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Divorzio via Instagram e diritto matrimoniale islamico : il triplo ripudio nel Corano, riservato solo al marito

Ti ripudio, ti ripudio, e ancora, ti ripudio. Con queste parole, anche via SMS o whatsapp, purché si accerti che la moglie lo sappia, ogni marito può divorziare nei paesi islamici, dove il matrimonio...

20 luglio 2024 17:43
Divorzio via Instagram e diritto matrimoniale islamico : il triplo ripudio nel Corano, riservato solo al marito -
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Ti ripudio, ti ripudio, e ancora, ti ripudio. Con queste parole, anche via SMS o whatsapp, purché si accerti che la moglie lo sappia, ogni marito può divorziare nei paesi islamici, dove il matrimonio non è un sacramento ma un semplice contratto fra i coniugi. Anche le donne possono chiedere il divorzio, restituendo la dote ricevuta dal marito più una quota a parte, ma non possono farlo attraverso la formula del ripudio. Sta in questo, pertanto, l’atto rivoluzionario della principessa di Dubai, Sheikha Mahra Al Maktoum, che ha ripudiato via Instagram il marito, lo sceicco Mana Bin Mohammed Al Maktoum, dichiarandone pubblicamente l’infedeltà, e lo ha fatto pur essendo una donna.

Caro marito, visto che sei occupato con altre compagnie, con la presente dichiaro il nostro divorzio. Abbi cura di te.

Divorzio da te, divorzio da te e divorzio da te.

Una iniziativa che ha fatto discutere, apparsa ai più come una farsa senza alcun fondamento giuridico. Invece il Corano prevede proprio il ripudio (talaq) come atto unilaterale riservato, però, soltanto agli uomini, che possono esprimere la loro volontà di divorziare per un totale di tre volte a distanza di tre mesi l’una dall’altra, per consentire un eventuale ripensamento. Negli anni i giuristi hanno ulteriormente accorciato i tempi, prevedendo la possibilità di pronunciare in una sola volta un triplo ripudio, da cui la formula utilizzata su Instagram dalla Principessa di Dubai in modo inequivocabile. Alcuni paesi islamici come Algeria e Tunisia lo hanno abolito, in altri come il Marocco permane. In tema di ripudio, la donna può al massimo implorare il marito di essere ripudiata, ma solo nel caso abbia inserito un’apposita clausola nel contratto matrimoniale, per acquisire la facoltà di farne richiesta.
Le clausole matrimoniali rappresentano, in effetti, le uniche su cui la donna dell’islam può fare leva per acquisire diritti all’interno del matrimonio, senza correre il rischio di essere sottomessa al marito che, secondo il Corano, sulla sposa ha il potere anche di stabilire chi può frequentare al lá dei familiari. Intanto, le conseguenze del triplo ripudio, pronunciato dalla principessa di Dubai un anno dopo le nozze e con una bambina di pochi mesi, sono ancora incerte, né c’è stata, al momento, la reazione del marito e della famiglia di lui. Con tutta probabilità, dipenderà proprio dalle clausole matrimoniali che entrambi i coniugi avevano sottoscritto il giorno delle nozze da favola. In assenza di clausole sulla monogamia, ad esempio, lei non avrebbe avuto titolo per appellarsi all’infedeltá del marito, tuttavia, avendolo fatto, con tutta probabilità la monogamia era stata decisa. La poligamia stabilita nel Corano è peraltro in declino, e risulta presente solo nel 10% dei paesi islamici, ma è comunque cosa diversa dalle relazioni extraconiugali, per le quali, in realtà, non esiste una giurisdizione chiara, se non per dichiarare, in alcuni paesi, che l’uomo ha diritto alla fedeltà, tacendo, viceversa, a proposito del dovere. Sulla poligamia, invece, il Corano stabilisce che un uomo può arrivare ad avere fino a 4 mogli, purché trattate in modo uguale (Corano:4,3). Il limite delle 4 mogli è previsto in tutti i codici dei paesi islamici, tranne che in Turchia e Tunisia, ed ha superato la poligamia selvaggia pre-islamica. Anche ove prevista la poligamia, sono le clausole contrattuali a fare la differenza: la prima moglie può decidere, ad esempio, che non accetta altre mogli e chiedere l’inserimento di un’apposita clausola in tal senso. Negli ultimi anni, tuttavia, nei paesi islamici è boom di divorzi, a causa dell’evoluzione della donna e delle modifiche del suo ruolo in società ed in famiglia, poco conciliabili con alcune leggi del Corano. Si pensi, ad esempio, che esiste ancora il cosidetto potere correzionale del marito nei confronti della moglie, ovvero il diritto di decidere se e quali persone la donna potrà frequentare al di fuori dei parenti stretti. L’unica vera autonomia della donna è l’autonomia patrimoniale. Ossia la donna può gestire il suo patrimonio personale. Tuttavia, evidentemente, non basta più.

Approfondimenti e fonti:

Relazioni extraconiugali nella religione islamica

Islam e diritto di famiglia 

Diritto di famiglia nell’Islam 

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