Impossibile bloccare i nuovi concorsi PNRR: Valditara avverte sui rischi economici per l'Italia
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha affrontato in modo deciso la questione relativa ai concorsi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), chiarendo che bloccare...

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha affrontato in modo deciso la questione relativa ai concorsi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), chiarendo che bloccare le nuove procedure di reclutamento per il personale docente è una strada impraticabile. Le sue dichiarazioni, rilasciate recentemente durante un video pubblicato sul canale ufficiale del Ministero, hanno fatto emergere l’importanza di rispettare gli impegni presi con l’Unione Europea per evitare di mettere a rischio ingenti fondi destinati all’Italia.
L’obbligo di procedere con i concorsi
Valditara ha spiegato che il blocco dei nuovi concorsi, richiesto da alcune parti per assumere solo gli idonei dei precedenti concorsi, sarebbe impossibile a causa degli impegni presi dal precedente governo con la Commissione Europea. “L’Italia si è impegnata, nell’ambito della passata legislatura, ad assumere 70.000 docenti attraverso le procedure previste dal PNRR”, ha affermato il Ministro. Questi concorsi, secondo l’accordo, sono fondamentali per garantire la distribuzione della parte finale dei fondi del PNRR, pari a circa 24 miliardi di euro.
Valditara ha anche ricordato che la scadenza iniziale per le assunzioni, fissata al 31 dicembre 2024, è stata prorogata al 31 dicembre 2026 grazie a una trattativa con la Commissione Europea. Questo rinvio ha permesso di procedere già con l’assunzione di 40.700 docenti nel 2023 e di ulteriori 12.800 docenti nel 2024, al di fuori del perimetro dei concorsi PNRR. Nonostante questo sforzo, l’obbligo di reclutare i restanti docenti attraverso i concorsi resta vincolante.
I rischi economici per l’Italia
Bloccare i concorsi, ha proseguito Valditara, esporrebbe l’Italia a “seri rischi” sul piano economico, poiché l’ultima tranche del PNRR, pari a 24 miliardi di euro, è direttamente legata al raggiungimento dell’obiettivo delle 70.000 assunzioni. Il Ministro ha inoltre ribadito di aver chiesto alla Commissione Europea una maggiore flessibilità nelle regole di reclutamento previste, ma fino a quando queste non saranno modificate, sarà necessario proseguire con le procedure concorsuali.
Reazioni e polemiche
Le dichiarazioni del Ministro hanno suscitato diverse reazioni, sia a livello politico che sindacale. Alcuni sindacati, come la CGIL, hanno manifestato il loro appoggio alla richiesta di Valditara di ottenere una maggiore flessibilità dalla Commissione Europea. Tuttavia, rimane il dibattito acceso sulle modalità di reclutamento. I sindacati chiedono da tempo di garantire maggiori diritti agli idonei dei concorsi passati e di evitare una precarizzazione del lavoro docente.
D’altra parte, diverse associazioni di insegnanti hanno espresso preoccupazione riguardo alla gestione delle graduatorie e alla stabilizzazione dei precari. “Sebbene il governo abbia introdotto con il decreto legge 75 del 2023 un meccanismo per esaurire le graduatorie del concorso 2020”, ha ricordato Valditara, “ci sono ancora tanti docenti che rischiano di rimanere fuori dal sistema scolastico e dover ripetere i concorsi”.
Trattative con l ‘Europa
Il Ministro ha concluso ribadendo l’impegno del governo nel proseguire con le assunzioni previste dai concorsi PNRR, sottolineando la necessità di rispettare le regole attuali per non compromettere i fondi europei destinati all’Italia. Allo stesso tempo, Valditara ha garantito che il governo continuerà a lavorare per modificare le norme europee, cercando di bilanciare le esigenze degli idonei con la necessità di rispettare i vincoli imposti dall’UE.