Il Comitato Evoluzione ATA sfida la CISL Scuola: “Vivete un anno con uno stipendio da Collaboratore Scolastico”
Lanciamo una sfida ai dirigenti CISL Scuola: vivere per un anno con lo stipendio di un collaboratore scolastico (circa 1.200,00 euro al mese) o di un assistente amministrativo (circa 1.350,00 euro) con moglie casalinga, due figli, un affitto, spesa alimen

Riceviamo e pubblichiamo
Abbiamo ricevuto via mail in data 1 agosto u.s. un comunicato della CISL Scuola, sprovvisto di data e
firma, che riportiamo integralmente per opportuna conoscenza degli altri destinatari della presente
comunicazione:
Una vecchia storiella racconta di un giovane marito che spiegava agli amici in che modo avesse pensato di alleviare da eccessive fatiche la moglie. “A lei lascio le incombenze più minute: allevare i figli, tenere in ordine la casa, preparare pranzi e cene. A me i problemi più pesanti: rapporti fra le nazioni e le economie, lotta alla fame nel mondo, salvaguardia della pace”. Lo diceva con
convinzione e persino con vanto. Ecco, caro comitato spontaneo: la vostra lettera, trascorsi i 15
minuti necessari per dare almeno un’occhiata ai destinatari, sembra scritta da quel marito lì. Molto
comodo per voi definire risibile la questione che abbiamo posto (e risolto) su un aspetto che solo per
voi può risultare marginale. Di diverso parere, crediamo, i diretti interessati, per i quali viene evitato
il rischio di subire un grave danno. Del resto, si può capire: chi come voi preferisce non sporcarsi le
mani con la firma di un contratto, che è necessariamente una mediazione fra parti diverse,
evidentemente crede che il compito di un sindacato sia declamare i problemi, piuttosto che risolverli,
almeno in parte. Se a voi basta un sindacato così, forse è perché in fondo non ne avete un gran
bisogno. Ancora, alla ricerca di soluzioni ai problemi del personale ATA, come di tutto il personale
della scuola, lavoriamo costantemente ogni giorno, come ci chiedono di fare le lavoratrici e i
lavoratori che rappresentiamo, che non a caso ci scelgono e fanno di noi il sindacato più
rappresentativo del settore. Persone alle quali non serve la demagogia dei proclami, ma la
concretezza delle scelte di chi non sfugge alle proprie responsabilità. Per risolvere i problemi delle
persone c’è bisogno di un sindacato serio,non della sua caricatura.
E’ bene precisare che la nota dell’organizzazione sindacale in oggetto è stata ricevuta in risposta alla
comunicazione dello scrivente comitato, datata 1 agosto 2024, recante ad oggetto prevalente l’immediata dotazione organica aggiuntiva di personale ATA per l’anno scolastico 2024/2025, la modifica dei criteri di assegnazione dell’organico alle singole scuole, la revisione delle tabelle stipendiali e aggancio delle retribuzioni all’attuale costo della vita, il pagamento immediato delle
supplenze brevi e l’introduzione del buono pasto per tutto il personale scolastico.
Se volessimo abbassarci al livello della comunicazione del sindacato di Via Angelo Bargoni potremmo raccontare una barzelletta e si sa che la barzelletta porta in sé tanta verità:
una coppia (sia lei che lui sono precari della scuola) entra in una libreria:
- “buongiorno, cerchiamo due libri della Cisl Scuola; uno si intitola L’Italia fondata sul lavoro e l’altro La Cisl Scuola fa gli interessi dei lavoratori”;
il commesso risponde: - “buongiorno, la sezione fantascienza è in fondo al corridoio, ultimo scaffale a destra.”

Ecco. Potremmo chiuderla qui.
Ma, con il permesso della collega Ivana Barbacci (salita tristemente alla ribalta della cronaca di settore
per essere stata la prima a chiedere fortemente lo slittamento delle graduatorie di terza fascia, per
intenderci) e del collega Attilio Varengo (il quale in una diretta di Orizzonte Scuola ebbe il barbaro
coraggio di affermare che bisognava mantenere la calma e non strumentalizzare la questione, riferendosi ai 6000 collaboratori scolastici PNRR che stavano per essere sbattuti per strada lo scorso 15 aprile, nonostante gli impegni assunti dal governo a tenerli in servizio sino al 30 giugno– il video è agli atti di questo comitato e disponibile sulla piattaforma Youtube e Facebook) poniamo alla CISL Scuola alcune questioni.

Abbiamo visionato il “
Praticamente,
Lanciamo una sfida ai dirigenti CISL Scuola: vivere per un anno con lo stipendio di un collaboratore scolastico (circa 1.200,00 euro al mese) o di un assistente amministrativo (circa 1.350,00 euro) con moglie casalinga, due figli, un affitto, spesa alimentare, vestiario e ci fermiamo qui.

E non voglia Dio che ci sia un medico da pagare. Ah, quasi dimenticavamo il costo per la CIAD Certificazione Informatica di Alfabetizzazione Digitale (circa 250,00 euro in media richiesti dai centri di formazione) tanto cara alla Cisl, perché è giusto che il lavoratore si formi; a proprie spese ovviamente, mica della CISL Scuola o del Ministero, quale datore di lavoro, ci mancherebbe.

Magari, il dottor Sigfrido Ranucci di Report, che ci legge in copia per opportuna conoscenza, essendosi già occupato in passato di CISL, saprà spiegarci meglio, conclusa la pausa estiva della trasmissione, l’effettiva utilità della CIAD, visto che ormai il corretto utilizzo del PC e dei suoi
principali applicativi è divenuto un obbligo imprescindibile per tutti.
Nel comunicato della CISL Scuola siamo stati tacciati di non volerci sporcare le mani con la firma dei
contratti di lavoro. Mah!!
Non ci pare di esserci qualificati come sindacato, bensì unicamente come un comitato spontaneo di lavoratori del personale ATA, nato per fare quello che, ormai, sindacati come il vostro non fanno più da tempo immemore: stimolare i soggetti responsabili a garantire condizioni di lavoro dignitose per il personale scolastico.
I tempi in cui i sindacalisti entravano nelle fabbriche a fare informazione e convincere i lavoratori ascioperare per chiedere migliori condizionidi lavoro, sono preistoria.
Meglio stare seduti dietro una scrivania a redigere sterili comunicati congiunti di distrazione di massa.
E, giusto per precisare, se fossimo un sindacato confederale saremmo orgogliosi e fieri di firmare contratti di lavoro dignitosi, portando nel cuore le responsabilità affidateci da milioni lavoratori, mettendole sul tavolo al momento delle trattative.
Altro che sporcarsi le mani.
Forse per voi firmare documenti di lavoro è una attività lurida. E, a pensarci bene, in questo possiamo
anche darvi ragione (prendendo in prestito un vecchio proverbio).
Perché il “nuovo” CCNL 2019/21, firmato solo da qualche mese, e già vecchio di cinque anni è una porcata, per dirla alla Calderoli quando formulò la proposta di legge n. 270 del 21 dicembre 2005, comunemente nota come legge Calderoli o Porcellum che lui stesso, in qualità di ministro per le
riforme istituzionali, qualche mese dopo, la definì «una porcata»!!Soprattutto per quanto attiene la parte stipendiale.
Vi facciamo uno “spoiler”: in separata sede, affronteremo anche la nuova questione igiene personale
degli alunni, state sereni.
Ma ogni cosa al suo tempo.
D’altronde, nessuno vi ha lasciato delle incombenze come ultime volontà in punto di morte. Se pensate che tutelare gli interessi dei lavoratorisia una attività che sporca le mani,dedicatevi ad altro e lasciate che se ne occupi chi ne è realmente in grado, perché non ve l’ha detto il medico di farlo.
E perché, arrivati ad un certo punto, il marito “cornuto”(ci si passi il termine) può pure stufarsi della
moglie infedele e mandarla al diavolo, chiedendo il divorzio.
In un articolo de Il Sole 24 ore, a firma di Giorgio Pogliotti, pubblicato il 18 marzo 2023, si apprende che, grazie ad uno studio della Fondazione Di Vittorio, quasi metà dei giovani non si iscrive al sindacato perché non conosce la sua attività (chissà perché).
Riguardo agli aspetti principali sui quali il sindacato dovrebbe intervenire con più forza nel confronto con le istituzioni al primo posto, e con grande scarto sugli altri, si colloca il tema dell’aumento dei salari (68%), seguito dalla difesa e aumento dell’occupazione (44,7%) e dal contrasto alla precarietà (42,7%).
Il 68,6% del campione ritiene che si andrà verso una riduzione del personale ed in questo la Scuola Italiana fa scuola (ci si passi il gioco di parole).
Fatevi la domanda sul perché i giovani non si iscrivono a sindacati come il vostro e datevi una risposta, come direbbe qualcuno.
Ormai è dai tempi dei tagli lineari del binomio Tremonti – Gelmini che i numeri di organico del personale ATA sono in caduta libera.
Il mondo dell’Istruzione è considerato da tutta la politica come il bancomat dello stato.
I politici non investono nella scuola perché non ne ricevono tornaconti.
Ed in questo scenario desolante, fatto di logiche che mirano solo alle prossime elezioni anziché guardare al futuro, la CISL Scuola non può che pensare, ovviamente, che firmare i contratti di lavoro sia un’attività che “sporca le mani”.
Il termine sindacato deriva dal greco “syn” (insieme) e “dike” (giustizia).
Quanta giustizia è rimasta all’interno della CISL se, invece di raccogliere le istanze dei lavoratori, si perde tempo a firmare comunicati congiunti che lasciano il tempo che trovano?
Mai che la CISL Scuola si “sporcasse le mani” a firmare comunicati congiunti con le altre OO.SS.per chiedere in massa l’immediata dotazione organica aggiuntiva di personale ATA per l’anno scolastico 2024/2025, la modifica dei criteri di assegnazione dell’organico alle singole scuole, la revisione delle tabelle stipendiali e aggancio delle retribuzioni all’attuale costo della vita, il pagamento immediato delle supplenze brevi e l’introduzione del buono pasto per tutto il personale scolastico, per carità.
Meglio puntare su argomenti oggetto di comunicati congiunti di distrazione di massa; proprio come fa la politica.
Perché ormai s’è capito da tempo che CISL Scuola e politica vanno a braccetto.
Cara CISL Scuola hai smarrito la bussola.E a dirlo non siamo solo noi.
Anche la stampa specializzata di settore si è soffermata sulla questione.
In un articolo pubblicato il 2 agosto su La voce della scuola, a firma di Massimiliano Esposito, si
legge, tra l’altro, che “Il riferimento ironico del comunicato CISL a un marito che delega alla moglie
le faccende domestiche per dedicarsi a questioni “più importanti” è un esempio lampante di un
atteggiamento che tradisce un velato disprezzo per chi, con onestà e determinazione, cerca di portare
alla luce problemi reali e urgenti. Questo paragone non è solo inappropriato, ma rivela una
mentalità pericolosa, quella di chi crede di poter decidere quali problemi siano degni di attenzione e
quali no, dimenticando che ogni richiesta dei lavoratori merita rispetto e considerazione.
Il vantarsi di aver risolto il problema(nemmeno tanto, a dire il vero)dell’operatore scolastico ricorda
vagamente quegli annunci del tipo:PROMESSA MANTENUTA, quando qualcuno crea volutamente una criticità per poi vantarsi di aver trovato la soluzione, tentando, maldestramente, di apparire come
colui che risolve le cose. A buon intenditor poche parole.
Cara CISL Scuola, come direbbe il principe della risata “ccà nisciuno è fesso”.
I tempi del “bidello” con la terza media sono stati consegnati alla storia, per fortuna.
Oggi, migliaia di giovani laureati sono costretti ad accontentarsi di uno stipendio da fame offerto dal Ministero dell’Istruzione.
Ed in questo avete una buona fetta di gravi responsabilità. Perché, se la politica si dimostra indolente verso i bisogni di imprese, lavoratori, cittadini e pensionati è compito di un sindacato come il vostro attuare ogni iniziativa, consentita dalla legge, per ripristinare un corretto equilibrio tra stato e cittadinanza.
Fatevi un bel bagno di umiltà,prima di proferir parola verso un comitato di lavoratori. E soprattutto, imparate a dosare il tenore dei vostri comunicati.
Perché non siete proprio nelle condizioni di poter fare ironia su precari, stipendi da fame e condizioni di lavoro inadeguate per un paese civile.