La Voce della Scuola

L’esonero di Spalletti non affronta il problema

L’esonero di Spalletti non affronta il problema

09 giugno 2025 18:48
L’esonero di Spalletti non affronta il problema -
Condividi

L’esonero di Spalletti non affronta il problema
Crisi di talenti

E quindi Gravina avrebbe risolto il problema?
Cambiare allenatore, variare il sistema di gioco o convocare Tizio al posto di
Caio risolleverà le sorti delle Nazionale ?
Guardiamoci attorno e andiamo a cercare quanti e quali talenti siano emersi negli ultimi dieci anni nel nostro paese. L’Italia ha bisogno di giocatori di qualità , di coloro che possano cambiare le sorti di un match ; capaci di saltare l’uomo o di fare ciò che gli altri non riuscirebbero neanche a pensare. Il discorso è sicuramente complesso e dalle molteplici cause ma è necessario partire dal basso andando a vedere ciò che succede nelle scuole calcio e nei settori giovanili del nostro paese. Vi invito a osservare una partita di bambini, magari dai 7/8 anni in su.
Siete sicuri che i talenti possano crescere nelle migliori condizioni ?

L’obiettivo dovrebbe essere quello di sviluppare le capacita individuali senza offuscare la fantasia motoria dall’ego esterno. Invece incontriamo “super” allenatori che vincolano i bambini da compiti
tattici a discapito delle capacità tecniche individuali. Quella che dovrebbe essere una giocata geniale, folle, individuale passa per una azione egoistica da parte del bambino. Passaggi forzati, possesso palla cercando di simulare un calcio che non gli appartiene. L’obiettivo è soprattutto vincere per sentirsi allenatori migliori e società di eccellenza calcistica arricchendo il proprio importante palmares. Per non parlare dei genitori (non tutti sia chiaro ) che non si perderebbero una partita neanche per una grossa somma di denaro; critiche, consigli tecnico tattici, veri propri ultras pronti a esplodere in caso di vittoria.
Non ha importanza se il figlio non abbia sperimentato o provato una giocata fuori dagli schemi , la priorità è quella di portare i tre punti a casa .

Prima i bambini giocavano liberamente per strada senza orari e senza nessuna direttiva dall’alto; la crescita era naturale, spontanea, dove si poteva provare la giocata spettacolare senza condizionamenti.
La rivoluzione deve partire dal basso e dalla coscienza di ognuno di noi.

La Voce della Scuola sui social