi i supplenti, il pieno accesso ai benefici a loro spettanti.

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