La Voce della Scuola

La scuola di Valditara chiude l’anno col botto

riceviamo e pubblichiamoNon un anno come gli altri per il mondo della scuola, ma un anno di trasformazioni radicali quello che sta finendo sotto la guida di Giuseppe Valditara. Un anno di tensioni e m...

A cura di Giulia Nocera
30 dicembre 2024 19:02
La scuola di Valditara chiude l’anno col botto -
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riceviamo e pubblichiamo

Non un anno come gli altri per il mondo della scuola, ma un anno di trasformazioni radicali quello che sta finendo sotto la guida di Giuseppe Valditara. Un anno di tensioni e minacce che hanno portato al rafforzamento del dispositivo di sicurezza per tutelare uno dei ministri che hanno maggiormente caratterizzato l’agenda setting del Paese.

Un anno di tensioni mosse da una certa politica dei tesseramenti che ha badato più a fomentare le piazze che a discutere sulla pioggia di milioni caduta sul sistema di istruzione nazionale come non accadeva da anni.

“Testa bassa e pedalare” – sono queste le indicazioni a viale Trastevere dove anche negli ultimi giorni dell’anno si lavora per pianificare i prossimi appuntamenti di gennaio, a partire da quello del 9 gennaio con Dirigenti Scuola sul lavoro agile. Secondo l’OCSE anche il 2023 è stato un anno d’oro per la scuola italiana nonostante i cali demografici.

La trasformazione in atto vede sempre più il modello di istruzione italiana proiettato all’estero e le collaborazioni con i paesi dell’area mediterranea ne sono una testimonianza anche grazie alla spinta del G7 che ha visto l’Italia protagonista nel mondo. Ma tornando all’anno fiorente sono tante, troppe le voci che denotano un delta positivo nel mondo della scuola a partire da una nuova immagine che gli insegnanti stanno riacquistando nella società, sia in termini di credibilità e rispetto, sia in termini di riconoscimento economico per la nobile missione svolta.

Negli scorsi mesi, finalmente, è stato firmato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il Comparto Istruzione e Ricerca 2019/2021. Un risultato atteso da tempo che si è potuto raggiungere anche grazie allo stanziamento aggiuntivo di 300 milioni di euro ottenuto dal Ministro Giuseppe Valditara. Un vero e proprio upgrade per il personale della scuola: 124 euro per il personale docente, 96 euro per il personale ATA e 190 euro per i Direttori dei servizi generali e amministrativi.

E ancora, il reclutamento di 587 dirigenti scolastici, di 6.428 insegnanti di religione, il super concorsone che apre a circa 19 mila posizioni suddivise tra scuola dell’infanzia, medie e superiori. C’è poi la nuova regolamentazione per il personale ATA, per gli insegnanti che collaborano con i dirigenti e politiche di welfare che rimettono il nostro Paese in corsa e in competizione con grandi realtà europee. Proprio sul Welfare sono stati apportate scelte senza precedenti, basti pensare all’assicurazione totale e gratuita per chi si reca a lavoro, esattamente come avviene in altre amministrazioni, ora anche il personale scolastico è tutelato. Per le mense scolastiche è stato investito oltre mezzo miliardo di euro mentre cifra tonda, un miliardo, è stato destinato al piano estate.

E sempre in materia di welfare Valditara ha voluto che i benefit offerti dai privati (banche, trasporti, assicurazioni) ad altre PA venissero allargati anche al personale scolastico. Poi il cambiamento vero e proprio del modello scolastico cona la riforma del 4+2, la riadozione dell’educazione civica e il contrasto massiccio a diplomifici e dispersione scolastica e a quest’ultima Valditara ha voluto che venissero riservati quasi 800 milioni di euro.

Cifre che non hanno suscitato l’attenzione dell’opposizione, più attenta a sollevare sterili polemiche e non a trattare col ministero per un interesse comune: il bene della scuola. All’orizzonte si prospetta un 2025 ricco di opportunità, a partire dalla digitalizzazione e all’uso sempre più diffuso, ma consapevole, dell’IA e a sostenere Valditara non dovrebbero essere solo gli attori internazionali o Giorgia Meloni ma anche quei politici che alla demagogia preferiscono le azioni concrete e la via del dialogo a quella delle minacce, delle diffamazioni e degli attacchi di piazza.

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