Milleproroghe, cosa cambia per la scuola: niente PCTO per il 2024, GAE aggiornate e certificazioni ATA prorogate
La Legge Milleproroghe, che sarà approvata il 19 febbraio, contiene alcune novità per il mondo della scuola, ma non quelle che molti si aspettavano.

La Legge Milleproroghe, che sarà approvata il 19 febbraio, contiene alcune novità per il mondo della scuola, ma non quelle che molti si aspettavano.
Infatti, non è stato accolto l’emendamento che avrebbe eliminato i vincoli per i docenti immessi in ruolo nel 2023, che restano quindi soggetti alla clausola di permanenza nella regione di assegnazione per tre anni.
La ragione di questo rifiuto sarebbe da ricercare nel parere negativo della Commissione Europea, che ha ritenuto il provvedimento in contrasto con il principio di libera circolazione dei lavoratori.
LE NOVITÀ
- Per il 2024, gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado non dovranno svolgere i PCTO, ovvero i percorsi per le competenze trasversali e orientamento, più comunemente noti come alternanza scuola-lavoro. Si tratta di un’agevolazione temporanea, dovuta alle difficoltà organizzative e logistiche causate dalla pandemia, che non pregiudica la validità dei percorsi già effettuati o in corso.
- Le GAE, le graduatorie ad esaurimento, saranno aggiornate ogni due anni, anziché ogni tre, per consentire un maggiore allineamento con le GPS, le graduatorie provinciali per le supplenze. Si tratta di una richiesta avanzata da tempo dal gruppo Facebook SBC di Libero Tassella, che ha sottolineato come le GAE siano ormai obsolete e non rispecchino le reali esigenze del sistema scolastico.
- Il termine per l’acquisizione delle certificazioni informatiche richieste per l’inserimento nelle prossime graduatorie ATA, è stato prorogato di un anno, con decorrenza dalla sottoscrizione del CCNL. Questa proroga vale sia per il personale già inserito nelle graduatorie, sia per quello che intende partecipare ai nuovi inserimenti che ci saranno quest’anno.
Il Milleproroghe, sarà votata dal Parlamento il prossimo venerdì. Si tratta di misure che, seppur utili, non soddisfano appieno le aspettative e le esigenze di docenti, studenti e personale ATA, che continuano a chiedere interventi più strutturali e incisivi per migliorare la qualità e l’efficienza del sistema scolastico italiano.