Femminicidio Martina Carbonaro: il CNDDU chiede svolta culturale, giustizia e legalità nelle aule scolastiche
Femminicidio Martina Carbonaro: il CNDDU chiede svolta culturale, giustizia e legalità nelle aule scolastiche

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime sdegno, dolore e profonda indignazione per la brutale uccisione di Martina Carbonaro, 14 anni, assassinata ad Afragola dall’ex fidanzato, Alessio Tucci, diciannovenne. Un delitto atroce, inaccettabile, che si aggiunge all’orribile elenco di femminicidi che continuano a colpire le nostre ragazze e donne. “L’ho uccisa perché mi aveva lasciato”: una frase gelida, che testimonia l’assenza totale di rispetto per la libertà dell’altro. Non possiamo più accettare che la libertà di dire “no” diventi una condanna a morte.
Martina è stata ingannata, attirata in un luogo familiare e lì uccisa con inaudita ferocia. Poi nascosta come fosse un oggetto. Aveva solo 14 anni. Aveva il diritto di vivere, di scegliere, di essere libera.
Il CNDDU chiede giustizia. Ma la giustizia da sola non basta. Serve prevenzione. Serve educazione. Serve una risposta culturale forte. Serve una rivoluzione nei valori.
È necessario e urgente potenziare l’educazione alla legalità e ai diritti umani in tutte le scuole italiane. Per farlo seriamente, serve attribuire con chiarezza e coerenza l’insegnamento dell’Educazione civica ai docenti della classe di concorso A046 (Scienze giuridico-economiche), professionisti formati nei principi costituzionali, nei diritti umani, nella cittadinanza attiva e nella cultura della legalità. Solo chi ha competenze specifiche può guidare gli studenti verso la consapevolezza dei diritti e dei doveri, del valore della vita e del rispetto dell’altro.
Affidare l’educazione civica ai docenti A046 significa fare una scelta precisa: investire nella prevenzione della violenza attraverso la cultura. Significa insegnare sin dalle scuole medie che l’amore non è possesso, che il rifiuto va accettato, che la libertà dell’altro è sacra.
Accanto a ciò, chiediamo il rafforzamento dell’educazione all’affettività e alla gestione dei conflitti, una formazione specifica per i docenti, il coinvolgimento attivo delle famiglie e strumenti permanenti di ascolto e supporto psicologico per gli studenti. La scuola deve essere non solo un luogo di istruzione, ma un presidio civile, etico, umano.
Chiediamo alle istituzioni pubbliche di agire al più presto con riforme strutturali raadicali.
Martina non deve essere l’ennesimo nome da ricordare in una giornata contro la violenza. Martina deve essere la svolta. La ragione per cui tutti noi, docenti, cittadini, istituzioni, decidiamo di dire: mai più.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU