La Voce della Scuola

Figlio bocciato, i genitori ricorrono al TAR ma finiscono condannati: un caso che apre il dibattito sul ruolo della scuola e della giustizia

Figlio bocciato, i genitori ricorrono al TAR ma finiscono condannati: un caso che apre il dibattito sul ruolo della scuola e della giustizia

A cura di Redazione
06 febbraio 2025 17:20
Figlio bocciato, i genitori ricorrono al TAR ma finiscono condannati: un caso che apre il dibattito sul ruolo della scuola e della giustizia - binary comment
binary comment
Condividi

 

Un episodio singolo ha recentemente acceso la discussione sull’autonomia scolastica e l’opportunità dei ricorsi giudiziari: a Firenze, secondo quanto riportato da Il Messaggero (per approfondire: qui l’articolo originale ), i genitori di uno studente che non era stato ammesso alla classe successiva hanno deciso di portare la scuola in tribunale. L’obiettivo? Contestare la bocciatura e ottenere un ribaltamento della valutazione. Tuttavia, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) non solo ha respinto il ricorso, ma ha anche condannato i genitori al pagamento delle spese legali, per un totale di diverse migliaia di euro.

La vicenda

  • La bocciatura e il ricorso
    L’anno scolastico si è concluso con un giudizio negativo per il ragazzo, ritenuto dalla commissione docenti non idoneo a passare alla classe successiva. I genitori, però, non convinti della decisione e sostenendo possibili irregolarità nella valutazione, hanno presentato ricorso al TAR, nella speranza di dimostrare che la scuola avesse commesso un errore di valutazione o avesse gestito in maniera scorretta l’intero percorso formativo del figlio.
  • La pronuncia del TAR
    Il TAR ha vagliato la presentata sia dai legali della scuola sia da quelli dei genitori. Dalle informazioni emerse, tuttavia, non sono state rilevate violazioni tali da rendere illegittima la bocciatura. La sentenza ha infatti confermato la liceità dell’operato dell’istituto scolastico e ribadito l’ampia autonomia didattica nella valutazione degli studenti.
    Inoltre, il Tribunale ha condannato i genitori al pagamento delle spese processuali, considerati gli oneri sostenuti dall’istituto per difendersi nel procedimento.

Le ragioni della condanna

La giustizia amministrativa italiana, pur consentendo ai cittadini di difendere i propri diritti e interessi legittimi, si muove tenendo conto di un principio consolidato: l’autonomia scolastica nell’ambito della valutazione didattica non è facilmente sovvertibile in sede giudiziaria, a meno che non siano dimostrati gravi vizi procedurali o di merito. Nel caso specifico:

Mancanza di irregolarità sostanziali : la documentazione prodotta dalla scuola ha evidenziato che i voti e il giudizio finale rispondevano ai criteri approvati dal Collegio Docenti e che i risultati scolastici del ragazzo non erano sufficienti.

Esito scolastico coerente : la bocciatura è stata motivata da carenze in diverse materie, non sanabili attraverso prove di recupero o eventuali misure compensative.

Ruolo del TAR : il TAR interviene soltanto per verificare se la procedura di valutazione sia stata rispettosa delle norme e non per sostituirsi alle decisioni didattiche. Una volta accertata la correttezza formale, il giudice amministrativo ha rigettato il ricorso.

Un esempio precedente?

Sebbene non si tratti del primo caso in cui dei genitori tentino la via del ricorso giudiziario per contestare una bocciatura, la sentenza di Firenze sembra ribadire con forza la linea già tracciata in passato: gli organi giudiziari non entrano nel merito di una valutazione prettamente didattica, se non emergono evidenti violazioni. Questa condanna potrebbe dunque rappresentare un monitoraggio per altre famiglie che dovranno richiedere il tribunale l’ultima risorsa per contestare decisioni scolastiche non gradite.

Il caso fiorentino riaccende il dibattito sul delicato equilibrio fra il diritto delle famiglie a tutelare i propri figli e l’autonomia scolastica nella valutazione degli studenti. La decisione del TAR – che ha confermato la bocciatura e sanzionato i genitori con il pagamento delle spese legali – sottolinea come il giudice amministrativo sia chiamato a intervenire solo per verificare la legittimità dei procedimenti, lasciando intatta la sfera di competenza dei docenti e della scuola.

In un panorama in cui la partecipazione attiva delle famiglie è fondamentale per la crescita e l’educazione degli alunni, risulta altrettanto importante il rispetto dei ruoli: la decisione sulla promozione o bocciatura di uno studente, laddove regolare, è espressione del lavoro collegiale dei docenti, i quali lavorano in base a criteri e programmi approvati a inizio anno. Una sentenza come questa serve, dunque, a ricordare quanto sia delicato l’equilibrio tra le istanze delle famiglie e il diritto/dovere della scuola di valutare in modo oggettivo il percorso formativo di ogni studente.

Fonte : Il Messaggero

La Voce della Scuola sui social