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La presenza (carsica) di Dante nella canzone pop italiana: Gaia e Pausini

Segnalo, in questo mio articolo, due canzoni recentissime, pubblicate entrambe nel corso del 2023, l’anno che si è appena chiuso, per quel singolare fenomeno di ri-scrittura creativa che amo definire come «dantismo carsico

A cura di Trifone Gargano
05 febbraio 2024 07:00
La presenza (carsica) di Dante nella canzone pop italiana: Gaia e Pausini -
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Segnalo, in questo mio articolo, due canzoni recentissime, pubblicate entrambe nel corso del 2023, l’anno che si è appena chiuso, per quel singolare fenomeno di ri-scrittura creativa che amo definire come «dantismo carsico» della canzone leggera (o pop) italiana. A giorni, infatti, si svolgerà il Festival della canzone italiana di Sanremo, appuntamento celeberrimo e seguitissimo (non solo in Italia), e intendo, allora, celebrare questo Festival alla maniera mia, e cioè con la pubblicazione di questo un piccolo intervento critico dedicato a due canzoni di due cantautrici italiane che si sono cimentate, appunto, con Dante Alighieri. Si tratta della giovanissima cantautrice italo-brasiliana Gaia Gozzi, nota come Gaia, e della celebratissima Laura Pausini. Le due canzoni sono, rispettivamente, Tokyo, di Gaia, e Un buon inizio, di Laura Pausini, nelle quali riecheggiano e rivivono i versi danteschi.

 

Gaia, Tokyo

Nella canzone Tokyo, che è del 2023, Gaia Gozzi, la giovane cantante italo-brasiliana, dà esempio, per il testo, di tener conto della tradizione lirica italiana più alta. Un passaggio della sua canzone, infatti, cita, ri-scrivendolo, un verso di Dante Alighieri, precisamente, il verso «Poca favilla gran fiamma seconda» (tratto da Paradiso, I, 34). Ecco come si presenta il verso nella ri-scrittura di Gaia: «…un incendio con una scintilla…».

Ebbene, sì, provocare un incendio, un cambiamento, nella vita di ciascuno di noi, grazie a una sola scintilla, a una sola favilla, a volte può accadere (e accade). Dante aveva scritto «favilla», cioè, una scintilla, esattamente come, adesso, ri-scrive Gaia nella sua canzone. Questa cantautrice pop è stata lanciata dai talent show,dapprima con «X Factor», nel 2016, giungendo seconda; successivamente, con «Amici», vincendo l’edizione del 2019, raggiungendo, così, la notorietà del grande pubblico. Ha già partecipato al Festival della canzone italiana di Sanremo, nel 2021, con la canzone Cuore amaro. All’attivo, Gaia ha conquistato il doppio disco di platino, e il disco d’oro, con brani come Nuova Genesi, Chegae Coco Chanel, e vanta molte collaborazioni con altri artisti e interpreti, come Madame, Rkomi, Tedua, Elisa, e altri, segno, questo, di una versatilità vocale e musicale non indifferente. Nel 2023, ha preso pure parte a un progetto importante della Walt Disney, precisamente, alla colonna sonora del film d’animazione Wish, realizzato per celebrare i cento anni della Disney (1923).

Questo il testo dell’intera strofa ritornello di Tokyo, nel quale è incastonata la citazione dantesca (in forma di ri-scrittura), scritto anche con la collaborazione di Riccardo Zanotti (dei Pinguini Tattici Nucleari):

Solo tu mi fai, come il mare

Se mi tocchi, la mia pelle brilla

Solo tu lo sai, tu sai fare

Un incendio con una scintilla

Solo tu mi fai (brillare) brillare, (brillare) brillare, (brillare) brillare, (brillare)

Solo tu mi fai

 

Pausini, Un buon inizio

Laura Pausini non ha bisogno di presentazione alcuna. Semplicemente, mi permetto di scrivere che ha iniziato la sua (luminosissima) carriera nel 1993, al Festival della canzone italiana, nella sezione Nuove proposte, con il brano, d’immediato e grande successo, La solitudine. Tornò a Sanremo l’anno dopo, per piazzarsi al terzo posto, con Strani amori, autentico capolavoro che la lanciò sul palcoscenico mondiale. Voce potente e unica. Non aggiungo altro, per non correre il rischio d’apparire banale e scontato. Con la canzone Un buon inizio, pubblicato il 10 marzo 2023, la ripresa dantesca è già nell’incipit:

 

Tu lo sai dove va

La vita senza il coraggio

Rimane vera a metà

Come una statua di ghiaccio

 

Il rinvio più immediato e diretto per questi versi della canzone di Laura Pausini è con il canto terzo dell’Inferno dantesco, con l’accusa di vivere una vita, appunto, a metà, senza il coraggio. È il canto degli ignavi, degli indifferenti, di chi non prende mai una posizione, di chi non si schiera mai, né da una parte, né dall’altra, di chi vive, quindi, a metà, come una «statua di ghiaccio» (tanto per citare Laura Pausini). Dante è all’inizio del suo viaggio nell’aldilà, non è ancora entrato nell’Inferno, e già precisa, in questa parte del canto terzo, la sua idea di vita, per la quale, cioè, convenga spendersi. Una vita a schiena dritta. Una vita che non giri la testa dall’altro lato, che non faccia finta di non vedere e che si disinteressi di tutto (e di tutti). Dante s’inventa questi peccatori di ignavia, di indifferenza, che vivono «una vita a metà». Per la chiesa cattolica, questa colpa non esiste, poiché costoro, in vita, non fanno del male, ma nemmeno del bene. Gli indifferenti vissero senza prendere posizione, come tante statue (fatue) di ghiaccio, appunto. Per Dante, invece, questa è la colpa peggiore, commessa da coloro  «che visser sanza ‘nfamia e sana lodo». La canzone di Laura Pausini, nel suo incipit (così come lo stesso Dante collocò la sua condanna di questi indifferenti già all’inizio del suo viaggio infernale), condanna quanti vivono «a metà».

Per chi volesse ascoltare la canzone Tokyo di Gaia, potrebbe fare click sul link seguente:

Per quanti volessero ascoltare la canzone Un buon inizio di Laura Pausini, potrebbero fare click sul link seguente:

Da anni studio la fortuna di Dante Alighieri nella canzone pop (e rock), italiana, il suo essere, cioè, fortemente presente nei codici espressivi contemporanei (fumetti, canzoni, romanzi, graphic novel, brand alimentari, pubblicità, film, ecc.). È il segno, tutto questo, del così detto «dantismo creativo»,  come manifestazione più autentica e vera di quanto questo poeta medievale abbia, in realtà, ancora molto da dire e da dare a noi contemporanei. Pur tanto distante da noi, e non solo per un fatto cronologico, Dante Alighieri, e la sua Divina Commedia, hanno ancora molte risposte di senso da suggerire al nostro presente, alle nostre inquietudini e alle nostre speranze. Ho raccolto i risultati di queste mie ricerche, sui rapporti tra la canzone contemporanea e Dante Alighieri, in un libro, Dante pop e rock (Progedit, Bari 2021), che continuamente aggiorno e rivedo, vista l’inarrestabilità del dantismo creativo, per qualità e per quantità. Questi due pezzi che qui segnalo sono tra i più recenti (entrambi del 2023, che si è appena concluso: il pezzo della Pausini di marzo 2023; quello di Gaia di novembre).

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