In ruolo e poi licenziati: i diplomati magistrali in presidio al MIM
Rappresentavano tutte le regioni italiane i maestri e le maestre che ieri, 12 luglio, hanno manifestato davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito per protestare e denunciare la loro condizi...

Rappresentavano tutte le regioni italiane i maestri e le maestre che ieri, 12 luglio, hanno manifestato davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito per protestare e denunciare la loro condizione.
Insegnanti già a tempo indeterminato (con anno di prova superato) e che si sono visti revocare il ruolo a causa dell’ormai nota sentenza n.11/2017 dell’Adunanza Plenaria del CdS. Idonee all’insegnamento, ma, col solo diploma magistrale, non ad essere stabilizzate. Così negli ultimi anni una pioggia di pronunciamenti ha volatilizzato il sogno di tanti insegnanti del primo ciclo. La vicenda (di cui abbiamo più volte parlato) è ben conosciuta alla politica, ma ad oggi nessun provvedimento ha centrato l’obiettivo di reintegrare nel loro posto questi docenti.

Una cosa è certa: non ci sottoporremo ad un concorso perché quei posti sono nostri per diritto, il nostro diploma è abilitante e quindi ci spetta il ruolo” hanno concluso i rappresentanti della delegazione docenti.
Abbiamo chiesto all’avvocatoAngela Fasano, esperta di diritto scolastico, un parere sulla vicenda.
“Quanto è accaduto a danno di questi docenti è lesivo e in netta contrapposizione con le norme comunitarie, che hanno più volte sottolineato come anche i soli 36 mesi di servizio siano assimilabili all’abilitazione. Dal punto di vista tecnico, l’assenza della nota relativa alla riserva nel decreto di conferma in ruolo è fattore rilevante.
Sul piano normativo, il contenzioso aperto per i diplomati magistrali sarebbe facilmente sanabile attraverso un semplice decreto legislativo che riconosca la possibilità, per questa categoria di insegnanti, di essere reintegrati. Ma ad oggi, non vedo volontà politica rispetto a questa strada.”