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Le nuove linee guida di Educazione civica. Materia resta trasversale e senza organico dedicato, ma continua il dibattito sulla specializzazione e sui suoi costi

L’aggiornamento delle linee guida nazionali sull’insegnamento dell’educazione civica ha riacceso la discussione su come questa materia debba essere insegnata nelle scuole italiane. Attualmente organiz...

A cura di Redazione
18 settembre 2024 23:12
Le nuove linee guida di Educazione civica. Materia resta trasversale e senza organico dedicato, ma continua il dibattito sulla specializzazione e sui suoi costi -
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L’aggiornamento delle linee guida nazionali sull’insegnamento dell’educazione civica ha riacceso la discussione su come questa materia debba essere insegnata nelle scuole italiane. Attualmente organizzata come disciplina trasversale, coinvolgendo vari insegnanti, è cresciuta negli anni scorsi la richiesta di trasformarla in una materia autonoma con un docente specifico, in particolare appartenente alla classe di concorso A046 (Scienze giuridiche ed economiche).

La proposta, al netto delle (tutto sommato condivisibili) motivazioni pedagogiche, risolverebbe il problema degli esuberi della classe di concorso di Scienze giuridiche ed economiche, la ex a019, finita in esubero nazionale con il piano di immissioni straordinario della Buona Scuola del 2015, e dei docenti assunti in quell’ occasione sul’ organico di potenziamento, ma trasferiti l’ anno successivo a centinaia di chilometri da casa con speranze di rientro pari sostanzialmente a zero.

La situazione cambierebbe radicalmente con l’ istituzione di un insegnamento non trasversale ma assegnato ad una specifica classe di concorso con un nuovo organico dedicato, diffuso praticamente in tutte le scuole e non limitato ad alcuni indirizzi specifici.

Tuttavia, una simile proposta incontra diversi ostacoli, sia in termini di sostenibilità economica che di coerenza tematica.

Le nuove linee guida e l’approccio trasversale

Le nuove linee guida ribadiscono l’importanza dell’educazione civica come materia incentrata su temi fondamentali come la Costituzione, la legalità, la sostenibilità ambientale e la cittadinanza digitale. Questi argomenti, secondo il modello attuale, devono essere integrati all’interno di altre discipline, facendo leva sulla trasversalità per coprire un ampio spettro di competenze. Tuttavia, cresce il consenso tra alcuni sindacati e docenti sull’idea che questa trasversalità rischi di compromettere la profondità e la sistematicità dell’insegnamento, lasciando la disciplina spesso frammentata.

La richiesta di specializzazione e i costi per lo Stato

Su questa base di natura didattico-pedagogica, diverse associazioni di categoria chiedono oramai da tempo che l’educazione civica venga insegnata come materia autonoma, affidata a insegnanti della classe di concorso A046 (Scienze giuridiche ed economiche), dotati di una formazione specifica sui temi giuridici e di cittadinanza. Questa proposta permetterebbe certamente di garantire una preparazione più solida e una gestione più coerente degli argomenti legati alla Costituzione e alla legalità.

Tuttavia la trasformazione dell’educazione civica in materia autonoma comporterebbe un sostanziale aumento dei costi per lo Stato con l’ ampliamento degli organici scolastici per la materia, con l’assunzione o la riallocazione di docenti specializzati ed il loro rimpiazzo a fine carriera (cosa che non accade con l’ impiego di organico potenziato), richiederebbe insomma risorse economiche più che considerevoli. Il che rappresenta un problema significativo per il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che di fatto giudica la riforma insostenibile, soprattutto in un contesto di contenimento della spesa pubblica. A differenza dell’attuale modello, che non richiede l’assunzione di nuovi docenti, l’introduzione di una materia specifica con organico dedicato aumenterebbe i costi della scuola sul bilancio dello Stato.

Il limite della specializzazione: Costituzione e legalità sì, ma il resto?

C’ è poi un ulteriore nodo da sciogliere. Riguarda la coerenza tematica tra i contenuti dell’educazione civica e la specializzazione della classe A046. Gli insegnanti di Scienze giuridiche ed economiche hanno senza dubbio una preparazione adeguata per trattare i temi legati alla Costituzione, alla legalità e alle norme democratiche. Tuttavia, le linee guida includono anche argomenti come la sostenibilità ambientale e la cittadinanza digitale, che richiedono invece competenze molto diverse.

Affidare anche questi temi a docenti della A046 potrebbe risultare poco efficace, poiché la loro formazione non copre in maniera approfondita aspetti come l’educazione ambientale o le competenze digitali, che sono invece più vicini ad altre discipline come le scienze naturali e la tecnologia. Questo crea una situazione in cui, sebbene la classe di concorso A046 possa essere idonea per una parte dell’insegnamento dell’educazione civica, non lo è per l’intero spettro dei contenuti previsti dalle nuove linee guida.

Sostenibilità economica e flessibilità tematica

Aggiungendo la questione della specializzazione a quella della sostenibilità economica la situazione diventa molto complicata. Trasformare l’educazione civica in una materia autonoma richiederebbe un notevole incremento degli organici e delle risorse economiche necessarie per assumere e formare docenti specializzati. Attualmente, l’approccio trasversale offre un modello più flessibile e meno oneroso, poiché consente di distribuire l’insegnamento su più discipline senza dover istituire nuove cattedre. Questo modello, pur con i suoi limiti, ha il vantaggio di adattarsi alle diverse realtà scolastiche senza gravare troppo sul bilancio dello Stato.

Una materia sempre più trasversale

Le nuove linee guida per l’educazione civica confermano l’approccio trasversale, ma il dibattito sulla sua trasformazione in una materia autonoma resta più vivo che mai, specialmente tra i docenti della A046 costretti da un decennio a rimanere lontani da casa con sempre più fievoli possibilità di rientro.

Il futuro dell’educazione civica in Italia si gioca quindi su un delicato equilibrio tra efficacia educativa e sostenibilità finanziaria, con problemi di natura economico-finanziaria ai quali si aggiunge il sospetto di una scarsa aderenza tematica che mette in discussione l’ effettivo raggiungimento degli obiettivi formativi.

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