Pomigliano d’Arco, 1998: Il ricordo delle vittime innocenti della Camorra rivive grazie a una giovane studentessa
Tre giovani vite spezzate da una violenza insensata, accomunate da un lavoro presso un pastificio, sogni nel cassetto e la speranza di un futuro stabile.

Crotone, 19 luglio 2024
Ventisei anni sono passati da quel tragico pomeriggio del 20 luglio 1998,quando Rosario Flaminio, 24 anni, Alberto Vallefuoco, 24 anni, e Salvatore Di Falco, 21 anni,furono brutalmente assassinati dalla camorra a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. Tre giovani vite spezzate da una violenza insensata, accomunate da un lavoro presso un pastificio, sogni nel cassetto e la speranza di un futuro stabile.

Quel giorno fatale, i tre ragazzi furono erroneamente scambiati per membri del clan rivale dei Cirella e uccisi senza pietà. I loro sogni e le loro aspirazioni furono interrotti da 40 colpi di pistola sparati da killer professionisti. Oggi, la loro memoria viene mantenuta viva da Maria Angelina Muscatello, una studentessa del Liceo Scientifico Filolao di Crotone, che ha rievocato quei tragici eventi con parole toccanti e commoventi.
“Salvatore De Falco era un ragazzo semplice e onesto, come i suoi due amici, Alberto Vallefuoco e Rosario Flaminio,” scrive Maria Angelina. “Lavorava in un pastificio e nelle ore libere faceva l’imbianchino per arrotondare. Il suo sogno era quello di avere una famiglia. Quel pomeriggio del 20 luglio 1998 era al bar con gli altri due colleghi per prendere un caffè prima di andare a lavorare. Usciti dal bar, stavano salendo in macchina quando tre killer professionisti spararono 40 colpi di pistola, uccidendoli sul colpo.”
La testimonianza di Maria Angelina, parte del progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” promosso dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, sottolinea l’importanza di ricordare le vittime innocenti della mafia. “La camorra con le sue attività illecite ha strappato e continua a strappare la vita e i sogni a tanti innocenti. Tutti noi dobbiamo impegnarci a ricordare le vittime della mafia per sensibilizzare le coscienze, in modo che tragedie del genere non avvengano più,” scrive la studentessa.
Maria Angelina esprime la speranza che chi ha compiuto questo crimine orrendo possa pentirsi e abbracciare i valori della legalità. “Solidarietà, umanità, legalità e cultura sono gli antidoti alla camorra,” conclude.
Il progetto educativo “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” sta diffondendo tra le giovani generazioni storie straordinarie per la loro valenza educativa, contribuendo a costruire una società più consapevole e impegnata nella lotta contro la criminalità organizzata.