Dolente Pia: Tra Dante e Gianna Nannini
Gianna Nannini, nel 2007, con il cd Pia come la canto io, raccoglieva ben 11 canzoni, tutte liberamente ispirate al personaggio dantesco di Pia, che, com’è noto, compare nel V canto del Purgatorio (ai...

Gianna Nannini, nel 2007, con il cd Pia come la canto io, raccoglieva ben 11 canzoni, tutte liberamente ispirate al personaggio dantesco di Pia, che, com’è noto, compare nel V canto del Purgatorio (ai vv. 130-136). Molti critici identificano la Pia del V canto purgatoriale con Pia dei Tolomei (senese, ricca, e lasciata morire dal marito); altri, invece, preferiscono scrivere di una non meglio identificata Pia senese, non potendo affermare con certezza, allo stato dei documenti in nostro possesso, che la Pia di questi versi danteschi sia proprio Pia de’ Tolomei. In ogni caso, e al di là della sua identificazione storica, resta un personaggio delicato, e tra i più memorabili dell’intero poema dantesco, tratteggiato in soli sei (o sette) versi. Nel canto V, infatti, Pia occupa l’ultima sequenza narrativa del canto, composta da appena sette versi (due terzine e un verso finale, con rima isolata, quasi a formare un odierno tweet). Ebbene, in questi pochi versi, è evidente una calcolata strategia retorica, da parte di Dante, particolarmente ricercata, e basata su precise simmetrie interne: tre versi sono dedicati alla richiesta di preghiera, cioè, di attenzione, per la sua triste sorte (i vv. 130, 131 e 133), da parte di Pia; un verso, il v. 132, funge da raccordo narrativo; i restanti tre versi rievocano la drammatica vicenda umana di Pia (vv. 134, 135 e 136):
«Deh, quando tu sarai tornato al mondo
e riposato de la lunga via»,
seguitò ‘l terzo spirito al secondo, 132
«ricorditi di me, che son la Pia;
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che ‘nnanellata pria 135
disposando m’avea con la sua gemma».
Di grandissima potenza evocativa il verso 134, che contiene un forte chiasmo, costruito con due verbi (fè – disfecemi), e con due indicazioni geografiche (Siena – Maremma):
Siena mi fé,
disfecemi Maremma
La flebile (ma pur ferma) voce di Pia, la dolcezza di quella voce, la nobiltà del suo essere donna, la commossa pietà della sua (triste) vicenda, sono tutti elementi che hanno concorso a fare di Pia uno dei personaggi più noti, amati e memorabili dell’intera Commedia dantesca. Oggi, Pia è figura di tanti femminicidi. Di tutti quei casi, dei quali, quotidianamente, abbiamo notizia: donne uccise dalla mano di un ex marito, di un ex fidanzato, di un fratello, e così via.
Per Gianna Nannini, la Pia dantesca è, senza ombra di dubbio, da identificare con Pia dei Tolomei, ma, soprattutto, per lei, nella canzone Dolente Pia,Pia de’ Tolomei è donna innocente (e innamorata), ingiustamente accusata dal marito, e da questi crudelmente uccisa. L’unica sua colpa è quella di amare (ancora, e nonostante tutto) il suo uomo:
Sei qui con me, sono le braccia tue che stringo.
Per quanti mesi e notti e giorni,
non saprei dire, non lo so ma questo è certo:
ci fu l’inverno, poi primavera,
la vita torna nel castello ma non per me […]
Chi volesse ascoltare la canzone di Gianna Nannini, può ascoltarla qui sotto:
Da qualche tempo, su Telenorba, network pugliese (con diffusione tra Puglia, Basilicata e Molise), interpreto una striscia comica di divulgazione ludica della Divina Commedia, all’interno del programma di intrattenimento «Quasi Pomeriggio Norba», in compagnia dei due comini e conduttori del programma, Max Boccasile e Carlo Maretti, vestendo i panni di «Sonno Poeta», un Dante Alighieri che fa incursioni nel nostro tempo.
Allego qui lo spezzone di uno di queste strisce comiche, quello del 25.XI.2024, nella quale Sonno Poeta spiega proprio i versi della Pia dantesca.