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Italo Calvino? Un influencer

Se cercassi in un dizionario specifico per il lessico digitale, alla parola «influencer» troverei, di certo, alcune delle seguenti definizioni:Influencer è chiunque abbia il potere di influenzare le d...

A cura di Trifone Gargano
08 ottobre 2024 08:33
Italo Calvino? Un influencer -
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Se cercassi in un dizionario specifico per il lessico digitale, alla parola «influencer» troverei, di certo, alcune delle seguenti definizioni:

Influencer è chiunque abbia il potere di influenzare le decisioni di acquisto degli altri a causa della sua autorità, conoscenza, posizione o rapporto con il suo pubblico.

Gli influencer quasi sempre collaborano con le aziende, aiutandole a vendere i loro prodotti o servizi, nell’ambito del cosiddetto “Influencer Marketing”.

Gli influencer sui social media sono persone che si sono costruite una reputazione per le loro conoscenze e competenze su un argomento specifico.

Pubblicano regolarmente post sui loro canali preferiti e generano un grande seguito di persone entusiaste e coinvolte, che prestano molta attenzione ai loro punti di vista.

 I marchi amano i social media influencer perché possono creare tendenze e incoraggiare i loro seguaci ad acquistare i prodotti che promuovono.

Distinzioni ulteriori, inoltre, vengono fatte, tra gli influencer, in base al numero di seguaci (follower) che hanno; e, quindi, vengono distinti come nano influencer, mega, macro, micro, e così via. I canali, o vettori, maggiormente utilizzati sono blog, Youtube, Tik Tok, Podcast, Instagram, etc. I micro influencer hanno rapporti più diretti (e autentici) con i loro follower; quindi, sono più ascoltasti e più attivi, in quanto creatori di contenuti. Questa loro maggiore attività, e, soprattutto, questa loro vicinanza con i follower vengono incoraggiate dalle marche di riferimento.

Fin qui, nulla di nuovo, nel mio ragionamento. Tutte cose già note. Tutte informazioni sulle quali, comunque, di tanto in tanto, a seconda dell’umore e degli scandali del momento, si scagliano gli strali dei moralisti (da tastiera) sempre attivi, anche loro (!), e sempre in agguato, pronti, cioè, a dare sfogo alle lamentazioni pseudo-filosofiche sul degrado dei costumi contemporanei, e sulla mercificazione tele-guidata dei nostri tempi. Ebbene, se invece, adesso, dessi conto di una lettera di Italo Calvino, del 1959 (sì, del 1959, di ben quasi settant’anni fa, scritta in una Italia, e in un mondo, totalmente diversi dall’oggi, senza cellulari e senza social media), indirizzata a Pietro Citati, nella quale, dopo aver discusso di altre cosette (riguardanti il primo libro di Pier Paolo Pasolini, Una vita violenta, appena uscito da Garzanti, e di un romanzo di Beppe Fenoglio, Primavera di bellezza, anch’esso appena uscito da Garzanti, sottratto fresco fresco alla Einaudi, la casa editrice per la quale a quel tempo Calvino lavorava come funzionario di redazione), Calvino si offra, appunto, come influencer? Ecco alcuni passaggi della lettera in questione:

…perché non mi fai mandare i libri Garzanti che mi possono interessare? Non faccio il critico ma posso essere considerato tra quelle-persone-che-parlano-in-giro-e-influiscono-sull’opinione-pubblica. Solo Pasolini mi ha annunciato d’avermi fatto mandare il suo libro ma non l’ho ancora ricevuto e lo sto leggendo prestato. Gli altri ho dovuto comprarli.

Calvino utilizza l’espressione, scrivendola tutta attaccata, nella quale è presente proprio il termine oggi modaiolo (sia pure in versione inglese) influencer: «posso essere considerato tra quelle-persone-che-parlano-in-giro-e-influiscono-sull’opinione-pubblica». Dunque, Calvino influencer, convinto, in tutta onestà e coscienza, di avere una qualche presa sui lettori, e di poterne orientare gli acquisti (in termini di libri da leggere) soprattutto novità, come nel caso, in quel 1959, del romanzo di Pasolini, Una vita violenta, sul quale, sempre nella stessa lettera, Calvino esprimeva giudizi entusiasti:

Il Pasolini è un libro bellissimo. Bellissimo. Uno dei più bei libri italiani del dopoguerra, uno dei più bei libri degli ultimi anni in senso assoluto.

Con passaggi anche critici, sul primo capitolo di Una vita violenta, espressi con l’occhio del redattore). Nel 1959, Calvino ha soli 36 anni, e, oltre a lavorare come redattore, ha già scritto tanto, ha già pubblicato, per esempio, la trilogiaI nostri antenati, e ha già scritto, pure, i testi delle canzoni Dove vola l’avvoltoio e Oltre il ponte, per il gruppo Cantacronache, un collettivo formato da musicisti e letterati, nato a Torino nel 1957, contro la guerra (oggi, purtroppo, ancora di grande attualità).

Per quanti volessero leggere un ritratto «divergente» di Italo Calvino, rinvio al mio recentissimo Calvino pop, Progedit, Bari 2023, in doppia versione (cartacea e digitale), facendo click sui seguenti link:

EDIZIONE CARTACEA

EDIZIONE DIGITALE

Le citazioni dalla lettera di Calvino del 1959 sono tratte da: Italo Calvino, I libri degli altri, Einaudi, Torino 1991, a c. di Giovanni Tesio e con una Nota di Carlo Fruttero, pp. 314-15.

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