PNRR scuola: solo il 17% delle risorse spese finora, che disastro
La scuola italiana ha perso il treno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Questo è quanto emerge dal focus "Il Pnrr per la scuola e l’università: a che punto siamo?" presentato dalla Fondazione Giovanni Agnelli, che evidenzia come solo il 1

La scuola italiana ha perso il treno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Questo è quanto emerge dal focus “Il Pnrr per la scuola e l’università: a che punto siamo?” presentato dalla Fondazione Giovanni Agnelli, che evidenzia come solo il 17% delle risorse stanziate siano state effettivamente spese.

Le organizzazioni sindacali confermano il quadro desolante, criticando i meccanismi inadeguati e la programmazione di breve termine che caratterizzano l’implementazione del piano. “La gestione dei budget della scuola segue il calendario scolastico,” sottolinea Giuseppe D’Aprile, segretario della Uil Scuola, evidenziando la disconnessione tra anno solare e anno finanziario. D’Aprile denuncia anche la mancanza di continuità nei contratti del personale Ata e le scelte di acquisti slegate dalla programmazione didattica, fattori che contribuiscono alla “incapacità di spesa strutturale nel sistema nazionale di istruzione“.
Rino Di Meglio, segretario della Gilda Scuola, parla senza mezzi termini di fallimento. “La questione delle infrastrutture è delegata agli enti locali e come già abbiamo denunciato lo scorso mese attraverso il convegno sullo scandalo delle scuole in affitto, riteniamo insostenibile l’incapacità di progettazione e di spesa da parte degli enti locali, che vanifica tutti gli stanziamenti, preziosi per il comparto Scuola.” Di Meglio critica duramente il “meccanismo ottocentesco di distribuzione delle competenze,” definendolo inadeguato per il contesto attuale e non attribuendo la colpa esclusivamente ai ministri dell’Istruzione, ma a un sistema inefficiente nel suo complesso.
Le preoccupazioni sono condivise da Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, che punta il dito contro la riforma della formazione e il reclutamento dei docenti. Pacifico critica la pianificazione di ulteriori concorsi, che a suo avviso finiranno per aumentare la precarietà nella scuola italiana. “Gli obiettivi concordati dal Governo Draghi sono sbagliati in primo luogo perché la predisposizione di ulteriori tre concorsi oltre ai nove banditi negli ultimi anni avrà l’effetto di precarizzare ancora di più la scuola italiana.“
Il focus della Fondazione Agnelli e di Astrid mette in luce la lentezza della spesa e l’incapacità di avanzare nei progetti, soprattutto quelli mirati a ridurre i divari territoriali e contrastare la dispersione scolastica. Con solo il 3,5% delle risorse effettivamente spese, l’obiettivo di ridurre i divari di apprendimento nelle regioni del Sud sembra lontano. La trasparenza sui dati e l’informazione tempestiva restano carenti, impedendo una chiara visione dello stato di avanzamento delle misure.
L’analisi solleva gravi dubbi sull’efficacia delle riforme e degli investimenti previsti dal Pnrr per il settore dell’istruzione, che rischiano di non realizzare gli obiettivi ambiziosi prefissati.