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Integrazione scolastica: il diritto all'assistenza va oltre la gravità dell'handicap Prof.G.Marco Bencivenga

Integrazione scolastica: il diritto all'assistenza va oltre la gravità dell'handicap Prof.G.Marco Bencivenga

A cura di Redazione
10 dicembre 2024 12:02
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Petizione record per i docenti specializzati all’estero: oltre mille firme in 24 ore contro il “muro” del Ministero.
Prof. G. Marco Bencivenga

Una valanga di firme per chiedere rispetto e pari opportunità. Oltre mille adesioni in sole 24 ore alla petizione lanciata dal Comitato Scuola Docenti Precari Specializzati in Europa (DPSE), che denuncia la discriminazione subita dai docenti che hanno conseguito la specializzazione all’estero. Un grido di protesta contro il Ministero dell’Istruzione, accusato di ignorare la normativa europea e le sentenze dei tribunali.

Al centro della petizione, tre richieste fondamentali: l’avvio immediato dei corsi INDIRE, necessari per l’abilitazione all’insegnamento; lo stop ai rigetti delle domande di riconoscimento dei titoli esteri, spesso respinte senza valide motivazioni; e la sospensione dei licenziamenti, che mettono a rischio la continuità didattica degli studenti, in particolare quelli con disabilità. Il Comitato DPSE sottolinea che i percorsi INDIRE sono accessibili non solo a chi ha conseguito tre anni di servizio, ma anche a coloro che, in possesso di un titolo estero in fase di riconoscimento, rinunciano ai contenziosi instaurati. Una possibilità importante, che consentirebbe a molti docenti di ottenere l’abilitazione e di inserirsi a pieno titolo nel sistema scolastico italiano.

Introdotti dal Decreto-legge n. 71/2024 per rispondere alla crescente domanda di insegnanti di sostegno qualificati, i percorsi INDIRE mirano a formare entro il 2025 un preciso numero di docenti, con l’obiettivo di ridurre il precariato e garantire una preparazione adeguata per supportare gli alunni con disabilità. Questa opportunità è particolarmente rilevante per coloro che hanno conseguito il titolo di specializzazione all’estero, ma si trovano in un limbo a causa delle lungaggini burocratiche e dei contenziosi. Ma quali sono i titoli esteri ammessi ai percorsi INDIRE? L’art. 7 del Decreto specifica che possono accedere coloro che, al 1 giugno 2024, avevano conseguito all’estero il titolo di specializzazione sul sostegno e hanno pendente il relativo procedimento di riconoscimento. In caso di contenzioso giurisdizionale in corso, l’iscrizione ai percorsi INDIRE è possibile solo rinunciando contestualmente al contenzioso stesso.

I titoli conseguiti all’estero devono avere caratteristiche specifiche per essere valutati positivamente da INDIRE, come ad esempio: essere stati conseguiti presso una università legalmente accreditata nel paese di origine; prevedere un piano di studi uguale a quello italiano; garantire la selettività e l’erogazione dei percorsi didattici direttamente dall’università. È importante sottolineare che la rinuncia all’istanza di riconoscimento non ha effetto sullo scioglimento della riserva nelle graduatorie, né comporta la revoca degli incarichi già conferiti. Il titolo di specializzazione conseguito tramite i percorsi INDIRE è valido anche ai fini del consolidamento dei contratti a tempo determinato o indeterminato stipulati con riserva.

Il Comitato DPSE sottolinea come i docenti specializzati all’estero abbiano seguito percorsi di formazione equivalenti a quelli italiani, come previsto dalla Direttiva Europea 2005/36/CE. “Nonostante questo”, si legge nella petizione, “il Ministero dell’Istruzione continua a erigere barriere burocratiche e a negare il riconoscimento delle qualifiche professionali acquisite”. Una situazione paradossale, che penalizza docenti qualificati e priva la scuola di risorse preziose.

“La petizione”, spiega Renato Bellofiore, promotore dell’iniziativa per il Comitato DPSE, “è un segnale forte che inviamo al Ministero. Non possiamo più tollerare questa ingiustizia. Chiediamo un intervento immediato per garantire pari opportunità e continuità didattica, nell’interesse dei docenti e degli studenti”. La mobilitazione dei docenti specializzati all’estero è appena iniziata. E la petizione, con il suo crescente numero di adesioni, promette di diventare un caso politico.

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