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Diplomati Magistrali: una partita ancora aperta?

Maddalena Borriello ha 45 anni, vive a Torre del Greco in provincia di Napoli, e da vent’anni insegna alla scuola primaria.Maddalena è una delle migliaia di docenti in possesso del Diploma Magistrale...

A cura di Roberta Granata
07 luglio 2023 16:05
Diplomati Magistrali: una partita ancora aperta? -
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Maddalena Borriello ha 45 anni, vive a Torre del Greco in provincia di Napoli, e da vent’anni insegna alla scuola primaria.

Maddalena è una delle migliaia di docenti in possesso del Diploma Magistrale ante 2001/02 che hanno festeggiato l’assunzione in ruolo e che si sono poi visti licenziare a seguito di una sentenza.

“Tutto è  iniziato nel 2006, quando cominciai a fare le prime supplenze” racconta. “Fu proprio in quell’anno che la legge 296/06 trasformò le graduatorie provinciali permanenti in graduatorie ad esaurimento, senza la possibilità, per noi, diplomati magistrali, di iscriversi.”

Maddalena, a capo del Coordinamento per la conferma nei ruoli e reintegro licenziati,  ha vissuto tutto sulla propria pelle, tutti i passaggi di una vicenda complessa che ha oscurato le speranze di stabilizzazione  di molti maestri dell’infanzia e della primaria che fino al 2001/02 avevano conseguito il diploma abilitante.

Passarono quasi dieci anni e i diplomati magistrali furono relegati in terza fascia di Istituto, senza il riconoscimento della loro abilitazione. Solo nel 2015, a seguito della sentenza 1973 della Terza Sezione Bis del Consiglio di Stato (che annullò il DM 235/14), agli appellanti fu concesso di potersi iscrivere alle Graduatorie ad esaurimento a pieno titolo e di essere quindi chiamati per gli arruolamenti. Non una sentenza erga omnes, quindi, ma solo per i ricorrenti, che però servì da apripista per tutti coloro (si stima circa 55.000 diplomati) che volevano far valere quel titolo che il Presidente Scalfaro nel 1998 aveva siglato come abilitante all’insegnamento nel primo grado e che restò tale fino al 1999.

Fu così che molti colleghi intrapresero la strada dei ricorsi amministrativi che si rilevò in discesa fino al 2017, quando l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, con il cui orientamento è stato negato in maniera categorica l’accesso alle Gae e al ruolo tramite questo canale, ritenendo il diploma magistrale titolo non sufficiente per queste graduatorie. Un ulteriore pronunciamento del 2019 ribadiva l’orientamento negativo.
“Una beffa: 10.000 colleghi sono entrati a pieno titolo e successivamente altri come me, successivamente, con riserva ( a seguito di ordinanza cautelare) negli elenchi delle GAE . Poi c’è stato il ribaltone dell’Adunanza Plenaria. Molti di noi erano già entrati in ruolo”,  precisa Maddalena Borriello.

Fu così che cominciarono a piovere sentenze negative e chi aveva ottenuto il ruolo a seguito del provvedimento cautelare, si vide togliere il contratto a tempo indeterminato per ricadere nel ghetto del precariato.

“Gente che ha portato avanti la scuola per anni, che ha superato l’anno di prova, buttata via come uno straccio vecchio. Non è giusto. A gran voce chiediamo il reintegro; non siamo disposti a fare altri concorsi perché il ruolo ci spetta. Non è possibile che poi ci venga riconosciuto o tolto il titolo a seconda di come cambia il vento. La politica ci deve dare risposte certe. Non ci arrendiamo!” conclude la maestra Maddalena.

E in effetti la politica (FDI su tutti) si è espressa più volte a favore del reintegro in ruolo di questi insegnanti presentando alcuni emendamenti, che però, non sono mai entrati nei testi di legge licenziati dalle Camere.

Borriello non si arrende e con lei tutti coloro che stringono al petto il loro diploma con la scritta verde “abilitante”: lo porteranno con loro anche il 12 luglio, quando  è prevista, sotto la sede del MIM in viale Trastevere, una manifestazione proprio dei diplomati magistrali per richiamare l’attenzione su questa vicenda annosa quanto complessa.

Il nuovo anno scolastico è ormai alle porte: questi colleghi riusciranno a rientrare dall’entrata principale?

 

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