Mobilità, Paolo Pizzo (Uil Scuola Rua): “Non c’è la nostra firma su questo provvedimento”
Durante una speciale diretta de La Voce della Scuola condotta da Doriana D’Elia e coordinata da Diego Palma, è stato approfondito il tema della mobilità 2023 insieme al prof. Paolo Pizzo della Uil Scu...

Durante una speciale diretta de La Voce della Scuola condotta da Doriana D’Elia e coordinata da Diego Palma, è stato approfondito il tema della mobilità 2023 insieme al prof. Paolo Pizzo della Uil Scuola Rua
“Non c’è la nostra firma su questo provvedimento”. E’ l’incipit del comunicato stampa della Uil Scuola Rua:
“L’iter di riapertura della trattativa del contratto, prevede vincoli di legge che non condividiamo. Continuiamo a sostenere che la mobilità della persona debba essere contrattualizzata e quindi rientrare in un contratto che ne regoli diritti e doveri. Non sembra esserci la volontà di risolvere dei blocchi illogici alla mobilità. Lo abbiamo detto in tutti i luoghi. C’è una forte imparità di trattamento del personale scolastico.”
Nello stesso comunicato si legge chiaramente che determinate aspettative sono state disattese all’indomani della costituzione della nuova legislatura e con la stipula di questo contratto si è confermata la Cattiva continuità con quella politica che ha inserito i vincoli. Sembra quasi che si scrivano sulla lavagna i “buoni e i cattivi”: ossia nel nuovo contratto esistono vincoli che si potrebbero derogare ed altri che hanno natura irreversibile. Questo rappresenta una forte contraddizione.
“Da qualche mese, stiamo svolgendo una trattativa all’Aran per il rinnovo della parte giuridica del contratto nazionale. Questo deriva anche da un accordo che il ministero ha firmato con la parte sindacale. Emanare un atto unilaterale e introdurre una riserva, ci sembra una contraddizione ed un atto irrispettoso nei confronti dei sindacati.”
Un’altra sottile contraddizione, che passa quasi del tutto inosservata sulle piattaforme social e di comunicazione è il paradosso dei posti di sostegno: Con il nuovo contratto si legge che “la possibilità nei trasferimenti provinciali da posto di sostegno a posto comune è solo sul 75% dei posti disponibili.” Il posto di sostegno per la mobilità e per le assunzioni si produce tramite i passaggi provinciali e, dunque, c’è il rischio che con la riduzione dell’aliquota nella mobilità futura si possa ridurre la possibilità di creare nuovi posti.
“Durante le trattative non abbiamo aperto un contratto ex novo, ma abbiamo riaperto il contratto dello scorso anno su cui, in merito al sostegno, abbiamo elaborato due possibili soluzioni: avere un libero accesso alle università, quindi abbattendo il numero chiuso, e trasformare l’organico di fatto in organico di diritto.”
Autonomia differenziata: si amplierà il divario nord sud?
Con l’applicazione dell’autonomia differenziata si corre il rischio di ampliare il divario tra regioni che hanno un gettito fiscale differente. Solo 4 regioni non hanno aderito al decreto presentato dal Ministro Calderoli. I rischi dono due. Il primo è destinare la “Scuola” alla politica che la rende non più libera ma relegata alle decisioni dei governatori di turno; il secondo riguarda la parte economica: una regione con un gettito fiscale inferiore è più svantaggiata di una regione con un gettito fiscale più alto.
“Per questo motivo, la Uil Scuola Rua ha predisposto una raccolta firme a cui è possibile partecipare al seguente linkattraverso Spid, con cui intendiamo tentare un referendum per mettere in discussione l’autonomia differenziata.”
Di seguito sono allegate le schede tecniche di approfondimento per la mobilità 2023 redatte da Uil Scuola, sul nuovo contratto




