Corsi sostegno INDIRE: ne avevamo proprio bisogno?
Come più volte dichiarato dal Ministro Valditara, è previsto a breve l’avvio per i corsi sul sostegno gestiti dall’INDIRE.Tali corsi, che dovrebbero specializzare circa 85.000 docenti precari, sono ri...

Come più volte dichiarato dal Ministro Valditara, è previsto a breve l’avvio per i corsi sul sostegno gestiti dall’INDIRE.
Tali corsi, che dovrebbero specializzare circa 85.000 docenti precari, sono rivolti a chi ha svolto per 3 anni (anche non consecutivi negli ultimi 5 anni) supplenze sul sostegno.
I corsi dovranno concludersi, secondo quanto dichiarato, entro il 31 dicembre 2025.
È doveroso riflettere su alcuni dubbi sull’efficacia di tali corsi.
- Tali corsi dovrebbero costituire un percorso alternativo ai TFA, contemporaneamente in vigore.
I percorsi universitari previsti dal TFA prevedono una selezione articolata in tre prove: preselettiva, scritta e orale. Gli ammessi devono seguire insegnamenti universitari e laboratori sulle disabilità, la didattica speciale, la documentazione ecc. specifici per grado di scuola, nonché tirocinio diretto di 150 ore in istituzioni scolastiche statali. Ogni insegnamento e laboratorio prevede un esame finale da superare. Il corso della durata di un anno accademico (nei fatti dura circa 8 mesi) viene svolto prevalentemente in presenza.
- Per quanto riguarda i corsi INDIRE, non esistono ancora bandi sulle modalità di selezione dei docenti, ma sappiamo che i corsi saranno svolti prevalentemente in modalità online (a parte il tirocinio diretto).
Visto che ad oggi (9 settembre 2024) non si hanno informazioni certe, va da sé che tali corsi dovrebbero avere una durata nolto più breve.
A questo punto è doveroso porsi alcune domande, anche a seguito di alcune dichiarazioni del Ministro.
Non è lapalissiano che i corsi universitari (in presenza) della durata di 8 mesi siano più completi di un corso (tra l’altro online) considervolmente più breve? Non si potrebbe semplicemente implementare il numero dei posti dei TFA (che sono di competenza del MIM, anche se in concerto con il Ministero dell’Università), vista la necessità di docenti specializzati? Senza nessun intento demagogico, l’intervento nei percorsi di formazione dei docenti deve mirare ad un innalzamento della qualità e ad un miglioramento dell’offerta, non il contrario.
Un’altra dichiarazione del Ministro riguarda la costituzione di percorsi più specifici per le diverse disabilità. Avendo un piano di studi ben delineato nei TFA universitari, non sarebbe meglio arricchire questi, invece che crearne altri?
La ‘scorciatoia’ (è proprio il termine adatto) dei corsi INDIRE danneggia sia i docenti (che si trovano in situazione di forte disparità di trattamento) sia, ed è l’aspetto più grave, gli alunni con disabilità. Se c’è qualcosa da migliorare nei percorsi TFA, miglioriamolo, piuttosto che creare percorsi alternativi da organizzare e concludere in fretta e furia.
Al momento, non si hanno informazioni dettagliate sui corsi INDIRE. Auspichiamo un cambiamento funzionale da parte del Ministero.