Ci scrivono i lettori: "ma l' educazione civica non può essere una materia"
riceviamo e volentieri pubblichiamoBuongiorno direttore,per il rispetto che porto ai Suoi lettori ed alla Sua testata e nel nome della correttezza dell’informazione, Le chiedo di pubblicare la seguent...

riceviamo e volentieri pubblichiamo
Buongiorno direttore,
per il rispetto che porto ai Suoi lettori ed alla Sua testata e nel nome della correttezza dell’informazione, Le chiedo di pubblicare la seguente precisazione, in replica al post “Educazione Civica: nuove linee guida peggiori delle precedenti. Esperti e associazioni: Valditara la affidi ai docenti A046”.
Mi preme innanzitutto sottolineare che l’educazione civica non può essere una “materia” (come invece chiede l’autrice alla fine del suo post).Non si può non sobbalzare nel leggere una espressione del genere, motivo per cui ritengo doveroso scrivere queste poche righe.Per due ragioni ben precise.La prima: parlare di “materia” significa essere assolutamente fuori dal mondo della scuola. Credo sia doveroso ricordare ai Suoi lettori che, come noto da decenni e decenni, a scuola si insegnano discipline e non materie. La differenza è abissale. E’ la stessa differenza, per dirla alla Morin, tra una testa ben piena e una testa ben fatta.Deduco quindi che l’autrice del post non sia ancora una docente, ma piuttosto una laureata in giurisprudenza che intende sostenere la tesi che l’educazione civica debba essere appannaggio di chi ha quel tipo di titolo.
Secondo punto: la critica alle 33 ore. E’ giusto che tutti sappiano che le 33 ore non le ha inventate il ministro Valditara.Sono nella legge che, come noto, è sovrana. La stessa legge che era sovrana con il ministro Azzolina. Infatti mi risulta che Valditara, da uomo di legge e di cultura, abbia già sollevato la questione di una possibile modifica alla legge stessa. Ma finché c’è, è costretto a rispettarla. Cosi come non poteva non rimettere mano alle Linee Guida, appunto perché richiesto dalla suddetta legge.
Terzo punto: sempre nel nome della correttezza dell’informazione,è fuorviante scrivere: “Raccolte le impressioni di esperti, pedagogisti, associazioni di docenti e degli stessi docenti A046, sulle nuove linee guida dell’Educazione Civica, il coro è unanime…”. Quali esperti? Chi? Quanti? Capisco che nel web le regole del giornalismo a volte saltino ma è evidente che parlare di unanimità in questi termini è fuorviante, tutt’al più che stride con le decine di articoli positivi usciti sui quotidiani in questi giorni a proposito delle nuove Linee Guida. La scuola è democratica e quindi l’unanimità non può mai essere raggiunta, viva Iddio, ma un messaggio del genere non fa onore alla correttezza dell’informazione e non è rispettoso per i vostri lettori.
Un ultimo punto: l’educazione civica è nel dna stesso della scuola, è nella mission di ogni indirizzo di scuola. Scrivere che i nuclei tematici “ulteriormente ingrossati, se impartiti ancora in modo trasversale, la renderanno davvero ingestibile dai consigli di classe” significa di nuovo non aver capito cosa significa insegnare. Si tratta di nuclei valoriali, quindi per forza di cose trasversali, che costituiscono l’asse portante della scuola. Le 33 ore sono una sistematizzazione, per approfondire aspetti più profondi di ciò che è già trasversalmente insegnato. Capisco che ci siano molti laureati in giurisprudenza a spasso ma non può essere certo questa la via per trovare lavoro. Anche perché, a quanto mi risulta, la laurea in giurisprudenza ha una sua specificità, come dire, “più stretta” rispetto a quella ampia richiesta dai nuclei tematici dell’educazione civica. Tentare di fare passare il messaggio che debba essere promossa al rango di disciplina curricolare, affidata in via esclusiva ai docenti A046, è una strumentalizzazione. Ogni disciplina ormai è una lobby, da decenni, e lo si vede quando si discute di diminuire un’ora di una disciplina per aggiungere un’ora di un’altra. Che anche i laureati in giurisprudenza entrino in questa logica è, a mio avviso, abbastanza deludente.
Questo dovevo per amor del vero e rispetto alla vostra testata e ai vostri lettori.
Anna Maria De Luca
Dirigente scolastico