La Voce della Scuola

Impazza la protesta degli specializzandi sostegno, programmata interrogazione parlamentare

Niente assunzione da prima fascia GPS, la protesta dei precari del sostegno passa di piazza in piazza, gli specializzandi si uniscono ai precari e la protesta prende il carattere unanime sul Belpaese....

A cura di Doriana D'Elia
05 marzo 2024 09:36
Impazza la protesta degli specializzandi sostegno, programmata interrogazione parlamentare -
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Niente assunzione da prima fascia GPS, la protesta dei precari del sostegno passa di piazza in piazza, gli specializzandi si uniscono ai precari e la protesta prende il carattere unanime sul Belpaese.

Da Piacenza

Da circa una settantina i docenti – per lo più dalle scuole primarie e del secondo grado delle scuole secondarie – iscritti al corso dell’VIII ciclo del Tfa (tirocinio formativo attivo) del sostegno, avviato dallo scorso settembre presso la sede piacentina dell’università Cattolica, sono in mobilitazione insieme ai loro colleghi di tutta Italia contro la loro esclusione dal concorso Pnrr in assenza momentanea di titolo e la mancata conferma dell’assunzione dalle graduatorie provinciali di prima fascia.

 

Precluso il loro inserimento a pettine per i contratti a tempo indeterminato, termina dunque la straordinarietà che ha visto per un triennio procedure slim per l’assunzione degli specializzati sul sostegno; visto il mancato inserimento della proroga ex articolo 59 nel decreto Milleproroghe, varato lo scorso 21 febbraio. “Per poter frequentare il corso Tfa – spiegano le docenti piacentine – abbiamo già dovuto superare tre prove, di cui due scritte e una orale, stiamo affrontando un percorso di studio e tirocinio complesso e impegnativo. Una preparazione che rispetta a tutti gli effetti gli stand europei e che dovrebbe essere riconosciuta, attraverso la proroga delle assunzioni da Graduatorie Prima Fascia Sostegno. Invece ci troviamo ancora in una situazione di precarietà che danneggia gli stessi studenti, il cui diritto allo studio e all’integrazione del sistema scolastico dovrebbe essere a maggior ragione tutelato attraverso la stabilizzazione dei docenti di sostegno”.

Da Liverno

“Sì all’ inclusione, no al precariato specializzato”. “Inclusiva, non precaria”, “I nostri studenti meritano di meglio”. Sono alcuni dei tanti striscioni di protesta dei docenti toscani, molti dei quali livornesi, iscritti anche loro all’VIII ciclo del Tirocinio Formativo Attivo (TFA) Sostegno dell’Università di Pisa che si sono unite nella mattina di sabato 2 marzo al presidio organizzato davanti al Polo Universitario Fibonacci di Pisa, la motivazione: sempre la stessa, l’istituzione di una graduatorie regionale di merito o, in alternativa, la proroga dell’ ex art. 59, entrambi volte a stabilizzare i docenti specializzati per le attività di sostegno.

«Abbiamo superato ben due prove in ingresso per accedere ai percorsi universitari da 60 Cfu – spiegano le docenti dell’Ateneo pisano – ma siamo condannate a restare precarie. Lavoriamo da anni per favorire l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e per valorizzare le diversità dei nostri studenti. Vogliamo lo stesso trattamento dei nostri predecessori. I nostri alunni, soprattutto quelli più fragili, non si meritano insegnanti precari e non specializzati».

La rivolta degli specializzandi VIII ciclo TFA si rivolge anche al Papa Francesco Bergoglio, la lettera:

Sua Santità, con reverenza e profondo rispetto, ci rivolgiamo a Lei per portare alla Sua attenzione le gravi difficoltà che affliggono circa 20.000 famiglie italiane di docenti specializzati sul sostegno all’interno della comunità europea, profondamente discriminati dallo stato italiano.

 

I nostri sono cuori gravati da una crescente preoccupazione per il futuro che esprimono la necessità impellente di rivolgerci a Lei, come guida spirituale e rappresentante di una voce influente in ambito internazionale, affinché sia ascoltato il nostro grido di dolore e si possa porre fine alle ingiustizie che minano la nostra professione e il futuro dei nostri studenti.

 

Innanzitutto, desideriamo sottolineare con fermezza che noi docenti, professionisti laureati in Italia e specializzati sul sostegno in Europa, abbiamo conseguito una formazione pienamente compatibile con gli standard italiani, come confermato da numerose sentenze positive giudiziarie, oggi tristemente ignorate dal ministero dell’istruzione e del merito italiano.

 

Ciò che rende ancora più dolorosa la nostra situazione è il perpetuarsi di un doppio standard di trattamento rispetto ad altre professioni, quali gli odontoiatri, i medici, gli infermieri, gli avvocati, i quali vedono i titoli conseguenti agli studi compiuti all’interno della Comunità europea, pienamente riconosciuti a differenza del nostro caso.

 

Mentre tali percorsi sono celebrati per il loro valore nell’arricchire l’esperienza formativa, noi docenti specializzati sul sostegno siamo oggetto di critiche e giudizi negativi, nonostante il nostro impegno e la nostra dedizione alla professione.

 

La nostra condizione è resa ancor più difficile dalla costante minaccia di ricatti psicologici con ricorrenti giudizi ingiusti e diffamatori che compromettono la nostra reputazione e la nostra dignità.

 

Con grande dispiacere constatiamo come lo Stato, invece di facilitare il nostro ingresso nel mondo del lavoro, sembri mettere degli ostacoli non permettendoci di stipulare contratti , preferendo invece assicurare opportunità lavorative a persone prive di specializzazione o formazione adeguata.

 

Questa situazione ci pone in una condizione di svantaggio e incertezza, minando la nostra fiducia nel futuro e nella possibilità di garantirci una vita dignitosa e sicura.

 

Si osserva con preoccupazione l’assenza di ragioni legittime per non riconoscere l’equipollenza della nostra specializzazione, è plausibile a questo punto che ci siano interessi economici di rilevanza legati al sistema italiano TFA, i quali potrebbero influenzare negativamente il riconoscimento dei nostri titoli. Tali interessi potrebbero risultare oscuri o poco trasparenti ai comuni cittadini, contribuendo così a perpetuare una disparità nell’accesso alle opportunità professionali per chi ha studiato all’estero.

 

Le chiediamo umilmente di considerare con la Sua autorevolezza morale questa situazione e di

considerare un dialogo diretto con il Ministro Giuseppe Valditara, per affrontare questa delicata questione.

La Sua parola, Sua Santità, ha il potere di scuotere l’anima, il cuore e la coscienza di chi detiene il potere decisionale, e può essere la luce che guida il cammino verso una soluzione equa e giusta per tutti.

 

Ne approfittiamo per augurarle una sana e pronta guarigione. Pregheremo affinché possa presto ritrovare la Sua salute e la Sua forza per continuare ad essere una guida e un faro di speranza per tutti noi.

 

Le chiediamo di considerare la nostra richiesta di aiuto e di intervenire affinché la giustizia e la dignità possano finalmente prevalere”.

 

Da Genova

“Chiediamo a tutte le forze politiche e sindacali di unirsi per fare sì che anche quest’anno si possa ricorrere alla procedura straordinaria ex art 59 per l’immissione in ruolo per i docenti del corso abilitante per il sostegno (TFA). Dopo un percorso professionalizzante (TFA) che dà valore a una scuola inclusiva, con piani didattici e pedagogici personalizzati non entrare in ruolo significherebbe spezzare quella progettualità e continuità che é l’anima della scuola stessa. Siamo certi che vi impegnerete in ogni sede per raggiungere questo obiettivo. Noi vi appoggeremo, rilanciando le vostre istanze”.

 

 

 

La lettera ai parlamentari liguri

Nota di un gruppo di studenti del Corso universitario abilitante per il sostegno (TFA) a Genova:

 

 

Sconcerto e sgomento nel mondo della scuola e degli insegnanti di sostegno. Nel Decreto Milleproroghe approvato in questi giorni sparisce la possibilità di ricorrere alla procedura straordinaria ex art 59, in base alla quale per 3 anni si è attinto, ai fini dell’immissione in ruolo dei docenti specializzati al sostegno.

 

Questo è un fatto molto grave perché precarizza, ancora una volta, il mondo della scuola e la figura dell’insegnante di sostegno. I docenti dopo aver ultimato gli studi universitari e aver svolto tramite procedura concorsuale (una preselettiva, una prova scritta e una prova orale) il corso abilitante per il sostegno (TFA), impegnando risorse economiche (3000 euro), fisiche (lezioni infrasettimanali e nei weekend, esami, tesi) e umane (175 ore di tirocinio gratuito) si ritrovano senza alcuna risposta sul proprio futuro.

 

“Ci chiediamo quale progetto di vita possiamo dare ai nostri studenti se neanche noi ne abbiamo uno, chiediamo ai parlamentari liguri la possibilità che anche quest’anno si usufruisca della procedura straordinaria ex art 59”, afferma un gruppo di corsisti del TFA di Genova che aggiunge: “la contraddizione più evidente è che nel TFA VIII Ciclo (attualmente in corso, finirà il 30 giugno) partecipano anche i sovrannumerari del ciclo precedente, ovvero l’anno in cui i colleghi sono stati immessi in ruolo con l’ex art 59. Insomma, bando identico, ma regole diverse”.

 

Intanto è stato partecipativo il presidio davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) di ieri, 4 marzo alle ore 15, in viale Trastevere, organizzato dai colleghi corsisti di Roma. “Urgono risposte chiare e una direzione univoca del Miur e di tutta la parte politica e sindacale- gli organizzatori del presidio-. Perché non è solo un discorso di precarietà, ma di classi più fragili, meno inclusive e di studenti più soli”.

 

Lo sconcerto e lo sgomento nel mondo della scuola e degli insegnanti di sostegno ha fatto sì che esponenti politici si siano interessati e in programma interventi relativi alla presa in carico della questione sollevata dagli interessati.

Nel Decreto Milleproroghe approvato in questi giorni sparisce la possibilità di ricorrere alla procedura straordinaria ex art 59, in base alla quale per 3 anni si è attinto, ai fini dell’immissione in ruolo dei docenti specializzati al sostegno.

Questo è un fatto molto grave perché precarizza, ancora una volta, il mondo della scuola e la figura dell’insegnante di sostegno.

 

“Ci chiediamo quale progetto di vita possiamo dare ai nostri studenti se neanche noi ne abbiamo uno, chiediamo ai parlamentari liguri la possibilità che anche quest’anno si usufruisca della procedura straordinaria ex art 59”-concludono i corsisti del TFA di Genova-, la contraddizione più evidente è che nel TFA VIII Ciclo (attualmente in corso, finirà il 30 giugno) partecipano anche i sovrannumerari del ciclo precedente, ovvero l’anno in cui i colleghi sono stati immessi in ruolo con l’ex art 59. Insomma, bando identico, ma regole diverse”.

Gli insegnanti specializzati e specializzandi ringraziano il Movimento Nazionale Docenti Specializzati e tutti gli altri docenti per il meet che si intende risolutivo con le parti politiche, il comunicato:

Ho ascoltato testimonianze di chi non vuole essere discriminato, di chi ha superato con studio e sacrificio selezioni durissime, di coloro che hanno dedicato anima e corpo per una professione che considerano “la più bella del mondo, dichiara Nave, On. Movimento Cinque Stelle-.Mi unisco alla battaglia di civiltà di questi insegnanti, impiegando tutte le energie per fare questione sui punti chiave del confronto”

Ecco i punti:

Perché non sono state prorogate le assunzioni riservate ai docenti di sostegno di cui all’ex art 59?

 

– Perché non si intende dare attuazione alle Graduatorie Regionali per le assunzioni in ruolo dei docenti specializzati già approvate nella precendente legge di bilancio?

 

Questi due quesiti saranno materia per un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

 

“Andremo fino in fondo per garantire la massima tutela e parità di trattamento per tutti i docenti. No a guerre tra poveri!”, il comitato.

 

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