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Non si può scegliere tra la famiglia e il lavoro. Il precariato di ruolo dei docenti fuori sede, ultima settimana per compilare il modulo

Non si può scegliere tra la famiglia e il lavoro: si legge in una delle note della settimana appena trascorsa ma rappresenta il disagio comune a tutti i docenti di ruolo fuori sede, che fino al 20 ago...

07 agosto 2023 12:57
Non si può scegliere tra la famiglia e il lavoro. Il precariato di ruolo dei docenti fuori sede, ultima settimana per compilare il modulo -
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Non si può scegliere tra la famiglia e il lavoro: si legge in una delle note della settimana appena trascorsa ma rappresenta il disagio comune a tutti i docenti di ruolo fuori sede, che fino al 20 agosto potranno partecipare al nostro sondaggio. L’obiettivo è quello di fornire un quadro quanto più dettagliato di una categoria del personale scolastico che merita maggiore attenzione da parte delle istituzioni, che considerano evidentemente il ruolo l’obiettivo finale e la soluzione a tutti i problemi dei docenti. La realtà tuttavia è ben diversa: le cattedre, come ben noto, non sono affatto distribuite in modo omogeneo sul territorio nazionale e troppo spesso i docenti sono costretti ad accettare il ruolo fuori provincia, nell’ illusione di doversi sacrificare solo per qualche anno in attesa di essere svincolati ai fini della mobilità. Il problema si presenta per tutti già nel corso del primo triennio successivo all’immissione in ruolo, quando i conti non quadrano, ed inizia a sfumare per prima l’ipotesi di trasferirsi in modo definitivo presso la provincia di titolarità. I più giovani accettano di correre il rischio, tuttavia già dai 40 anni in poi se si ha famiglia e non c’è possibilità di trasferirsi insieme, il ruolo, superato il vincolo triennale, diventa una prigione da cui è difficile liberarsi: – Vincolo derogato, mobilità KO, in attesa per Assegnazione Provvisoria – è ad esempio la nota scritta da un docente della fascia d’età compresa fra i 41 e i 50 anni, che sperava di rientrare a Muro Leccese in provincia di Lecce da Sava in provincia di Taranto, dove si trova la sua scuola di titolarità: sono appena 92 km, ma la percorrenza dovuta ai trasporti in quelle zone prevede un’ora e trenta di auto oppure 4 ore di autobus. Questo caso è uno dei migliori, almeno in apparenza, siccome la frustrazione per un docente che deve affrontare un viaggio per andare a scuola è uguale per tutti. Quelli messi peggio restano i docenti assunti nel 2015, che non hanno nemmeno scelto la sede, tutti di età compresa fra i 51 ed oltre i sessant’anni, molti dei quali, totalmente abbandonati nell’esilio forzato dall’algoritmo del 2016 sono riusciti a rientrare a suon di ricorsi, che però non hanno dato sempre esito positivo: – immessa in ruolo con la legge 107, ho fatto due ricorsi, ogni anno chiedo l’AP e tutte le estati sono rovinate in attesa di quest’ultima!!! – scrive una docente di scuola primaria palermitana titolare a Ravenna, esprimendo peraltro il sentimento comune a tutti i fuori sede che proprio in questi giorni, fra ritardi annunciati e non da parte degli AT, attendono di sapere come sarà la loro vita nel prossimo anno scolastico in base agli esiti delle Assegnazioni Provvisorie. A leggere i commenti dei prof. ci si chiede intanto che vita sia questa, e se il ruolo, che dovrebbe essere sinonimo di stabilità e fornire il diritto sacrosanto alla progettualità a breve, medio e lungo termine, non rappresenti viceversa per questi docenti un nuovo precariato, il precariato di ruolo. Intanto il sondaggio prosegue, l’invito è sempre di compilare il modulo che potete scaricare qui, per rendere ai nostri lettori e principalmente alle istituzioni con cui La Voce della Scuola si relaziona, un servizio su cui riflettere in modo serio e principalmente costruttivo sulle condizioni di lavoro di questi docenti e le ripercussioni di tali condizioni sul bene della scuola.

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