Graduatorie ATA, gli operatori dei servizi agrari esclusi dal profilo CS: “Abbiamo lo stesso diritto degli altri”
Graduatorie ATA, gli operatori dei servizi agrari esclusi dal profilo CS: “Abbiamo lo stesso diritto degli altri”

Mario Donato Crimi lancia un appello in nome di centinaia di lavoratori scolastici rimasti fuori dalla prima fascia per un’interpretazione che definisce “assurda e ingiusta”.
Mario Donato Crimi lavora da sei anni nella scuola pubblica, di cui cinque trascorsi a oltre mille chilometri da casa. È un operatore dei servizi agrari, figura professionale inquadrata nel personale ATA come “ex CR addetto alle aziende agrarie”. Oggi, insieme ad altri colleghi del comitato No Slittamento delle Graduatorie ATA Terza Fascia, torna a far sentire la propria voce su un punto che rischia di escludere ingiustamente centinaia di lavoratori dal prossimo aggiornamento delle graduatorie permanenti.
Il problema riguarda il bando per l’inserimento nella prima fascia delle graduatorie ATA per il profilo di collaboratore scolastico (CS). Secondo il bando, possono partecipare tutti coloro che hanno maturato almeno 24 mesi di servizio — anche non continuativi — “in posti corrispondenti al profilo professionale per il quale il concorso viene indetto, e/o in posti corrispondenti a profili dell’area del personale ATA immediatamente superiore a quella del profilo cui si concorre”.
E qui nasce il paradosso: nonostante gli operatori dei servizi agrari rientrino proprio in quell’area superiore a quella dei CS, sono esclusi dalla possibilità di concorrere anche per quel profilo. “È un’esclusione senza senso – spiega Crimi – perché abbiamo maturato gli stessi anni di servizio, e secondo il nuovo contratto collettivo nazionale, la nostra area è chiaramente superiore. Quindi, in base al testo stesso del bando, dovremmo avere pieno diritto a concorrere anche come CS, come già possono fare assistenti amministrativi, tecnici, guardarobieri e cuochi”.
La richiesta è semplice: uniformare i criteri di accesso e garantire pari diritti a chi lavora da anni nella scuola, svolgendo mansioni essenziali, spesso in territori lontani dalla propria residenza. “Non chiediamo privilegi – conclude Crimi – chiediamo soltanto di essere trattati come tutti gli altri lavoratori ATA con la stessa anzianità. Escluderci è una discriminazione che va corretta”.
Il comitato si augura che il Ministero dell’Istruzione intervenga al più presto per chiarire la questione e rimuovere un’ingiustizia che pesa sul futuro di tanti operatori.