CCNL Istruzione e ricerca: CGIL firma, UIL no. A rischio l’ asse tra Landini e Bombardieri?
Come anticipato da La Voce della Scuola, la UIL non firma l’ ipotesi di rinnovo del CCNL 2019/20 rompendo sostanzialmente sul riordino del personale ATA. Un esito che aveva preso corpo già da qualche...

Come anticipato da La Voce della Scuola, la UIL non firma l’ ipotesi di rinnovo del CCNL 2019/20 rompendo sostanzialmente sul riordino del personale ATA. Un esito che aveva preso corpo già da qualche tempo a leggere i tweet della segretaria della CISL Scuola, Ivana Barbacci, nella due giorni di trattative conclusive e l’ iniziativa della “diretta dal tavolo delle trattative” della FLC CGIL. Due maniere per premere sui vantaggi della firma e provare a costringere i cugini della famigerata triplice ad un ripensamento in ‘zona Cesarini’.
Un ripensamento che alla fine non c’ è stato. «Questioni interne alla loro organizzazione» è il sospetto che lasciano trapelare a mezza bocca i firmatari. Concordi nel liquidare la cosa come un coup de theatre di mezza estate, dettato da esigenze interne ma destinato a rientrare già a settembre, quando gli organi di controllo daranno il parere definitivo sull’ ipotesi di contratto e D’ Aprile si presenterà alla firma inventandosi qualche formula da apporre a verbale che dichiari la sottoscrizione per accettazione senza alcuna condivisione sul merito. «In realtà è già successo la volta scorsa» spiega chi ha memoria dell’ ultimo rinnovo di contratto. «Nel 2018 furono Snals e Gilda a tirarsi fuori al momento della sottoscrizione dell’ ipotesi di intesa. Eravamo alla vigilia delle elezioni RSU e la mancata firma del contratto diventò il leit motiv della loro campagna elettorale. Finite le elezioni, con motivazioni e formule che avrebbero messo in imbarazzo i dorotei dei tempi d’ oro, firmarono». «Non firmare significa non potersi sedere a nessuno dei tavoli di secondo e terzo livello, quelli con le regioni e soprattutto quelli nelle scuole – spiegano -. Oltre a dover rinunciare ad una parte consistente di ‘privilegi’ per i propri rappresentanti sui territori. Con conseguenze sulla tenuta dell’ organizzazione periferica non indifferenti». Praticamente costretti a firmare?
«Non è detto» spiega ridendo a mezza bocca uno storico sindacalista di un sindacato minore. «Dovrebbero semplicemente fare come facciamo noi da sempre. Tavoli separati e quadro attivo motivato oltre la carota di qualche privilegio immediato».
Fatto sta che dalla Uil romana tutto tace. E più di un segnale lascia sospettare che i famosi problemi interni, se non c’ erano prima, rischiano di venir tutti fuori ora.
Il primo campanello d’ allarme per il segretario D’ Aprile è venuto dai commenti alla firma del contratto. Se Landini e Sbarra si sono affrettati a dichiarare la loro soddisfazione per la firma, la Uil confederale ha taciuto. L’ unico Bombardieri ad intervenire è stato Attilio, segretario della RUA, dichiarando che il contratto era “un contratto farsa”, al quale sono toccati in sorte pure gli strali di Naddeo, presidente dell’ ARAN: « L’unica organizzazione sindacale che non ha firmato questo contratto, la Uil, che fa una polemica proprio sul fatto che una parte della Ricerca è stata rinviata. Purtroppo lo leggo dalle agenzie, quando eravamo al tavolo delle trattative c’è stato un ringraziamento per l’attività che abbiamo svolto e poi leggo che l’Aran non ha avuto coraggio di affrontare questi temi. Spero questo sindacalista dica queste cose quando ci vediamo al tavolo della trattativa – spiega Naddeo – abbiamo fatto un buon contratto, le parti che non sono state affrontate perché c’è un motivo di risorse finanziarie, poi se alla Uil interessa la separazione tra enti vigilati ed enti non vigilati, lo poteva dire prima. È un problema che va risolto però adesso probabilmente devono giustificare il fatto che non hanno firmato il contratto, i pretesti possono essere tanti, in realtà le dichiarazioni sono esattamente il contrario».
«Al tavolo la Uil ha ottenuto più di un risultato sull’ Università con la questione dei lettori – spiega chi era presente – ma la decisione definitiva di non firmare è venuta soprattutto dalla scuola. Sugli enti non vigilati la questione non è stata posta in termini così categorici. Ma ovviamente Bombardieri ha dovuto rafforzare la posizione del suo sindacato per evitare che sembrasse un capriccio della scuola a danno delle altre categorie».
Fatto sta che la rottura della triplice al tavolo della Scuola è un problema per la tenuta delle relazioni sindacali. Bombardieri (Pierpaolo, il segretario generale Confederale) ha lavorato sodo nei mesi scorsi per tenere rigorosamente distanti CGIL e CISL, costruendo un asse di ferro con Landini, senza farsi mancare qualche attacco sopra le righe a Sbarra. Lo schema del Confederale ora si è rotto e si tratta di capire se avrà conseguenze e quali saranno sul piano più generale dei rapporti fin qui decisamente sbilanciati verso i cugini di Corso d’ Italia.