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Docente di Treviso accusata di discriminazione per aver escluso Dante per gli alunni musulmani: nessuna infrazione delle regole

La vicenda di TrevisoA Treviso, una docente di Lettere di una scuola media si è trovata al centro di una controversia che ha sollevato importanti riflessioni sulla libertà d’insegnamento. L’insegnante...

A cura di Redazione
19 ottobre 2024 21:38
Docente di Treviso accusata di discriminazione per aver escluso Dante per gli alunni musulmani: nessuna infrazione delle regole -
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La vicenda di Treviso

A Treviso, una docente di Lettere di una scuola media si è trovata al centro di una controversia che ha sollevato importanti riflessioni sulla libertà d’insegnamento. L’insegnante, 63 anni, è stata accusata di aver escluso alcuni alunni musulmani dallo studio della Divina Commedia di Dante Alighieri, a seguito di richieste delle loro famiglie. L’episodio ha scatenato polemiche e portato all’apertura di un’ispezione ministeriale e di un procedimento disciplinare.

Esito delle indagini

Dopo un’attenta verifica, le indagini hanno chiarito che non c’era stata alcuna infrazione delle regole: tutti gli alunni hanno partecipato alle lezioni sull’opera dantesca, e nessuno è stato esonerato. Di conseguenza, il procedimento disciplinare si è risolto senza alcun richiamo per la docente, mentre anche la contestazione di mancata vigilanza alla dirigente scolastica è stata archiviata.

Reazioni e dichiarazioni

La Flc-Cgil del Veneto ha accolto la notizia con soddisfazione, sottolineando che il caso si era rivelato una “strumentalizzazione” contro l’autonomia professionale della docente e della dirigente. Secondo il sindacato, l’intera vicenda avrebbe avuto come unico scopo quello di interferire con l’autonomia scolastica, cercando di imporre dall’esterno decisioni riguardanti l’insegnamento.

La libertà d’insegnamento

La vicenda ha riportato l’attenzione sull’importanza della libertà di insegnamento, sancita dalla Costituzione italiana all’articolo 33, che garantisce l’autonomia didattica dei docenti. L’articolo 1 del Testo Unico della Scuola, decreto legislativo 207 del 1994, conferma che la libertà di insegnamento è finalizzata a promuovere un confronto aperto di posizioni culturali, favorendo la formazione integrale degli alunni. In questo contesto, il ruolo del dirigente scolastico è di coordinamento, senza interferire nei contenuti delle lezioni.

Il dibattito su cultura e religione

La questione ha anche sollevato discussioni sul rapporto tra cultura e religione nelle scuole pubbliche. Pur rispettando le diversità religiose, le istituzioni scolastiche devono garantire l’accesso allo studio dei classici come la Divina Commedia, fondamentali per la formazione culturale degli studenti. Tali opere rappresentano un’opportunità di confronto con le radici storiche e letterarie italiane, senza che ciò venga percepito come una forma di imposizione culturale.

Istruzione libera e pluralista

La chiusura delle indagini a Treviso, con l’archiviazione dei procedimenti disciplinari, ha ribadito l’importanza della libertà di insegnamento come pilastro del sistema scolastico italiano. La vicenda si è risolta in un nulla di fatto, ma ha sottolineato la necessità di rispettare l’autonomia della scuola e dei docenti, che devono poter esercitare il loro ruolo educativo senza interferenze esterne. Questa conclusione rappresenta una vittoria per l’indipendenza del sistema educativo e per la difesa del diritto all’istruzione libera e pluralista.

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