OPEN DAY: what is that, why ???
Open day: un concetto molto usato anzi molte volte inflazionato nel mondo della scuola e dell’università in questi ultimi anni, mutuato dall’azienda che significa letteralmente giornata a porte aperte...

Open day: un concetto molto usato anzi molte volte inflazionato nel mondo della scuola e dell’università in questi ultimi anni, mutuato dall’azienda che significa letteralmente giornata a porte aperte durante la quale è possibile visitare gli ambienti, incontrare docenti, il personale scolastico, prendere informazioni sull’offerta formativa dell’istituto per poi decidere entro i termini fissati dal Ministero dell’istruzione e del merito (dal 9 al 30 gennaio 2023 per il prossimo anno scolastico). Come e dove nasce la consuetudine dell’open day?
L’idea nasce conFabrizio Scheda, titolare di un’agenzia di marketing nei primi anni Novanta, quando a livello di istruzione statale da un lato si consolidava l’esperienza tradizionale dell’istruzione non statale (non si chiamava ancora “paritaria”) in capo a religiosi ,dall’altra cominciava la risalita della scuola di stato affidata a maestri reclutati con pubblico concorso e che diventava tra gli anni settanta e ottanta la maggiore competitor della scuola privata. I genitori in quel periodo erano più che mai decisi a prendere in mano fino in fondo l’educazione dei figli, cominciavano a diventare più partecipi, complice la nascita degli organi collegiali. Anche fra le aule prendeva piede il concetto di visibilità per mettere in bella mostra un prodotto astratto ma tremendamente concreto per il futuro di una nazione: l’educazione. È proprio in un documento del 1995 che si parla per la prima di open day: qualcosa di nuovo che avrebbe potuto interessare il singolo come la collettività per tentare di dare un certo impulso all’ istruzione.
Finita l’epoca dei “bacini d’utenza” che inchiodavano ogni famiglia al territorio di appartenenza, i genitori iniziarono a guardarsi intorno, a valutare. Così le date degli open day iniziano a riempire tutte le date del calendario di dicembre e di gennaio per consentire a ragazzi e famiglie di scegliere la scuola che si intende frequentare. Il giro di ricognizione allora diventa quasi un rituale, una processione tra istituti, ma soprattutto un vero e proprio gesto di libertà, che rende meno difficile un momento di scelta, molto significativo per la crescita di un figlio.
Oggi l’open day è una vera e propria “vetrina” in cui la scuola veste il suo abito migliore, quello delle grandi occasione in cui ci sono dal primo all’ultimo tutte le componenti per tentare di trasferire ai potenziali fruitori un’immagine di solennità e soprattutto di comunità reale o apparente che sia. Spettacoli, comunicati stampa, video, progetti curriculari ed extracurricolare e pon, promesse per l’anno che verrà, hanno la priorità sull’edificio; poco importa se la struttura è nuova o fatiscente, se non esiste una palestra o un auditorium… Si viene colpiti in primis soprattutto dall’organizzazione, dai laboratori, dalle risorse, dalle professionalità, dal tempo scuola (meglio se full Con servizi di pre e post scuola), dalle opzioni/articolazioni di cui si compone e cosi via. Una vera e propria operazione di marketing dove gli stakeholders hanno la possibilità di entrare si, nel vivo della scuola, di toccare con mano il lavoro degli insegnanti, ma soprattutto di fare una lista di pro e di contro; si entra con una mezza idea, talvolta si esce confusi per la traboccante attività di pubblicizzazione che, attraverso la voce degli studenti e degli insegnanti proponenti attività laboratoriali preventivamente progettate, idealizzano in maniera strategica un modello di scuola che sembra l’isola che non c’è. Un vero e proprio flusso di informazioni, pubblico, aperto a tutti, che spesso e volentieri diventa una vera e propria campagna acquisti, imbastita in proposte didattiche esagerate che nella quotidianità stridono con gli abituali problemi di una scuola che tante volte non va. Ma questa indigestione di cose da sapere, vedere condensate in poco più di due ore in cui sono tutti coinvolti anche di sabato o domenica , servirà a fugare dubbi, incertezze? Bah…
L’open day dovrebbe essere, almeno nelle intenzioni una vera e propria occasione per “entrare” nelle pieghe “di una istituzione scolastica, per decodificare la sua vera mission e vision, comprendere quanto sia forte il senso di appartenenza di una comunità che educa e che cresce ,che ha a cuore i propri studenti, per i quali spende le risorse e le energie migliori per non lasciare indietro nessuno e per veicolare il piacere dell’ apprendere. Questa la vera identità di una scuola. Questo il vero biglietto da visita. Negli ultimi tempi, visto anche il crescente decremento della natalità, l’open day è diventato un appuntamento imperdibile, una vera e propria sfida tra istituti che competono fino all’ultimo consenso. Una vera e propria lotta al più ambizioso e innovativo progetto, una vera e propria gara per contendersi sul ring delle iscrizioni l’ultimo allievo sfuggito alle maglie della procedura telematica …
Servirà tutto questo a creare realmente un ponte tra le famiglie e la scuola???
Ai posteri l’ardua sentenza…