Il Ruolo della Relazione e dell’Empatia nella Formazione del Docente di Sostegno: L’Esperienza del TFA alla Link Campus University di Roma
Il Ruolo della Relazione e dell’Empatia nella Formazione del Docente di Sostegno: L’Esperienza del TFA alla Link Campus University di Roma

Il presente articolo racconta un’esperienza formativa vissuta presso l’Università Link Campus di Roma, nell’ambito del Tirocinio Formativo Attivo (TFA) per il sostegno nella scuola primaria. Il TFA rappresenta un passaggio imprescindibile per ottenere la specializzazione necessaria all’insegnamento di sostegno nel sistema scolastico italiano, sia pubblico che paritario. L’obiettivo principale è formare docenti capaci di supportare bambini con disabilità o con Bisogni Educativi Speciali (BES), promuovendo una didattica inclusiva e attenta ai ritmi e alle potenzialità di ciascuno. La mia esperienza è iniziata a fine settembre del 2024, all’interno di un gruppo formato da circa 250 corsisti. Un insieme eterogeneo di insegnanti, educatori, psicologi provenienti da tutta Italia: volti sconosciuti, ma uniti dalla stessa volontà di crescere e diventare insegnanti di sostegno competenti e consapevoli, pronti ad accompagnare ogni bambina e bambino nel proprio percorso educativo. Fin da subito, il TFA si è rivelato un cammino intenso, a tratti impegnativo, ma profondamente formativo. Ogni fine settimana era dedicato a lezioni frontali, esami, laboratori didattici. La fatica si faceva sentire, ma era sostenuta da una motivazione profonda: il desiderio di fare la differenza nella vita dei nostri futuri alunni. Abbiamo avuto il privilegio di essere guidati da docenti preparati e appassionati. Il professor Mancini ha aperto l’anno con una lezione capace di ispirarci, seguito dai professori Marsicovetere, Casillo, D’Anna, Simonetti, Di Gneo, Ciarcianelli, Crivelli e molti altri. Ognuno di loro ci ha trasmesso conoscenze fondamentali per affrontare con consapevolezza il ruolo dell’insegnante di sostegno nella primaria, mettendo sempre al centro il bambino, la relazione e l’inclusione. I laboratori, curati con grande competenza dalle docenti Signore, Rollo, Casamassima e Allocca, sono stati momenti preziosi. Non solo per apprendere strumenti operativi, ma per confrontarsi, mettersi in gioco, sperimentare. In aula, la teoria prendeva vita: ogni attività diventava occasione di riflessione pratica, adatta al contesto delicato e unico della scuola primaria. Un aspetto fondamentale di questo percorso è stato il legame umano che si è creato tra noi corsisti. Ogni weekend era anche un momento per condividere pranzi, cene, chiacchiere, sorrisi. Abbiamo riso, discusso, ci siamo sostenuti nei momenti di difficoltà, creando un clima di fiducia e collaborazione autentica. Le differenze di età, di esperienza, di provenienza sono diventate ricchezza: ognuno ha portato il proprio contributo, e insieme siamo cresciuti. Alla fine del percorso, dopo gli esami in presenza e l’ultimo laboratorio, ci siamo salutati con un grande pranzo collettivo. Poco dopo abbiamo avuto modo di festeggiare anche con i docenti, celebrando non solo la fine di un corso, ma la nascita di un gruppo coeso e motivato, pronto ad affrontare il mondo della scuola con strumenti nuovi e uno sguardo più profondo. Perché, prima ancora di essere insegnanti di sostegno, dobbiamo essere persone capaci di emozionarci, di ascoltare, di costruire relazioni autentiche. L’insegnamento, soprattutto nella scuola primaria, non è solo tecnica: è empatia, presenza, cuore.Il 3 giugno, giorno della discussione della tesi, rappresenterà per me il coronamento di questo percorso. Sarà un momento di emozione, di riflessione e di gratitudine. Sarà anche l’occasione per rivedere la mia relatrice, la professoressa Rollo, che mi ha accompagnato con dedizione e umanità. Il titolo della mia tesi – “Dove finisce la scuola comincia l’inclusione” – vuole essere al tempo stesso una riflessione e una provocazione. L’inclusione non può esaurirsi nei confini dell’aula o dell’orario scolastico: deve diventare un principio guida nelle relazioni, nei contesti sociali, nella vita quotidiana. La scuola primaria è il primo spazio in cui si costruisce questa visione, ed è nostro compito gettare basi solide per una società accogliente e rispettosa delle diversità.


che da perfetti sconosciuti sono diventati amici, colleghi, punti di riferimento.
A ogni docente che ha creduto nella nostra formazione, e ci ha offerto strumenti e visioni.
A quell’alunno speciale che ho seguito durante il tirocinio,
che mi ha insegnato più di quanto io abbia insegnato a lui.
E a noi, futuri docenti di sostegno:
che possiamo continuare a emozionarci, ogni giorno, davanti alla bellezza della crescita umana.Giorgio Mellucci