Corsi di educazione sessuale solo con consenso scritto: il nuovo disegno di legge Valditara accende il dibattito
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato al termine del Consiglio dei Ministri l’approvazione di un nuovo disegno di legge (ddl) dal titolo: “Disposizioni in materia...

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato al termine del Consiglio dei Ministri l’approvazione di un nuovo disegno di legge (ddl) dal titolo: “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”. Il testo, che dovrà ora seguire l’iter parlamentare per diventare legge, introduce novità rilevanti sul fronte educativo e disciplinare, soprattutto in relazione all’educazione sessuale nelle scuole, alla gestione degli episodi di violenza e al comportamento degli studenti.
Educazione sessuale: solo con consenso preventivo scritto
Uno dei punti più discussi del ddl riguarda i corsi di educazione affettiva e sessuale. D’ora in poi, secondo quanto prevede il testo, le scuole che intendano ampliare l’offerta formativa con contenuti legati alla sessualità dovranno ottenere il consenso preventivo scritto da parte dei genitori degli studenti.
Il consenso non sarà generico, ma dovrà essere informato: i genitori dovranno ricevere materiali esplicativi, conoscere le finalità, le modalità di svolgimento, e il contenuto didattico previsto dai corsi. Per chi negherà il consenso, le scuole dovranno predisporre attività formative alternative, senza penalizzare lo studente.
Valditara ha giustificato questa scelta con riferimento all’articolo 30 della Costituzione italiana, che attribuisce ai genitori il diritto-dovere di educare i figli. Nella scuola primaria, ha specificato il ministro, si potranno trattare solo i temi biologici previsti dai programmi nazionali: anatomia, corpo umano, riproduzione, evoluzione.
Violenza contro i docenti: arresto immediato e pene più severe
Il ddl introduce anche misure drastiche per contrastare le aggressioni a danno del personale scolastico. È prevista infatti l’arresto obbligatorio in flagranza per chiunque – studenti maggiorenni o genitori – commetta atti di violenza fisica contro docenti o dirigenti scolastici. Le pene saranno inoltre inasprite: le lesioni lievi, attualmente punite con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, passeranno a un minimo di 2 fino a un massimo di 5 anni.
«Un insegnante, un educatore, non si tocca», ha affermato il ministro, spiegando che è necessario tutelare l’autorità e l’incolumità di chi lavora nella scuola pubblica, sempre più spesso bersaglio di episodi gravi.
Bullismo e cattiva condotta: più scuola, non meno
Altra novità riguarda la riforma delle sospensioni disciplinari. Il ministro ha sottolineato che “stare a casa a giocare alla playstation” non è una punizione efficace. Per questo, in caso di sanzioni fino a 2 giorni, lo studente dovrà restare a scuola svolgendo attività riflessive: scrivere testi sui comportamenti scorretti, ricevere compiti supplementari, approfondire i valori della convivenza civile.
Per sospensioni da 3 a 15 giorni, scatteranno invece attività obbligatorie di cittadinanza solidale: ad esempio, servire alla mensa dei poveri, collaborare con un ospedale, o – in mancanza di strutture esterne disponibili – svolgere mansioni utili all’interno della scuola, come la cura degli spazi comuni. Gli uffici scolastici regionali dovranno individuare le sedi presso cui attivare questi percorsi.
Condotta e bocciatura: una soglia più alta
Il disegno di legge conferma anche quanto già annunciato nei mesi scorsi: chi prende un’insufficienza in condotta verrà bocciato. Ma anche il semplice 6 in condotta comporterà l’obbligo di affrontare una sorta di “esame di riparazione” a settembre.
Lo studente dovrà presentare un elaborato critico sui temi valoriali connessi al comportamento scorretto e potrà essere ammesso all’anno successivo solo se la commissione valuterà positivamente il lavoro svolto.
Le reazioni politiche: la Lega rivendica la paternità del provvedimento
Tra i primi commenti politici, quello della Lega – partito di cui Valditara è espressione – è stato particolarmente entusiasta. Il deputato Rossano Sasso, capogruppo in Commissione Cultura, ha dichiarato che il ddl rappresenta «la piena attuazione delle proposte della Lega sul consenso informato e sull’arresto obbligatorio per chi aggredisce un insegnante».
Sasso ha inoltre rivendicato la battaglia contro la cosiddetta “ideologia gender”, che per la Lega costituisce una minaccia alla neutralità dell’educazione pubblica.
Verso un’educazione più controllata?
Il ddl Valditara è destinato ad aprire un confronto acceso tra i sostenitori della libertà educativa dei genitori e i fautori di una scuola laica e autonoma nella scelta dei contenuti. In particolare, la previsione di un consenso scritto per l’educazione affettivo-sessuale riporta al centro il dibattito sull’equilibrio tra diritti familiari e responsabilità pubbliche.
In attesa dell’iter parlamentare, resta da capire se la legge verrà approvata così com’è o se subirà modifiche a seguito delle audizioni e delle osservazioni delle parti sociali e degli esperti di pedagogia. Di certo, il governo ha aperto un nuovo fronte sulla disciplina scolastica, puntando su controllo, punizione e “recupero morale” più che sulla prevenzione e il dialogo educativo.