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Esempi di podemi pasoliniani nel calcio moderno: “tiro a giro” e “tiro a virgola”

Il così detto «tiro a giro» (praticato da molti campioni, primo fra tutti, da Alex Del Piero), è una tecnica di tiro collegabile con i così detti “podemi” di pasoliniana memoria, in quanto esempio mir...

A cura di Trifone Gargano
11 novembre 2024 15:43
Esempi di podemi pasoliniani nel calcio moderno: “tiro a giro” e “tiro a virgola” -
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Il così detto «tiro a giro» (praticato da molti campioni, primo fra tutti, da Alex Del Piero), è una tecnica di tiro collegabile con i così detti “podemi” di pasoliniana memoria, in quanto esempio mirabile di virtuosismo calcistico contemporaneo. «Tiraggir» è stata anche detta questa tecnica di tiro, nella variante (linguistica) di Lorenzo Insigne, napoletano doc, detto anche «Lorenzo il Magnifico», attaccante che ha legato il suo nome e il suo prestigio alle stagioni disputate nel napoli, che praticò questa tecnica di tiro nel corso dell’Europeo 2020, rendendola celeberrima, fino al punto da farle guadagnare una scheda nella prestigiosa Enciclopedia Treccani («tiraggiro»), tra i neologismo targati 2021, il «tiro a virgola», appunto, tanto per restare nel campo metaforico pasoliniano della scrittura e della lingua, e dei così detti “segni distintivi di superficie” (cioè, la punteggiatura). Fu, comunque, Alessandro Del Piero, altrimenti noto come «il Pinturicchio», per la sua dote di pennellare come opere d’arte i tiri da fermo, che aveva già perfezionato il tiro a rientrare, nel corso delle stagioni 1995-1996. Con il “tiro alla Del Piero”, infatti, così come viene generalmente definito, il portiere, in quanto ultimo ostacolo che si frappone alla realizzazione del gol, viene aggirato e scavalcato dalla sfera. Doppia traiettoria, dunque, quella che Del Piero imprimeva al pallone: a girare, e a scendere: Infine, il pallone si infilava sotto l’incrocio dei pali. Questa tipologia di tiro, Del Piero riusciva a ottenerla anche in azione, in corsa, non soltanto, quindi, con i tiri piazzati, da fermo.

Andrea Pirlo, indimenticabile centrocampista, soprannominato «il maestro», tra i talenti di tutti i tempi del calcio italiano, perfezionò ulteriormente la tecnica del tiro a giro, con quella che, poi, in Italia, venne definita, appunto, la «maledetta». Colpendo il pallone con le prime tre dita del piede, infatti, esattamente al centro, la sfera non ruota, ma prende una traiettoria per la quale, raggiunto il massimo di elevazione, si abbassa in picchiata, diventando quindi una palla impossibile da prendere, da parte del portiere. Certo, si tratta di abilità e di tecniche di gioco non solo recenti, visto che anche in passato, lo spettatore assisteva a stupefacenti tiri a effetto. Oggi, però, con i palloni sempre più leggeri, l’abilità tecnica del calciatore, la sua bravura, può imprimere alla sfera traiettorie ed effetti particolarissime, tali da spiazzare anche il portiere più esperto, e lasciare a bocca aperta lo spettatore più scafato. Il vecchio pallone di cuoio, rigido e pesante, specie se bagnato durante una partita funestata dalla pioggia, durante la quale si trasformava in un autentico macigno, non consentiva, infatti, “effetti” così sbalorditivi (ed efficaci), come quelli odierni. Le innovazioni tecnologiche e l’utilizzo di materiali innovativi, per la realizzazione dei palloni di gioco, nel calcio, infatti, hanno consentito e consentono ai calciatori di oggi di imprimere alla sfera effetti, forza, direzioni multiple totalmente inusitate nel passato (compreso il recente passato). Sempre più spesso, infatti, i portieri, per giustificarsi, e per mettersi al riparo da figuracce e da critiche, ricorrono a espressioni del tipo «traiettorie impazzite», per indicare quelle palle che li aggirano e che li scavalcano.

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