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Fracassi (FLC CGIL): Governo millanta aumenti stratosferici degli stipendi, ma investe solo un terzo del dovuto

COMUNICATO STAMPA FLC CGILLavoratori sottopagati.Il governo sui giornali parla di aumenti stratosferici, ma mette sul piatto un terzo di quanto dovuto Le roboanti dichiarazioni diffuse da mezzi di com...

A cura di Redazione
12 settembre 2024 19:46
Fracassi (FLC CGIL): Governo millanta aumenti stratosferici degli stipendi, ma investe solo un terzo del dovuto -
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COMUNICATO STAMPA FLC CGIL

Lavoratori sottopagati.

Il governo sui giornali parla di aumenti stratosferici, ma mette sul piatto un terzo di quanto dovuto Le roboanti dichiarazioni diffuse da mezzi di comunicazioni amici o interessati che vantano aumenti stratosferici mai ricevuti nel passato dal personale della scuola università ricerca e Afam tanto da aver raggiunto nientemeno che l’allineamento agli stipendi europei sono quanto di più lontano dalla verità. Il Contratto istruzione e ricerca è scaduto da due anni e le ultime leggi di bilancio hanno stanziato risorse di gran lunga al di sotto rispetto all’inflazione maturata nel triennio di riferimento. Infatti a fronte di un’inflazione reale di circa il 18% i finanziamenti previsti comportano aumenti pari al 5,78%, con un differenziale di oltre il 10% rispetto a quanto necessario a garantire la piena tutela delle retribuzioni del personale. Si chiede al personale di rinunciare a più del 10% degli aumenti retributivi necessari soltanto per mantenere lo stesso potere d’acquisto. E ciò avviene con una inaccettabile disparità di trattamento con gli altri settori della PA rispetto alla media generale del pubblico impiego di circa il 18% in meno. Inoltre i dati Ocse – Education at a glance 2024 riferiti all’istruzione rilasciati nei giorni scorsi confermano che le retribuzioni italiane tra l’altro sono più basse della media UE in tutti i gradi di scuola. Per questo rivendichiamo, in previsione del percorso che condurrà all’approvazione della Legge di Bilancio 2025, risorse aggiuntive per dare risposta sia all’inflazione del triennio che alla valorizzazione dei settori della conoscenza. Se si vuole davvero valorizzare la scuola, l’università la ricerca e l’alta formazione artistica e restituire prestigio al personale, si provveda con un finanziamento finalizzato alla tutela del potere d’acquisto riferito al triennio contrattuale 2022-24. Se ciò non dovesse accadere è nostra intenzione mettere in campo una fase di iniziative di mobilitazione generale.

Rinnovo del CCNL istruzione e ricerca 2022/24

  • 30.782 euro (lordo dipendente) è la retribuzione media annuale del personale della scuola relativa al 2022 (ultimo dato disponibile Conto Annuale)

  • 5,78% è l’incremento previsto dal Governo in base agli stanziamenti di bilancio per il triennio contrattuale 2022/24, corrispondente ad un aumento medio lordo

  • di euro 1.779 su base annuale e di euro 137 su base mensile

  • 18% è l’inflazione reale del triennio 2022/24. Per recuperare l’intero tasso di inflazione del triennio 2022/24 necessitano euro 5.540 su base annuale e euro 426 su base mensile.

Raffronto tra le retribuzioni della P.A. e l’inflazione Fonte Aran
Raffronto tra le retribuzioni della P.A. e l’inflazione Fonte Aran

 

Raffronto con il resto della PA – Fonte ARAN
Raffronto con il resto della PA – Fonte ARAN

 

 

  • 38.495 euro (lordo dipendente) è la retribuzione media annuale dei lavoratori pubblici (Conto Annuale)

  • 31.590 euro (lordo dipendente) è la retribuzione media annuale del personale del comparto Istruzione e Ricerca. La differenza rispetto alla media generale del pubblico impiego è di 6.905 euro (-17,9%)

  • 30.782 euro (lordo dipendente) è la retribuzione media annuale del personale della scuola. La differenza rispetto alla media generale del pubblico impiego è di 7.713 euro (-20%)

  • Università retribuzione media 31.069 euro

  • Ricerca retribuzione media 45.153 euro

  • Afam retribuzione media 40.080 euro

 

L’inflazione nel decennio trascorso e la perdita salariale

Occorre considerare che la contrattazione nell’ultimo decennio – dopo il rinnovo del CCNL 2006/09 – è restata a lungo sospesa a causa dei blocchi della contrattazione introdotti per legge dal Governo Berlusconi (DL n. 98/2011). Solo a seguito di una pronuncia della Corte Costituzionale (n. 178/2015), che ha dichiarato illegittimo il blocco, è stato possibile riavviare la contrattazione e procedere alla stipula – avvenuta nel 2018 – di un nuovo contratto relativo al triennio 2016/18. Per tutto il periodo di sospensione della contrattazione – che va dal 2010 al 2016 – le retribuzioni del personale della scuola, dell’università, della ricerca e dell’Afam (e più in generale del pubblico impiego) non sono state tutelate e, a fronte di un’inflazione complessiva pari all’8,9%, le retribuzioni del comparto Istruzione e ricerca non solo non sono aumentate in rapporto all’inflazione, ma addirittura sono diminuite (-6,7%) in valore assoluto per effetto dei vari tagli e blocchi dei gradoni e delle progressioni di carriera volute dal governo Berlusconi-Tremonti dell’epoca. Il grafico che segue rende plasticamente visibile come in questo periodo nel settore Istruzione e ricerca gli stipendi del personale abbiano perso valore in termini assoluti oltre che in rapporto all’inflazione (fonte RGS-Conto annuale).

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