Genova, polemiche al corteo studentesco: lanci contro i poster di Meloni e ministri. Frassinetti: “Violenza sterile, non ci fermerà”
Il corteo studentesco svoltosi oggi a Genova, in piazza Corvetto, ha sollevato un acceso dibattito politico a seguito di alcuni episodi considerati da più parti come gravi e da condannare. Durante la...

Il corteo studentesco svoltosi oggi a Genova, in piazza Corvetto, ha sollevato un acceso dibattito politico a seguito di alcuni episodi considerati da più parti come gravi e da condannare. Durante la manifestazione, organizzata dai collettivi studenteschi “Osa” e “Cambiare Rotta”, i manifestanti hanno affisso grandi poster raffiguranti la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, bersagliandoli con il lancio di uova, arance e altri oggetti.
A intervenire per prima è stata l’on. Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito, che ha definito i fatti “gesti gravissimi”. “Voglio dare la mia solidarietà alla Presidente Meloni e ai ministri Bernini e Valditara, vittime di gesti gravissimi avvenuti oggi al corteo degli studenti – ha dichiarato Frassinetti –. Questo tipo di violenza insensata e sterile non ci farà arretrare di un solo millimetro. Inutile è scimmiottare cortei ben più numerosi degli anni ’70. Oggi per fortuna non ci sono più le condizioni per monopolizzare le piazze. Si può benissimo manifestare il proprio dissenso senza trascendere in violenze assurde”.
Una condanna netta è arrivata anche da Stefano Balleari, presidente del Consiglio regionale della Liguria e esponente di Fratelli d’Italia: “Manifestare è un diritto, usare la manifestazione in modo violento e strumentale è oltraggio alla democrazia. La condanna di quanto accaduto oggi a Genova deve essere trasversale: contro l’odio e la violenza, nessuna tolleranza”.
Finora, nessun esponente del centrosinistra nazionale ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’episodio specifico di Genova. Tuttavia, il contesto più ampio della protesta ha raccolto attenzione su scala nazionale. L’iniziativa si inserisce infatti in una mobilitazione studentesca diffusa in diverse città, sotto lo slogan “Allarme Rosso”, contro i tagli all’istruzione e l’aumento della spesa militare a scapito di scuole e università.
Secondo quanto riportato da ANSA, manifestazioni simili si sono svolte a Roma, Torino, Napoli e Palermo. A Torino, alcuni studenti hanno bruciato simbolicamente una bandiera della NATO e un’immagine del ministro Valditara. A Roma, davanti al Ministero dell’Istruzione, è stata data alle fiamme una bandiera dell’Unione Europea.
In un clima sempre più teso, le richieste dei manifestanti includono il blocco del dimensionamento scolastico, un maggiore investimento nell’edilizia scolastica, il diritto allo studio garantito anche per i più fragili e l’assunzione stabile di docenti e personale ATA. Al momento, tuttavia, i gesti simbolici e le provocazioni più eclatanti rischiano di oscurare i contenuti della protesta.
I sindacati avevano già espresso nei giorni scorsi preoccupazione per le ricadute dei tagli e per la crescente tensione sociale tra i più giovani.