La palpata breve non è reato. La Procura impugna l’ assoluzione del bidello che aveva molestato una studentessa minorenne
Il caso della ‘palpata breve’ aveva suscitato enormi polemiche. Con l’ assoluzione del bidello dalle mani lunghe era diventato virale sui social l’hashtag “Vedete quanto sono lunghi?”, con...

Il caso della ‘palpata breve’ aveva suscitato enormi polemiche. Con l’ assoluzione del bidello dalle mani lunghe era diventato virale sui social l’hashtag #10secondi: “Vedete quanto sono lunghi?”, con una serie di influencer ma soprattutto utenti comuni, ragazzi e ragazze ripresi ad autopalpeggiarsi accanto ad un timer per dimostrare quanto lunghi fossero in realtà.
Sul caso che sembrava chiuso era intervenuta al Corriere della Sera la ragazza, dicendosi delusa e speranzosa dell’ impugnazione della procura per una vicenda che le aveva lasciato l’ amaro in bocca. Oggi la notizia, riportata dalle edizioni romane di Repubblica e Corriere della sera. La procura ha impugnato la sentenza di assoluzione per il bidello dell’istituto cine-tv Roberto Rossellini, accusato di violenza sessuale, prosciolto perché per le toghe di piazzale Clodio “5-10 secondi di palpeggiamento sono un tempo non apprezzabile per ravvisare” un reato.
“Un’azione che dura tra i 5 e 10 secondi, come il palpeggiamento ai glutei descritto dalla vittima, non può essere considerata istantanea” argomenta la procura. E il pm che aveva chiesto una condanna da 3 anni e 4 mesi di reclusione commenta: troppo leggera l’interpretazione del contatto, ridotto a uno “sfioramento”, da parte del tribunale.
Il racconto della studentessa, confermato da una compagna e perfino dall’ imputato, parlava di un palpeggiamento fin negli slip dal bidello mentre saliva le scale. Ma nonostante l’ autenticità indubbia di quanto riferito dalla studentessa, per i giudici il bidello aveva voluto solo scherzare. La sua era stata piuttosto una “manovra maldestra”.
Ma la procura spiega che in passato il bidello aveva chiamato più volte “amore” e “mia moglie” la ragazza che lo ha denunciato. Frasi che, sostengono la studentessa e il pm, sono poi sfociate nel palpeggiamento e quindi nel reato che ora approderà in corte d’appello.
Cercando di chiarire anzitutto se quei dieci secondi siano davvero un tempo trascurabile o no, come afferma il pm.