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INTERVISTA ESCLUSIVA – Gli Avv. Aldo Esposito e Avv. Ciro Santonicola commentano la rilevantissima sentenza del TAR Lombardia sulla trasparenza negli esami di abilitazione forense

INTERVISTA ESCLUSIVA – Gli Avv. Aldo Esposito e Avv. Ciro Santonicola commentano la rilevantissima sentenza del TAR Lombardia sulla trasparenza negli esami di abilitazione forense

A cura di Diego Palma
19 aprile 2025 10:01
INTERVISTA ESCLUSIVA – Gli Avv. Aldo Esposito e Avv. Ciro Santonicola commentano la rilevantissima sentenza del TAR Lombardia sulla trasparenza negli esami di abilitazione forense -
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I difensori della ricorrente commentano la rilevantissimasentenza del TAR Lombardia che ha ritenuto fondata la censura relativa all’insufficienza del voto numerico per l’assolvimento dell’onere motivazionale in relazione al giudizio espresso sulla prova scritta.

 

Qual è, secondo lei, il significato più profondo della sentenza del TAR Lombardia rispetto alla trasparenza negli esami pubblici?

Avv. Aldo Esposito: Questa sentenza, a mio parere, va ben oltre il singolo caso esaminato. Il TAR Lombardia ci dice qualcosa di fondamentale: la trasparenza nelle valutazioni non è un optional ma un diritto essenziale.

Il punto centrale è che il contesto degli esami di avvocato è cambiato radicalmente negli ultimi anni: ci sono molti meno candidati e si svolge una sola prova scritta invece di tre. Di fronte a tali mutamenti, il tribunale ha giustamente riconosciuto che assegnare solo un numero come valutazione, senza spiegare perché, non è più accettabile”.

 

La Costituzione ci chiede che l’amministrazione pubblica agisca con trasparenza, e questa sentenza finalmente dà sostanza a questo principio nel campo degli esami pubblici.

Avv. Ciro Santonicola: Aggiungerei che la decisione rafforza concretamente il diritto di difesa. Immaginate di ricevere un 14/30 senza sapere dove avete sbagliato: come potete contestare questa valutazione? 

Il TAR ha riequilibrato questa situazione, sottolineando che, per garantire una tutela effettiva, il candidato deve poter comprenderele ragioni del giudizio ricevuto. Non è solo una questione formale, ma sostanziale: la trasparenza è la base della fiducia nel sistema”.

 

La motivazione scritta dei voti potrebbe realmente migliorare la qualità e l’imparzialità delle valutazioni? Oppure c’è il rischio di appesantire inutilmente il lavoro delle commissioni?

Avv. Ciro Santonicola:È una domanda molto pratica. Certamente, dare una motivazione richiede più lavoro per le commissioni, ma questo “impegno extra” porta benefici importanti. Quando un esaminatore deve spiegare perché assegna un certo voto, inevitabilmente analizza l’elaborato con più attenzione e si attiene meglio ai criteri di valutazione.

È importante chiarire che la sentenza non chiede necessariamente lunghe spiegazioni scritte. Come dice il TAR, possono bastare anche semplici segni o note che indichino dove l’elaborato è carente o particolarmente valido. L’importante è che il candidato possa capire cosa non abbia funzionato nel suo lavoro.

Avv. Aldo Esposito: Una riflessione concreta: quante volte abbiamo visto giovani laureati ricevere un voto insufficiente e chiedersi, sconsolati: “Ma dove ho sbagliato?”. È una domanda legittima che finora rimaneva senza risposta.

Oggi il contesto è cambiato. Con meno candidati e una sola prova scritta, le commissioni hanno il tempo per fornire questo riscontro. Non si tratta di burocratizzare, ma di migliorare l’intero processo: i candidati capiranno i loro errori, le commissioni saranno più attente nelle valutazioni e il sistema guadagnerà in credibilità”.

 

Crede che questa sentenza possa costituire un precedente anche per altri concorsi pubblici, oltre agli esami da avvocato?

Avv. Aldo Esposito: Sono convinto che questa sentenza avrà effetti su molte altre procedure selettive. Il principio stabilito – che il solo voto numerico non basta quando il contesto lo permette– può applicarsi a numerosi concorsi pubblici.

Il TAR ha fornito uno strumento che altri giudici potranno utilizzare per richiedere maggiore trasparenza in questi contesti”.

 

Dal punto di vista dei candidati, che effetto può avere questa decisione sulla fiducia verso le istituzioni che gestiscono esami e selezioni?

Avv. Ciro Santonicola: C’è un vecchio detto nel mondo giuridico: “La giustizia non solo deve essere fatta, ma deve anche essere vista”. Lo stesso vale per i concorsi pubblici: devono essere non solo corretti, ma anche percepiti come tali.

Quando un candidato potrà vedere esattamente dove ha sbagliato, anche una bocciatura diventerà un’opportunità di crescita. 

Avv. Aldo Esposito: Quando un giovane laureato affronta un esame di abilitazione, sta vivendo uno dei momenti più importanti del suo rapporto con lo Stato. La nostra assistita potrà ora sostenere la prova orale sapendo di aver contribuito a un cambiamento che aiuterà migliaia di futuri candidati. E questo risultato va ben oltre la singola problematica.

La decisione del TAR Lombardia, valorizzando la dimensione comunicativa della motivazione, offre un contributo significativo alla riconciliazione tra cittadini e istituzioni. La motivazione diviene così non solo presidio di legalità, ma anche strumento di pedagogia istituzionale, capace di trasformare un giudizio negativo in un’occasione di crescita e comprensione.

Avv. Ciro Santonicola: In una democrazia matura, la trasparenza delle decisioni pubbliche non è un’opzione ma una necessità strutturale. La pronuncia in esame, con la sua raffinata elaborazione del principio di trasparenza valutativa, rappresenta un prezioso tassello nel mosaico di una cultura amministrativa autenticamente democratica”.

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