Disagio giovanile. Ancora presente nel post Covid
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Disagio giovanile. La sua permanenza dopo il Covid. Vitiello individua nella scuola una fonte di stress
Disagio giovanile. La sua permanenza dopo il Covid
Disagio giovanile. Il grado di presenza dice molto sulla fragilità della nostra società. Ovviamente senza escludere la componente personale, declinata in scelte e comportamenti imputabili al singolo.
Sono state condotte molte ricerche sugli effetti durante la pandemia (scuole chiuse). Quasi tutte evidenziano uno stato di stress vissuto dai ragazzi. Medesimi effetti si sono registrati nel periodo post-Covid. La conferma proviene da uno studio pubblicato su Jama Network Open, coordinato dal neuropchiatra e membro della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza B, Vitiello.
Drammatico il report che analizza gli accessi ai Pronti Soccorsi degli ospedali di Brescia, Cagliari, Firenze, Genova, Roma (2 ospedali), Sassari, Trieste, e Torino per un potenziale di clienti giovanili di sette milioni.
Il lavoro ha avuto una sua amplificazione mediatica. Si legge su teleambiente.it” Tra i principali motivi delle visite psichiatriche al pronto soccorso c’erano l’agitazione psicomotoria, l’ansia, disturbi alimentari, intenzione suicidaria e tentativi di suicidio. Nello specifico i disturbi alimentari sono aumentati del 294,8%, l’ideazione suicidaria del 297,8% e i tentativi di suicidio del 249,1% durante il periodo di studio. L’età media dei pazienti era di 13,8 anni e il 63,2% era composto da bambine e ragazze. Le visite psichiatriche sono aumentate passando da 2.655 nel 2018 a 4.660 nel 2021“.
La “solita” scuola fonte di stress. D’accordo in parte
Lo studio dirige il suo “faro” sulla scuola. L’istituzione è fonte di stress. Contrariamente ad altre conclusioni, durante il periodo del Covid le visite ospedaliere sono significativamente diminuite.
Invece sono aumentate con la ripresa dell’attività didattica in presenza. “Proprio su questo ha ragionato il Professor Vitiello, spiegando che si dovrebbe intervenire per rendere la scuola meno stressante e soprattutto prestare attenzione a fenomeni che si verificano all’interno della scuola, come ad esempio il bullismo, l’ansia da prestazione o il confronto tra coetanei”.
Ovviamente occorre azzerare le situazioni di bullismo. Invece non si può sostenere l’idea di una scuola-Luna Park o parco dei divertimenti con proposte facilitanti o divertenti. L’istituzione scolastica propone attività e percorsi formativi che dovrebbero impegnare seriamente i ragazzi. La scuola deve tornare ad essere seria, prevedendo dove occorre anche delle bocciature blindate (rispetto delle procedure).
Da qui inevitabile l’esposizione a situazione di stress dovuti anche alla competizione, indotta da una società della performance, dove l’altro è sempre un avversario, raramente un compagno di viaggio. Qui i docenti devono lavorare controcorrente affinchè la gara non sia contro qualcuno, ma rivolta a se stessi. In sintesi, è necessario che i nostri ragazzi trasferiscano la competizione all’interno del loro mondo per misurarsi e anche ripartire per migliorarsi.