La Voce della Scuola

Guida pratica ai ricorsi alla fine del concorso DS

Con la pubblicazione della graduatoria definitiva del 9 agosto, arriva la conclusione del cosiddetto “concorso riservato” per i DS, quello che (almeno nelle intenzioni dell’ amministrazione) dovrebbe...

A cura di Redazione
11 agosto 2024 21:17
Guida pratica ai ricorsi alla fine del concorso DS -
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Con la pubblicazione della graduatoria definitiva del 9 agosto, arriva la conclusione del cosiddetto “concorso riservato” per i DS, quello che (almeno nelle intenzioni dell’ amministrazione) dovrebbe essere l’ atto finale del concorso a DS del 2017 e degli strascichi giudiziari che lo hanno caratterizzato.

Noi de La Voce della Scuola, però, qualche dubio lo conserviamo. Anzi, siamo convinti che si profili un cambio di passo, ma che la danza è destinata a continuare. Forse perfino a movimentarsi…

Il Concorso del 2017

Va detto che la storia dei concorsi per DS nella scuola dell’ autonomia è quantomeno una storia tormentata. 2004, 2011, 2017 e ora nel 2024; la cadenza effettiva per ogni bando è stata di sette anni, inevitabilmente intervallati da strascichi giudiziari e interventi ad hoc della politica come extrema ratio per uscire dall’ empasse. Dopo il 2011 (per la cronaca con una coda di ricorrenti della Campania tuttora in attesa di assunzione), quello del 2017 non ha avuto una storia migliore. Il concorso venne prima contestato, poi annullato dal TAR per la presenza di alcuni commissari che avevano svolto attività di formazione per il concorso ed il rischio che questo potesse inficiare la loro imparzialità e, di conseguenza, la validità dell’intera procedura. Infine la sentenza del TAR venne ribaltata dal Consiglio di Stato, il più alto organo della giustizia amministrativa italiana, che rigettò il ricorso confermando la validità del concorso. Nonostante tutto erano rimaste in piedi una marea di cause legali che contestavano lo svolgimento del concorso, mettendolo a rischio in caso di sentenza positiva.

Il Concorso Ordinario e la procedura riservata

E proprio a causa di quelle cause ancora pendenti (stimate a seconda della fonte tra un minimo di 1500 ed un massimo di 2000), arriva la soluzione “politica” per chiudere definitivamente anche la vicenda del concorso 2017. La soluzione trovata stavolta è una variante del classico concorso riservato. Un corso-concorso a cui accedere con un test a risposta multipla ed una prova orale da bandire in parallelo al nuovo concorso ordinario, riservando ai vincitori il 40% dei posti disponibili negli anni successivi a patto che rinuncino ai contenziosi già aperti.

In ogni caso e per non farla troppo lunga, a dicembre 2023 viene bandito il concorso ordinario ed a ruota arriva il bando per la procedura riservata. Le due procedure, ordinaria e riservata, consentiranno di coprire un totale di 979 posti per il triennio 2023/2024, 2024/2025, 2025/2026. Di questi il 60% (587) andrà al concorso ordinario, il restante 40% (392) al concorso riservato. Inutile dire che i tre quarti dei posti disponibili sono localizzati nelle regioni centro-settentrionali, con la differenza che gli ‘ordinaristi’ sceglieranno 60%  in anticipo la regione di destinazione sapendo di dover rimanere lì per diversi anni; per i candidati della coda del concorso nazionale del 2017 tutto dipende dalla votazione finale.

I Concorsi

Il 6 maggio 2024 si svolge la prova scritta della procedura straordinaria che finisce su tutti i giornali per la location pessima e la contestazione diffusa sui controlli svolti. All’ Eur ci sono circa 2300 candidati. Alla fine, tra quelli che hanno avuto almeno 6 alla prova scritta e quelli che hanno superato la prova orale sono ammessi al corso intensivo in 2321. La legge dice che tutto deve concludersi entro il mese di luglio, ed in effetti i tempi vengono rispettati.

Il 9 di agosto viene pubblicata la graduatoria definitiva dei partecipanti al corso intensivo con la votazione conseguita e la valutazione dei titoli adeguata al bando per la procedura straordinaria (quindi votazione totale in tredicesimi), Della graduatoria fanno parte 2099 aspiranti DS.

Intanto il 23 maggio si è svolta la prova preselettiva del concorso ordinario. Anche se non previsto esplicitamente nel bando (ma consentito dalla normativa generale sulle assunzioni nel pubblico impiego), c’ è bisogno di una prova suppletiva per chi non ha potuto partecipare alla prima tornata. La prova viene fissata al 30 luglio, con il risultato di finire certamente oltre il tempo limite previsto per assumere i vincitori dal 1 settembre.

Così la maggioranza di governo riesce ad ottenere che per il prossimo primo settembre vengano coperti tutti i posti vacanti e disponibili scorrendo la graduatoria della procedura riservata oltre il limite ipotizzato all’ inizio, rimandando a quando sarà concluso l’ ordinario la necessaria compensazione dei posti.

I Posti disponibili

E così contestualmente alla pubblicazione delle graduatorie della procedura riservata, viene comunicato che “risultano vacanti e disponibili n. 519 posti di dirigente scolastico nelle regioni Emilia-Romagna, FriuliVenezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana e Veneto”. I pochi posti resisi disponibili nelle regioni meridionali sono stati in parte azzerati dal processo di dimensionamento scolastico, ma soprattutto dalla mobilità straordinaria per chi era finito lontano da casa. Senza parlare della Campania, dove i posti vuoti finiscono anzitutto alla coda di ricorrenti (vincitori) del concorso del 2011.

Gira in rete perfino una bozza con i numeri (tutti da verificare, ovviamente). 34 in Emilia Romagna, 12 in Friuli-Venezia Giulia, 25 nel Lazio, 6 in Liguria, 203 in Lombardia, 6 nelle Marche, 78 in Piemonte, 129 in Veneto. Per un Totale di 519 posti, come dichiarato dal Mim, di cui però solo 205 sarebbero toccati alla procedura riservata che, invece, in assenza della graduatoria del concorso ordinario, vedrà assegnarsi anche gli altri 314 posti che dovranno essere “restituiti” all’ altra procedura non appena sarà pronta la graduatoria definitiva.

Ricorsi e vecchi merletti

Il breve riassunto dei fatti proposto qui sopra aiuta a capire la vera questione che ci fa pensare che piuttosto che la fine di un percorso complicato, la conclusione della procedura riservata è l’avvio di una fase che rischia di essere perfino più confusa. Senza considerare il consolidarsi della conclusione dei concorsi per DS con una (oramai tradizionale) ondata di ricorsi proveniente dai vecchi ricorrenti per quanto sanati e dai nuovi concorrenti vincitori o bocciati che siano.

Doverosa premessa

Non se ne abbiano a male i partecipanti al concorso 2017, ma la necessità di salvare a  tutti i costi un concorso che ha fatto acqua da tutte le parti, tanto da far temere per le centinaia di ricorsi ancora in piedi, forse una riflessione che prendesse in considerazione l’ annullamento del concorso tout court non sarebbe stata una bestemmia. Intendiamoci: in mezzo c’ è stata l’ emergenza COVID e presumibilmente qualche pressing qualificato per non riportare tutto ai nastri di partenza. Insomma, la Ragion di Stato che consigliava di non fare passi indietro. Ma il messaggio che arriva ai concorrenti DS è lineare: chi non vince fa bene a ricorrere, anche per un cavillo improbabile; fino ad ora è sempre andata così e chi ha seguito questa strada alla fine ha avuto ragione.

Tribunali

Inutile dirlo: la prima delle cause che bisognerà attendersi la faranno gli stessi vincitori del concorso riservato, Riguarderà la valutazione dei titoli. La corretta interpretazione della norma è stata oggetto di mesi di discussione e litigi, amplificati dal silenzio dell’ amministrazione, tanto da portare ad un ‘ interrogazione parlamentare delle opposizioni sul tema. Tema del contendere: appurato che i risultati del corso concorso erano da intendersi in decimi, quelli dei titoli erano da riparametrare o valeva quanto previsto dal bando originario? E nel caso, dove era scritto? Una differenza non da poco che significava stabilire il peso dei titoli nella graduatoria finale e quindi preordinare i vincitori del concorso secondo l’ anzianità di servizio e titoli o secondo i risultati alla prova sostenuta. Alla fine ha vinto la seconda opzione. Quelli che dopo aver sborsato la considerevole cifra di cui già si è parlato accetteranno supinamente o chiederanno ad un giudice di valutare lui l’ ambiguità lasciata dalla lettura delle norme?

Intanto gruppi sparsi di vincitori e molti sindacati dicono che oltre 2mila partecipanti con i requisiti legali per partecipare non ci dovrebbero essere. Altra causa: l’ amministrazione verificherà i documenti, non le autodichiarazioni, prima della firma del contratto?

Poi ci sono gli ordinaristi. Qui la prima causa è già partita: quella di chi non ha superato la preselettiva pur superando un punteggio di sei decimi o che non l’ ha superata pur prendendo una votazione più alta di quella necessaria in altre regioni. Nel 2017 questo tipo di ricorso risultò alla fine vincente. Al momento i giudici stanno rigettando questo tipo di causa, soprattutto perché non è stata ancora fissata la data dello scritto. Vedremo quando la data sarà nota se verrà riconosciuto il “periculum in mora”, oltre al fatto che diverse cause saranno discusse in ogni caso ai primi di settembre.

E ancora per i vincitori del “riservato”. Da una parte c’ è scritto che la loro graduatoria è da aggiungere in coda a quella del concorso 2017. Il che lascerebbe pensare che decada al decadere di quella graduatoria e comunque non oltre il 2025/26. Però, da un’ altra parte c’ è scritto che la graduatoria è ad esaurimento. Vuol dire forse che resterà in piedi anche in presenza della graduatoria del nuovo concorso? Quindi tutti dentro fino all’ ultimo dei 2099?

Ma se i vincitori del riservato ricorreranno presumibilmente in tribunale per chiedere l’ esaurimento definitivo della loro (costosissima) graduatoria, quelli dell’ ordinario accetteranno di buon grado di cedere annualmente il 40% dei posti disponibili? Il sospetto è che a giudice si contrapporrà altro giudice.

Ma parliamo di numeri.

La procedura riservata chiedeva ai ricorrenti del 2017 di rinunciare alla causa ancora in corso in cambio di un corso riservato per un certo numero di posti: 392, Senonché dal primo settembre quella stessa graduatoria vedrà assunti già 519 candidati, 27 in più di quelli programmati. Per giunta la graduatoria non sarà affatto esaurita. Ci saranno gli altri millecinquecento graduati pronti a fare di tutto, se non altro per non buttare i duemila e passa euro spesi finora.

L’ impianto tecnico della norma stabilisce ovviamente che si procederà con compensazioni negli anni seguenti. Il che però ha delle conseguenze di tipo algebrico difficilmente contestabili.

In primo luogo vuol dire che il contingente di 392 posti per la procedura riservata previsto inizialmente è già lievitato a 519, una percentuale del 32,5% in più. Nulla dice però (almeno al momento) che il contingente degli “ordinaristi” venga incrementato nella stessa misura. Rispettando la dichiarata ratio del 60 e 40 percento, a fronte di 399 ‘riservisti’, il numero di ‘ordinaristi’ dovrebbe analogamente lievitare dai previsti 587 a 777 posti in totale. Con una complicazione non da poco: la localizzazione dei posti disponibili, visto che se il concorso del 2017 e la sua appendice riservata era nazionale (quindi senza preferenza per la regione destinataria dell’ assunzione), quello del 2024 è un concorso su base regionale. Per cui l’ incremento dei posti per i vincitori dell’ ordinario dovrebbe essere calcolato regione per regione. E allora anche qui mi sa che toccherà ad un giudice per sciogliere i tanti nodi lasciati irrisolti.

Finito qui? Ma no. Per esempio capita che i vincitori della preselettiva si organizzino per chiedere un trattamento analogo a quello toccato ai riservisti: invece di concorso scritto ed orale, anche per loro un corso a distanza e l’ immissione in ruolo.

Largo alla spregiudicatezza

Insomma, se qualcuno avesse pensato anche per un solo momento che con il nuovo concorso si sarebbe messo ordine nel meccanismo di reclutamento dei vertici delle istituzioni scolastiche, con indubbio vantaggio per la qualità del sistema scolastico italiano, perda pure ogni speranza. Anche stavolta studio e preparazione dell’ aspirante DS rischiano di dover fare i conti con la capacità di insinuarsi nelle pieghe di un meccanismo che non solo funziona male, ma lascia voragini nelle quali si corre il rischio che ad infilarsi siano più che i più preparati, soprattutto i più spregiudicati.

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