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Cronache di una maturanda: l’origine dei “100 giorni”

10 febbraio: -127 giorni all’esame di StatoManca esattamente un mese ai fatidici “100 giorni”, una ricorrenza di cui onestamente non ho mai compreso il significato: cosa c’è da festeggiare esattamente...

10 febbraio 2025 20:27
Cronache di una maturanda: l’origine dei “100 giorni” -
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10 febbraio: -127 giorni all’esame di Stato

Manca esattamente un mese ai fatidici “100 giorni”, una ricorrenza di cui onestamente non ho mai compreso il significato: cosa c’è da festeggiare esattamente se non abbiamo la più pallida idea di cosa stiamo studiando?
A quanto pare l’origine di questa tradizione risale al 1840 e deriverebbe da un’esclamazione di un allievo dell’Accademia Militare di Torino, un certo Emanuele Barbo Bertone.
Quando infatti venne promulgato il decreto regio che riduceva la durata dei corsi per ottenere la nomina di sottotenente a tre anni, il giovane pronunciò a gran voce una frase in dialetto piemontese, che diventerà poi iconica: “Mach pi tre ani!“, ossia “Ancora soltanto tre anni!”.
Da quel momento tutti i cadetti iniziarono a tenere il conto dei giorni, festeggiando con grande entusiasmo il “Mach pi 100“; col tempo l’usanza si è estesa dalle scuole militari a quelle pubbliche, diventando un rito consuetudinario di tutti i maturandi. Come festeggiarli? Pregando… e non scherzo!

San Gabriele dell’ Addolorata
San Gabriele dell’ Addolorata

Molti studenti infatti colgono l’occasione per raggiungere il santuario di San Gabriele dell’Addolorata, patrono degli studenti. Si trova ai piedi del Gran Sasso, in provincia di Teramo, e ogni anno viene svolta proprio in occasione dei 100 giorni la “benedizione delle penne”, che verranno utilizzate poi per gli scritti della maturità. Altri pellegrinaggi previsti in questo periodo sono ad esempio quello di Santa Rita da Cascia, dalla Madonna di Civitavecchia e si potrebbe continuare: se la preparazione è carente, soltanto un dio ci può salvare!

Per chi invece non ritiene utile l’aiuto divino per superare le prove d’esame esistono alternative più a portata, come una cena con i compagni di classe o una serata in discoteca, pensate proprio per concedersi un’ultima distrazione prima di pensare “seriamente” allo studio.
A prescindere da come si trascorrerà quel giorno, l’importante è rendersi conto chetempus fugit, e non si può sprecare se si vuole preparare un esame perlomeno decente: mi conviene tornare a studiare…

A presto!

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